La storia che stiamo per raccontarvi ha luogo in un’antica casa di ringhiera, un edificio tipico dell’Italia settentrionale del primo Novecento. A Milano, in via ***, le scuole sono già ricominciate, ottobre non si è fatto attendere nemmeno quest’anno. In città, le attività sono riprese come sempre, regolari già da un pezzo, eppure il civico 14 risulta ancora stranamente deserto. L’eco del tragico episodio che ha visto la dipartita di Amedeo Consonni, l’inquilino dell’interno 8, trucidato nella corte del condominio per motivi sconosciuti al lettore, si riverbera lungo le scale, tra le pareti degli appartamenti di colpo e misteriosamente svuotati, tranne il numero 15. A casa Giorgi, infatti, per Donatella e i suoi figli, Gianmarco (anni 13 e mezzo) e Margherita (anni 11 da compiere), la vita prosegue piuttosto ordinaria, per quanto tale possa definirsi l’esistenza di una mamma disoccupata, nonché separata da un marito alcolizzato, e quella di due adolescenti scarsamente popolari tra le mura scolastiche.
Ha inizio così il nuovo capitolo de La casa di ringhiera di Francesco Recami, l’atipica serie noir dedicata alle vicende di un singolare condominio milanese edita da Sellerio. In questo novello episodio, costruito sul modello del libro Cuore di Edmondo De Amicis, la telecamera è puntata proprio sulla famiglia Giorgi, nella cui quotidianità irrompe un diario segreto destinato a metterci di fronte alla realtà più spudorata che, poi, per molti aspetti non è altro che una metafora di questo nostro disastrato Paese.
Una mattina, di rientro a casa, Donatella scova il confidente di carta di sua figlia nascosto in un vecchio coniglio porta-pigiama. Decide così, preoccupata dalla mutevolezza emotiva della ragazzina e per un bisogno crescente di capirne di più, di sfogliarne le pagine e leggerne i contenuti, ignara che quel piccolo oggetto celi in sé un universo ben più vasto e politicamente scorretto. In un alternarsi di riflessioni affidate al foglio, reazioni materne e sviluppi della storia tutta intorno, quindi, la narrazione prosegue come il grande classico italiano, scandagliando, questa volta, il periodo più misterioso e difficile della vita di ciascuno di noi: l’adolescenza. Con sfacciataggine e punte di arroganza, le parole di Margherita dipingono, dinanzi agli occhi della madre inerme, il ritratto totalmente inaspettato dei suoi figli, entrambi così diversi dalle persone che lei immaginava fossero, già profondamente provati e a loro modo cresciuti, ampiamente svezzati e abituati alla crudezza del mondo che li circonda. A venirne fuori, dunque, è un cosmo giovanile deviato, mosso da narcisismi infantili e precoce sfrontatezza sessuale, con una particolare attenzione a quest’ultimo aspetto.
Numerose pagine del diario, infatti, ruotano intorno all’argomento tabù per eccellenza, svelando dubbi e curiosità tipici dell’età preadolescenziale a cui, nella nostra società falsamente pudica, né la scuola né la famiglia – e qui la critica non è affatto velata – tendono a rispondere. Non a caso, i quesiti irrisolti della ragazzina si fanno immaturità nelle sue compagne di classe, le quali, travolte dal bisogno di apparire, entrano in un circolo vizioso ben più grande della loro intraprendenza impertinente. Volgari, oscene e violente, raccontano aneddoti di sé che nulla hanno a che vedere con la giovane età, si scattano foto provocanti e le inviano in conversazioni private sul web. Ecco, quindi, che la paura di perdere per sempre l’innocenza di Margherita, a più riprese bullizzata per la sua fanciullezza, scatena in Donatella un istinto iperprotettivo di vendetta che avrà delle conseguenze di portata enorme e imprevedibile. Da questo momento, il confine tra il concesso e il non ammissibile, tra il legale e l’illegale, tra il cautelativo e la ripicca si fa estremamente labile, quasi inesistente.
Attraverso una scrittura semplice e scorrevole, Francesco Recami ci catapulta, in modo del tutto inatteso, in quella che è una tragica pagina dell’epoca contemporanea, l’era dei social e dell’apparenza a ogni costo. Ma, soprattutto, ci invita alla riflessione su un tema ampiamente sottovalutato: il rapporto tra i giovani e il sesso, il quale, spesso, se non sanamente coltivato, rischia di sfociare in pornografia e, ancora peggio, in pedopornografia. Con estrema naturalezza, la voce narrante ci presenta ragazzini che sembra ne sappiano più degli adulti ma che, in realtà, non hanno la benché minima idea dei pericoli nei quali incorrono quando i freni inibitori si lasciano ingannare dallo schermo di un computer piuttosto che di uno smartphone. Come per disturbarci, l’autore fiorentino costringe noi che ne affrontiamo le pagine a leggere espressioni moleste, al limite dell’urticante, e un linguaggio a tratti scurrile, ci palesa un’infanzia che la società che abbiamo costruito sta scalzando senza remore, trasformando i più piccoli in grandi prima del tempo ed erroneamente, e i grandi in possibili mostri. Non manca, infine, la crudeltà di quel bullismo di cui la cronaca ci racconta tramutandone le manifestazioni – spesso fin troppo violente – in bravate. Il tutto, va ribadito, con un tono mai cupo o allarmante.
Il diario segreto del cuore di Recami, quindi, si presenta con una struttura classica, emulante De Amicis, dalle note tuttavia estremamente attuali e contemporanee. Ancora una volta, Sellerio ci tiene incollati alla storia, in attesa della prossima copertina blu e di una nuova sfida per la fortunata serie de La casa di ringhiera. In fondo, gli inquilini del civico 14 di via *** sono i nostri vicini di casa, con le loro stranezze e invadenze, gli atteggiamenti buffi e le difficoltà del quotidiano: ammettiamolo, una signorina Mattei-Ferri è anche nel nostro condominio!