Rotary Club dal Quinto Quaderno
Il Rotary però non vuole essere confessionale né massonico: nelle sue file possono entrare tutti, massoni, protestanti, cattolici – in qualche posto vi hanno aderito anche degli arcivescovi cattolici; il suo programma essenziale pare sia la diffusione di un nuovo spirito capitalistico, cioè l’idea che l’industria e il commercio, prima di essere un affare, sono un servizio sociale, anzi sono e possono essere un affare in quanto sono un servizio.
Gramsci individua nel Rotary un anticorpo liberale e moderato al capitalismo da rapina. Valori come “onestà” e “lealtà”, visti come superamento delle derive distruttive della società moderna. Scrive Felice Seghezza, primo presidente del Rotary italiano, che la sezione italiana del Rotary può sentirsi perfettamente libera di massoneria. Quella massoneria degli affari torbidi, delle carriere inventate, degli intrecci con malavite organizzate, è estranea al corpo e ai valori del Rotary.
Gramsci è incuriosito dalla filosofia rotariana: sulla volontà di conciliare l’eterno conflitto tra il desiderio e le derive cannibalesche del capitalismo e la volontà di servire il prossimo. Il “dare” se stessi, prima di pensare a se stessi. Lo stesso concetto di “gentleman”, non traducibile nella nostra lingua e purtroppo nella nostra stessa cultura, diventa secondo Gramsci un anelito della aristocrazia anglosassone a non soccombere a se stessa. Il Gentleman non è semplicemente un galantuomo, ma una persona che abbia non solo buone maniere, ma che possegga un senso di equilibrio, una padronanza sicura di se stesso, una disciplina morale che gli permetta di subordinare volontariamente il proprio interesse egoistico a quelli più vasti della società in cui vive. Cultura, buona educazione, eleganza non bastano: ci vuole capacità di compiere il proprio dovere e di comprendere i propri simili.
Ancora oggi, nella devastazione etica dei nostri giorni, certi comportamenti vengono falsamente attribuiti alla cultura liberale anglosassone, mentre ne sono solo pessima copia. Una società libera, invece, ha anticorpi anche nel pensiero moderato.
Un Gramsci attentissimo osservatore della realtà coglie, pur nella sua diversità politica, alcune altezze nel movimento rotariano. È come un gioco di ruoli, in cui pur, indossando idee politiche antitetiche, si riconosce all’avversario quell’altezza Etica, imprescindibile a ogni agire politico positivo. La realtà della mistificazione in cui viviamo, invece, ci spaccia per moderato o per migliore uno scellerato americanismo de noialtri, in cui una cupa e corrotta politica distrugge ogni idea di equilibrio sociale. Una destra estrema e cinica che, nascondendosi dietro bandiere nobili, devasta l’ambiente, l’economia, l’Etica, ma continuandosi a definire sinistra. Gli ultimi trenta anni italici sono la prova inconfutabile che il PD e i suoi petali grigio morte sono l’antitesi di ogni pensiero non solo di sinistra, ma persino liberale o rotariano. Un semplice voler perdurare all’infinito se stessi, i propri privilegi e quelli di amici&parenti.
Gramsci riporta un brano del rotariano comm. Mercurio:
A questo modo si è fatto, per così dire, dell’onestà un interesse e si è creata quella nuova figura dell’uomo di affari il quale sappia associare in tutte le attività professionali, industriali, commerciali, all’interesse proprio l’interesse generale, che è in fondo il vero e grande fine di ogni operosità, perché ogni uomo nobilmente operoso anche inconsciamente serve sopra tutto l’utilità generale.
Un superamento organico e totale dalla massoneria e, al tempo stesso, il tendere alla risoluzione dei problemi economici e sociali della società. Pur essendo quindi una organizzazione di classi alte e senza rivolgersi, se non indirettamente, alle classi disagiate, il Rotary agli occhi di Gramsci è una organizzazione moderna e dinamica. Grande curiosità sugli aspetti ideologici, pratici e organizzativi ma, al tempo stesso, una domanda:
Bisognerà vedere però se la depressione economica americana e mondiale non darà un colpo al prestigio dell’americanismo e quindi del Rotary.
Anche oggi, davanti alla pandemia, alla guerra e alla depressione economica possiamo porci la stessa domanda. Così come è attualissimo il problema di una classe politica che, sconfinando continuamente nell’interesse personale, dimentica il ruolo di guida della società. Il Rotary, secondo Gramsci, nasce proprio come risposta Etica liberale al vuoto politico del profitto.
Contributo a cura di Luca Musella