Rituali di sangue, feticci, magia nera e polli sgozzati: in una sola parola, Voodoo. Dai film horror con Bela Lugosi a The Walking Dead, dai cattivi Disney ai costumi di Halloween, brandelli di questo culto ancestrale galleggiano nel mare della cultura pop da decenni. Ci piace pensare all’Africa Nera, ai suoi riti primordiali e violenti, al rum che si mescola al sangue, alle teste essiccate e ai coltelli che tranciano la carne scura. Bene: tutta questa roba è falsa.
Sul Voodoo sappiamo poco, e quel che sappiamo è totalmente inventato. Propaganda coloniale, politici folli, sceneggiatori usciti da Boris e autori poco credibili hanno messo le mani sulla religione più antica conosciuta all’uomo e l’hanno resa una pagliacciata. Chi per razzismo, chi per denaro e chi per paura, ma ognuno di loro ha creato falsi miti e complotti degni dei forum terrapiattisti, nascondendo una realtà storica legata allo schiavismo caraibico, alle frustate e alle rivoluzioni nate nei campi di cotone.
Partiamo dalle basi: il Voodoo, Vodoun o Vudù, è una religione originata dalla diaspora. Gli schiavi neri sradicati dalle loro terre portarono i loro dei nel nuovo mondo, insegnando i propri figli a venerarli. Ma l’America aveva tutt’altre credenze, i padroni bianchi avevano fede nella croce e nel dio cristiano. Così, appena mettevano piede giù dalle barche, gli schiavi africani venivano battezzati dagli schiavisti.
Massiccia fu la deportazione ad Haiti, dove i bravi cristiani erano rimasti senza manodopera dopo aver sterminato l’intera popolazione indigena nel 1553. Gli schiavi, pur di sopravvivere, fusero le credenze cristiane assieme all’animismo africano, creando un pantheon di spiriti e angeli, loa e Madonne. Presto, il Vudù diventò l’unico spiraglio di dignità tra il sudore e le umiliazioni del lavoro nei campi. Le danze notturne e i falò rituali davano agli schiavi una valvola di sfogo, e il Vudù diventò un’identità culturale, religiosa e politica. A nulla servirono i divieti della Chiesa nel 1685: il culto era diventato radice, così profonda da aizzare una rivolta.
La notte del 14 agosto 1791, centinaia di schiavi parteciparono a una cerimonia segreta di rito Voodoo. Il gran sacerdote Dutty Boukman fece bere ai partecipanti del sangue di maiale nero e cominciò a parlare: «Il nostro Signore ha visto ciò che i bianchi hanno fatto. Il loro dio ha comandato questi crimini, ma i nostri ci hanno benedetto. Il Buon Dio ordina vendetta. Egli darà forza e potenza alle nostre braccia e coraggio ai nostri cuori. Egli ci sosterrà. Abbattiamo le immagini del dio dei bianchi, perché è lui che fa scendere le lacrime dai nostri occhi. Per la libertà che risuona ora nei nostri cuori». Durante la cerimonia, una saetta si abbatté nel bosco di Bois Caïman. Nella notte, gli schiavi credettero che si trattasse di un segno divino: fu un fulmine la scintilla della rivolta di Haiti. Le parole di vendetta, rabbia e disperazione di Boukman si tramutarono in una violenza inaudita, e per sempre le rivolte di Haiti saranno ricordate tra le più brutali della storia.
Da allora, i padroni bianchi vissero nel terrore del Voodoo. Fecero di tutto per annullarlo, perseguitarlo ed estirparlo dalle altre colonie, temendo che potessero reclamare indipendenza. Provarono in ogni modo a evitare che la fiamma della rivoluzione si propagasse e che la follia di Haiti attecchisse altrove. La Chiesa divenne sempre più dura, convincendo i suoi fedeli che il Vudù fosse magia nera, adorazione del demonio. Anche se, essendosi fuso col cristianesimo, il Vudù non ha nulla di satanico.
Il culto ritrae un dio onnipotente, lontano e irraggiungibile, chiamato Gran Met, dal francese Grand Maître. Sotto di lui, ci sono delle figure chiamate loa o cavalieri divini, un misto tra spiriti e angeli. Sono loro a poter rispondere alle preghiere degli uomini, che li invocano per essere aiutati o posseduti. Diversamente da quelle cattoliche, le possessioni dei loa non vanno esorcizzate, ma vengono accolte da riti e danze simili a quelle che nel Sud Italia riserviamo alle tarantolate.
Alcuni loa sono una fusione tra dei africani e santi: Erzulie, il loa della fertilità, non è altro che la Vergine Maria, mentre Dambala, il serpente del cielo, è raffigurato come San Pietro. Nonostante questo, la psicosi sul Vudù è andata aumentando. Alcuni autori ne hanno fatto la loro fortuna, come Spencer St. John. L’uomo scrisse nel 1884 Haiti or the Black Republic, un volume che si cimentava in descrizioni sensazionalistiche di sacrifici umani e cannibalismo. La reputazione del Vudù peggiorò ancora nel 1957, sotto la dittatura di François Duvalier, conosciuto come Papa Doc. Una figura folle, che tenne sotto scacco Haiti grazie al Vudù. Duvalier modellò la sua apparenza su Baron Samedi, uno dei loa più inquietanti.
Baron La Croix, Baron Krimmine, ha tanti nomi lo spirito che traghetta i defunti nel regno dei morti. Cappello a cilindro, vestito nero, occhiali scuri e cotone infilato tra le narici: se vi sembra familiare, avete ragione. Qui è stato reso famoso dal film 007 – Vivi e lascia morire, e da allora non ha mai più smesso di manifestarsi nella cultura pop. È il loa più osceno, corrotto e dissoluto, perfetto specchio del dittatore che tenne Haiti nella morsa della paura.
Duvalier usò il Voodoo come strumento di ricatto, facendo girare voci sul suo potere di tramutare i nemici in zombi. No, non quelli bianchicci e affamati di cervelli dei film con Bela Lugosi, ma gli zombi vudù. Zonbi è un termine haitiano, e indicava uomini privati della loro volontà dai bokor, stregoni in grado di resuscitare i morti e usarli come schiavi. In realtà, gli stregoni giocavano con la tetrodotossina, una potente neurotossina derivata dai pesci palla. La sostanza è in grado di portare il corpo umano ad una simil morte: dopo la sepoltura viva della vittima, i bokor disseppellivano il falso morto e voilà, necromanzia. Il povero non-morto veniva poi costantemente drogato diventando preda di allucinazioni e deliri, schiavo del bokor a vita. Molti “zombi” affollano ancora oggi i manicomi di Haiti: non è chiaro cosa sia realtà e cosa psicosi, ma ci sono circa mille nuovi casi ogni anno.
Tolti però gli atti folli di pochi invasati, il Vudù non ha nulla di malvagio in sé. Si basa sull’adorazione del creato e degli antenati, sul rispetto dei morti e sull’ascolto degli spiriti della natura. Tutto ha un’anima: ogni pianta o sasso del creato è un unico con dio. Ogni uomo viene guidato dal met tet, dal francese maître tête: un nume, un angelo custode che porta consiglio e protezione. Come ogni religione, compresa quella cattolica, può cadere nella superstizione e nel fanatismo, ma la lente con cui lo guardiamo è totalmente distorta.
Nonostante crociate e inquisizioni, il Cristo e tutti i santi restano puri e immacolati, e le divinità vichinghe – quelle sì che richiedevano cruenti rituali di sangue – ci sorridono nei blockbuster americani. Il Voodoo, invece, ha spazio solo nel cinema horror. Anche nei film per bambini questa religione viene associata al male, l’aldilà africano viene demonizzato e le terribili bamboline vudù – che non esistono davvero – prendono vita possedute da inquietanti spiriti. L’escalation di questa visione è arrivata durante i disastri naturali che hanno colpito Haiti: alcuni pastori hanno sostenuto che fossero stati causati dal patto che la popolazione avrebbe stretto col diavolo. Diffamazione a opera dei cristiani. Che novità.
Nonostante ciò che è stato insinuato, il Vudù ha dato conforto e coraggio alla popolazione sofferente, diventando un’ancora spirituale per la comunità di sfollati. Solo a New York, dopo il disastro sono state contate oltre trecentomila persone provenienti da Haiti. Come ai tempi della schiavitù, il Vudù ha fatto da collante, e diversi templi sono spuntati ad Harlem, a Brooklyn e nel Queens, luoghi di rifugio per chi aveva perso tutto. Gli dei africani sono migrati ancora una volta, meticciandosi e confondendosi con le icone del sogno americano. Hanno visto il vecchio e il nuovo mondo, l’avvicendarsi delle civiltà, e anche se oggi li trovi nascosti dietro al santino di una Madonna o un film di 007, non sono scomparsi.
Ormai, il Voodoo è praticato da sessanta milioni di persone in tutto il mondo, ed è stato riconosciuto come religione ufficiale in Benin e Haiti. Che l’Occidente lo voglia o meno.