Non serve necessariamente entrare in un gruppo o in una organizzazione. Non serve girare l’Italia in cerca delle manifestazioni più importanti. Per essere femminista, basta esserlo. Nel suo saggio – che, in realtà, è più un manuale – Il femminismo è per tutti. Una politica appassionata, edito in Italia da Tamu, bell hooks (pseudonimo di Gloria Jean Watkins) sfata il mito secondo cui il femminismo ha bisogno di azioni eclatanti e impegni sociali, e ci conferma ciò che, in fondo, abbiamo sempre saputo. Tutti, uomini e donne, possiamo essere femministi e le nostre battaglie sono quelle quotidiane, sono quei piccoli gesti che compiamo ogni giorno e che, un po’ alla volta, cambieranno il mondo.
L’autrice statunitense, pioniera del femminismo intersezionale e del connubio tra lotta al patriarcato e giustizia sociale, affronta con sincerità il tema della settorialità del femminismo. Esso e tutte le opere a questo connesso sono, infatti, molto difficilmente mainstream. E, se nei contesti intellettuali essere mainstream equivale quasi a un’offesa, all’essere dozzinali, quando si parla di modificare la cultura che causa ingiustizia e disparità, essere sulla bocca di tutti, essere conosciuti da tutti, è necessario eccome. Per questo, non serviva un altro libro sugli women’s studies per soli universitari o un’altra opera per gli addetti ai lavori che masticano femminismo ogni giorno. Ciò che serviva, e che bell hooks ha fatto, è un libro che rendesse il femminismo accessibile a tutti, comprensibile per tutti e, perché no, invitante per tutti. In cuor mio sapevo che non avremmo mai avuto un movimento femminista di successo se non fossimo riuscite a incoraggiare tutti, femmine e maschi, donne e uomini, ragazze e ragazzi ad avvicinarsi al femminismo.
Uscire dalla bolla, portare il femminismo fuori dal gruppo di chi lo studia quotidianamente, non è facile. L’idea comune è quella che professarsi femminista sia un’isteria di massa di donne arrabbiate e frustrate che vogliono affermare di essere migliori degli uomini. E no, non è un’esagerazione: l’idea che lì fuori hanno del femminismo è proprio questa. E Watkins ha capito che il modo giusto per uscire dalla bolla è renderlo comprensibile, mostrarne l’intersezione con la lotta di classe, il razzismo e le ingiustizie sociali tutte. Ed è per tale motivo che è nato questo libro, per dare una risposta alla domanda che cos’è il femminismo? che non avesse a che fare con la paura o con la fantasiosa idea sbagliata che molti si sono fatti.
In Il femminismo è per tutti, bell hooks riesce a dire tutto ciò che quotidianamente pensiamo in modo semplice e mai confuso. Riesce e prendere le sensazioni, i ragionamenti e la storia del movimento femminista e li narra in modo che possano risultare chiari anche ai meno avvezzi al tema. E spiega che per anni ha sognato di imbattersi in un libro del genere per poi rendersi conto che, non trovandolo, doveva scriverlo. Ed è proprio perché anche lei ne ha avuto bisogno che riesce a darci tutto ciò di cui abbiamo sentito la necessità. Un dialogo semplice da portare nelle case, nei gruppi, nelle famiglie, per spiegare il femminismo a chi non lo mastica e per scongiurare i più classici e stereotipati fraintendimenti.
Spiega la lotta di classe, quanto il femminismo sia legato per esempio al razzismo – il suo ragionamento si basa sull’esperienza americana, diversa dalla nostra, ma in fondo è applicabile anche qui, sebbene la storia sia differente – o all’omofobia, e a quanto il sistema abbia favorito il femminismo etero e bianco a discapito di tutti gli altri perché faceva comodo così. Spiega cos’è il sessismo interiorizzato e ricorda che ogni femminista ha dovuto prima di tutto confrontarsi con quella matrice patriarcale che aveva inevitabilmente dentro di sé. Spiega come il sessismo, per quanto conceda agli uomini parecchi benefici, in realtà costi parecchio anche a loro e non solo alle donne, e che il timore di perdere tali vantaggi li costringa a persistere in una situazione decisamente stretta.
Le sue riflessioni sono semplici, eppure aprono gli occhi. Leggendole, chiunque avrà la sensazione di aver avuto le risposte sulla punta del proprio naso senza, tuttavia, l’ingegno di unire i puntini. Bell hooks parla di lavoro, genitorialità, standard di bellezza e di diritti riproduttivi. Parla di come anche le relazioni, l’amore, la coppia siano influenzati dal patriarcato. Parla di come attraverso il sesso – dopotutto, la prima e la più brutale forma di sottomissione – le donne abbiano imparato a liberarsi e di come gli uomini ne abbiano beneficiato prima di sentirsi minacciati dalla sessualità delle donne libere. Che l’uguaglianza in camera da letto ha tutto e niente a che fare con l’uguaglianza tra le mura domestiche. E di quanto la genitorialità rischi di destabilizzare anche le famiglie più paritarie e rispedirle indietro di qualche decennio, se non si lavora sodo per evitarlo.
Ed è proprio lavorare sodo il punto. Le cose possono effettivamente cambiare solo se tutti ci lavorano, ed è necessario farlo all’interno della quotidianità: essere femministi nelle piccole scelte di vita, non nei grandi atti rivoluzionari, perché è proprio lì che sta la rivoluzione. Eppure, affinché questo accada, è necessaria la consapevolezza. E a quella consapevolezza pochi hanno accesso. Le classi meno abbienti o le persone meno scolarizzate, ma anche la media borghesia, insomma, la maggior parte delle persone di cui il popolo è composto non ha accesso a manuali scolastici né a programmi televisivi che siano educativi in tal senso. Perché non esistono. Ci sono programmi che pongono l’accento sulle questioni di genere, che forse sensibilizzano, ma non è la stessa cosa. Ancora non si collegano la violenza e il dominio, non si identifica il potere maschile come causa della violenza di genere.
Il femminismo sarà anche per tutti, nel senso che tutti possono avvicinarsi e trarne beneficio, e anche che è necessario che tutti ci lavorino perché funzioni, ma a tutti non è effettivamente accessibile. E, dunque, come si avvicina chi è fuori dalla bolla? Di strada ce n’è tanta da fare, ma regalando, leggendo e comprendendo questo libro si inizia bene.