In accordo con l’arrivo della primavera, mi è sembrato divertente sottoporre un quesito in sondaggio: qual è il personaggio letterario più antipatico, odioso, tremendo di sempre? Come al solito, le risposte sono state molteplici e variegate, andiamo da personaggi insospettabili a super classici, spesso menzionati in liste del genere.
Partiamo allora con quelli “facili”, che hanno trovato più consensi e hanno messo d’accordo quasi tutti: in pole position troviamo Nino Sarratore, il personaggio più odiato della tetralogia di Elena Ferrante. Me lo citano Marina e Alessandro, seguiti a ruota da molti altri. Come non dar loro ragione? Il personaggio di Nino è stato esaminato con cura da critici e scrittori, nonché dai lettori stessi, che non si sono risparmiati sugli insulti. Si potrebbe definire come il banale uomo che, per andare avanti nella vita, approfitta delle persone che lo circondano, soprattutto delle donne.
Altro grande protagonista dell’astio dei miei lettori e lettrici è Harry Potter: Mario lo definisce moccioso, viziato, raccomandato e super protetto. Giulio aggiunge Dolores Umbridge, personaggio di Harry Potter e l’Ordine della fenice: a suo avviso, il senso di frustrazione è insopportabile. Devo ammettere che anch’io, non particolarmente fan dei libri di Rowling – e da sempre tolkieniana convinta – trovo Harry un po’ indigesto. A quanto pare questo sentimento è condiviso.
Poi abbiamo i lettori “collettivi”, ovvero quelli che non scelgono un solo personaggio ma un ventaglio più ampio: Ludovica mi cita tutti i protagonisti dei libri di Houellebecq, “vorrebbe morire ogni volta che esce un suo libro”, cito testualmente; Domenico invece racconta: “Tutti i personaggi del libro Ti prendo e ti porto via mi hanno fatto stare male”. Il romanzo di Ammaniti, pubblicato nel 1999, è preciso, squallido, disperato, è assolutamente comprensibile il malessere diffuso intorno a esso; Marta, per conto suo, dice: “Tutti gli uomini dei romanzi di Margaret Mazzantini”, ricordando in particolare il chirurgo Timoteo del libro Non ti muovere, per il quale riserva le offese più fantasiose; Francesco è ancora più drastico: menziona l’uomo (in termini universali) in tutti i libri di Terzani.
Ho notato una preponderanza di personaggi maschili su quelli femminili, qui di seguito quelli più citati: Anna menziona Stoner dell’autore John Edward Williams del 1965. Questa scelta è stata parecchio contestata dagli altri partecipanti al sondaggio, la trama effettivamente può risultare piatta e noiosa ma, come ha detto lo scrittore Ian McEwan, “di fatto è una vita minima da cui John Williams ha tratto un romanzo davvero molto bello. Ed è la più straordinaria scoperta per noi fortunati lettori”.
Dino invece prende in esame Guido Laremi di Due di Due, scritto da Andrea De Carlo: nonostante sia il suo libro preferito, contesta al personaggio di Guido l’essere frustrante. Cito: “Non è odio…ma un senso di frustrazione per tutte le cose che destabilizza e rovina con la sua presenza. Non lo fa volontariamente però lo fa…e anche solo il riapparire dopo ogni guaio è una colpa”. Davide tira fuori un grande classico: il Conte Andrea Sperelli ne Il piacere di Gabriele D’Annunzio (che io, personalmente, ho amato molto). Un eroe ambiguo, certamente, dedito al culto della bellezza, dell’arte, del piacere, appunto, può risultare un po’ presuntuoso e snob (ma, di fatto, è un conte, quindi anche questo è perfettamente comprensibile).
Federico sceglie Morel, personaggio del libro L’invenzione di Morel: romanzo fantascientifico dello scrittore Adolfo Casares, racconta la storia di un fuggitivo che si nasconde su un’isola della Polinesia. Morel, invece, è un genio malvagio che conduce le persone a morte certa. E, infine, tre personaggi “classici”: Antonio sceglie Dorian Grey, Maria Giovanna George Duroy del romanzo di De Maupassant Bel ami (che riprende un po’ i tratti di Sarratore nella sua smania di avere successo approfittando delle donne che lo amano e lo circondano) e Vincent cita Leo Merumeci de Gli indifferenti di Moravia.
Federico va più per il sottile e tra i suoi personaggi più odiati menziona Wang-Dang Lang, soprannome di Andrew Sealander Lang, ne La scopa del sistema di Foster Wallace, mentre Andrea menziona Maximilien Aue, protagonista del romanzo Le benevole di Jonathan Littell: un ex ufficiale delle SS attivamente coinvolto nell’Olocausto. Grande classico inserire personaggi nazisti in queste liste. Diego invece, un po’ controcorrente, non soffre Cararas e il narratore di Napoli Ferrovia di Ermanno Rea. Qui ci sono state un sacco di proteste, devo ammettere.
I personaggi femminili più odiati invece – quelli menzionati almeno – sono pochi: Beatrice sostiene che Emma Bovary “proprio non scende”. La protagonista del romanzo cult di Flaubert disprezza il marito, nonostante egli sia premuroso e voglia accontentarla in ogni maniera, finendo per incarnare la classica maschera della donna capricciosa, volubile e anche troppo ottusa. Jacopo sceglie Donn’Antonia, la madre delle sorelle Sommatino nel racconto Il rosario di Federico De Roberto, esponente insieme a Verga del Verismo (autore del famosissimo I Viceré): si potrebbe definire una favola “nera” e Donn’Antonia una madre all’antica che poco ha a che fare con lo spirito accudente che si richiedeva a quel tempo.
Sui personaggi femminili posso dare una mano, citando quelli che più ho odiato io: sicuramente in pole position metto Briony Tallis, una delle protagoniste del romanzo del già citato McEwan Espiazione. Per un malinteso tremendo, e anche perché si tratta di una ragazzina un po’ dispotica e invidiosa, i due personaggi più belli (a mio avviso) della letteratura contemporanea, Cecilia Tallis e Robbie Turner non potranno mai vivere la loro storia d’amore. Un romanzo straziante, dolorosissimo. Briony la ammazzerei.
Altro personaggio femminile che mi risulta insopportabile è Daisy Fay del romanzo Il Grande Gatsby di Scott Fitzgerald: un’insopportabile ragazzina viziata che non comprende la fortuna di ritrovare Jay Gatsby, il quale ha fatto di tutto per diventare l’uomo che lei avrebbe potuto e dovuto amare, ricevendone in cambio rifiuti ed egoismo. Odiosa. Sul mio podio compare anche Caty Earnshaw, protagonista insieme a Heathcliff di Cime tempestose, scritto da Emily Brontë: sinceramente, una pazza, non l’ho mai potuta soffrire, e come lei anche il suo innamorato. Troppa follia per due persone sole. Lucia Mondella e Beatrice di Dante non sono da meno: due gatte morte.
Sicuramente ci sono personaggi sfuggiti all’occhio impietoso dei lettori e delle lettrici. Ma si fa sempre in tempo a rimpinguare la lista.