Il Museo di Capodimonte, nato come riserva di caccia del re Carlo, è stato una residenza reale in cui le dinastie che si sono succedute hanno lasciato un segno davvero importante, dai Borbone a Giuseppe Bonaparte, da Gioacchino Murat ai Savoia. Nel 1735, il sovrano portò a Napoli la Collezione Farnese per sistemarla proprio in questa reggia dove, con il passar del tempo, divenne sempre più ricca grazie alle acquisizioni delle famiglie reali, ai doni di privati e alle opere provenienti da chiese e conventi della città partenopea.
Il museo, però, non include soltanto questa collezione: vi sono, infatti, i dipinti che raccontano la storia dell’arte napoletana e del Mezzogiorno dal Duecento al Settecento, gli appartamenti reali, l’arte contemporanea e tutto ciò che è sempre possibile visitare. Racchiude, anche, opere conservate in sotterranei quasi dimenticati dai più, tesori custoditi nei depositi della struttura che non costituiscono affatto lavori privi di importanza o non meritevoli di essere mostrati al pubblico, bensì il risultato di una selezione fatta in base al gusto, ma anche sulla base di una ragione storico-artistica che spinge a esibirne alcuni piuttosto che altri. Per questo, Depositi di Capodimonte. Storie ancora da scrivere, è una mostra, visitabile dal 21 dicembre scorso al prossimo 15 maggio, che ha come scopo quello di abbattere i normali principi museali e soprattutto spaziali, accogliendo il pubblico con opere importanti ma poco note.
La manifestazione, organizzata dal Museo di Capodimonte e dalla casa editrice Electa, fa parte di una trilogia di mostre: la prima è Carta Bianca. Capodimonte imaginaire e sarà poi seguita da C’era una volta. Storia di una grande bellezza. In Depositi di Capodimonte saranno esposte 1220 opere tra cui dipinti, armi, porcellane, statue, arti decorative e arazzi provenienti dai cinque depositi di Capodimonte: Palazzotto, Deposito 131, Deposito 85, Farnesiano e Gabinetto dei Disegni e delle Stampe. È possibile visitare la mostra tutti i giorni, tranne il mercoledì, dalle 9:30 alle 17:00; il costo varia da 12 euro per il prezzo intero, a 8 per il ridotto e a 4 per chi possiede l’artecard.
Direttori e curatori hanno la responsabilità di “creare” depositi e selezionare le opere che devono farne parte, decisione che riflette lo stato della storia dell’arte in un dato periodo. Depositi di Capodimonte. Storie ancora da scrivere nasce quindi da una selezione che professionisti del settore hanno fatto con lo scopo, soprattutto, di mostrare quanta ricchezza possa essere custodita in luoghi dimenticati. Affinché tutti possano essere consapevoli di quanto sia immenso il nostro patrimonio storico-artistico, un patrimonio inalienabile, che è allo stesso tempo eredità storica e identitaria. Una testimonianza che merita sempre di essere preservata nella sua unitarietà. Il deposito è il respiro e spesso il futuro del museo quando non è il suo inconscio.