Nel 1830, il pittore Joshua Horner ritrasse un’avvenente donna dai capelli raccolti, la pelle candida e lo sguardo penetrante. Il suo nome era Anne Lister ed è ricordata come la più celebre diarista dell’Inghilterra vittoriana, nonché come la prima ad aver descritto dettagliatamente la condizione della donna omosessuale dell’epoca. Dopo Harvey Milk (Woodmere, 1930 – San Francisco, 1978), primo politico statunitense dichiaratamente omosessuale, e Sylvia Rivera (New York, 1951 – New York, 2002) donna transgender protagonista dei Moti di Stonewall, vogliamo proseguire e concludere la nostra volontà di rendere omaggio al Pride Month, il mese dell’orgoglio LGBTQ+, con personalità facenti parte della comunità che hanno contribuito a cambiare la storia.
Nobildonna rurale, Anne Lister era nata nel 1791, ad Halifax, nello Yorkshire occidentale. Possedeva un’ottima cultura e uno sconfinato amore per i viaggi, tanto che attraversò l’Europa assieme a sua zia, conoscendo Parigi, la Svizzera, l’Italia, il Belgio e la Germania, e mostrò la sua incredibile audacia scalando addirittura il Monte Perdido, terza vetta più alta dei Pirenei. All’età di trentacinque anni ereditò dallo zio la tenuta storica di Shibden Hall, divenendo un’importante proprietaria terriera e imprenditrice, grazie anche ad altre proprietà e alla gestione del canale, dell’industria ferroviaria e della miniera di carbone che lei stessa aveva fatto scavare. Tale indipendenza economica le permise di condurre una vita decisamente più dinamica e libertina di quasi la totalità delle donne del suo tempo. Anne sapeva di poter contare su se stessa, sulla sua cultura e sulle sue doti imprenditoriali. Non aveva bisogno di nessuno.
Fin da piccola, inoltre, non aveva mai totalmente celato il suo orientamento sessuale, affascinata dalle donne incontrate durante gli anni di scuola e durante i suoi straordinari viaggi oltreconfine. Alcune furono brevi avventure, altre fedeli compagne di esplorazioni, che Anne amava immortalare nelle pagine dei suoi diari. Aveva ottenuto dalla comunità l’appellativo poco carino di Gentleman Jack, in riferimento alla sua sessualità e al suo modo di fare e di vestire, talvolta un po’ mascolino. Dopo le numerose liaison, l’amore di Lister si concentrò sull’ereditiera Ann Walker e insieme suggellarono la loro unione ricevendo la comunione alla Holy Trinity Church di York – dove oggi vi è una targa commemorativa –, nel giorno di Pasqua del 1834. L’episodio può essere considerato a tutti gli effetti come il padre spirituale del primo matrimonio gay nella storia del Regno Unito, poiché le due donne, da quel giorno, agirono e vissero – andarono persino in luna di miele in Francia e Svizzera – come una qualsiasi coppia sposata.
La vita di Anne ed Ann era un turbinio di emozioni. Instancabili e appassionate condottiere, visitarono la Danimarca e la Russia, conoscendo Mosca e San Pietroburgo, fino alla regione del Caucaso. Durante le loro avventure, la Lister raggiunse la cima del Vignemale in soli diciassette ore, diventando la prima donna documentata a compiere tale impresa. Fu mentre si trovavano a Kutaisi, nell’attuale Georgia, che Anne si ammalò fortemente di febbre, forse a causa della puntura di un insetto, e morì. Aveva 49 anni.
La sua vita era stata al pari di un film e, come ogni film che si rispetti, aveva trovato la parola fine. O, forse, non del tutto. Sì, perché Anne di certo non amava la banalità e, a seguito della sua morte, riservò l’ennesimo colpo di scena: furono trovate 7720 pagine di diario – circa quaranta quaderni –, scritte nel corso dell’intera vita. Ma c’era qualcosa di strano. Alcuni di questi mostravano una scrittura assurda e incomprensibile, una combinazione di lettere greche, simboli algebrici, simboli zodiacali e punteggiatura. Sembrava che Anne avesse volutamente crittografato il contenuto dei suoi scritti. Ma perché?
A decifrare i codici furono nei primi del Novecento John Lister, uno degli eredi, e Arthur Burrell, che proposero la distruzione dei diari, fortunatamente senza riuscirvi. In seguito, negli anni Ottanta, subentrò la scrittrice Helena Whitbread. Quel che ne emerse fu un’interessante testimonianza della sua vita di donna lesbica, i suoi sentimenti, le sue relazioni amorose e sessuali, le sue paure e frustrazioni. L’idea le era venuta da ragazzina, quando decise di inventarsi una personale cifratura segreta al fine di poter inviare messaggi all’allora compagna di scuola Eliza Raine, il suo primo grande amore. I diari della Lister non sono solo fonte di informazione sulla sua vita personale ma rappresentano anche una preziosa fonte politica, economica e sociale per conoscere gli eventi rilevanti e la società del tempo, in una Gran Bretagna dove l’omosessualità era ancora perseguibile.
Anne Lister viene definita da molti come la prima lesbica moderna e gli eventi relativi alla sua vita ebbero talmente tanta risonanza mediatica che nel 2010 venne prodotto il lungometraggio The Secret Diaries of Miss Anne Lister. Nel 2019, è stata inoltre prodotta da BBC ed HBO la serie TV Gentleman Jack, scritta da Sally Wainwright, la cui sceneggiatura fa riferimento ai diari originali e vede nel ruolo della protagonista l’attrice Suranne Jones.
Nel 2011, i diari di Anne Lister sono stati inseriti nel programma dell’UNESCO Memoria del mondo, come importante testimonianza storica ma anche e soprattutto come testimonianza della vita di una donna della società vittoriana. Di una donna lesbica e intraprendente, che lottò contro discriminazione e censura e non si adeguò mai del tutto alle convenzioni sociali.