Oltre la notte, oltre la poesia. La raccolta di Rolando Attanasio, Apeiron Edizioni, crea una stanza nella mente ed è una tana di suggestioni che vengono da ogni luogo: dal cielo, dalla terra, da un pezzo di carta, da un paesaggio, da un’emozione. Grumi di colore a volte vivido: le definisce Massimo Squillante nella prefazione. I versi rossi di “Baci”; rossi di vino, sangue, sesso, lingue. Grumi multicolori, ma prevalentemente grigi, di fumi e di colate di alluminio di “Come un sogno” e che raccontano di un quotidiano sulfureo.
Rolando Attanasio cosa c’è oltre la notte?
«C’è un perenne bisogno intimo nel ricercare sempre un nuovo da raggiungere in un tempo dilatato e onnipresente. L’amore, la morte, la natura e il senso delle cose possono sembrare motivazioni forti nella mia ricerca poetica. Ecco, questa raccolta è frutto di queste ispirazioni, e così si riesce a riflettere sul tempo eterno che inghiotte tutte le cose in cui crediamo.»
Che cosa rappresenta per te la poesia?
«La scrittura di una poesia è per me una fuga, è una fuga verso un luogo sicuro che non è consumato dal tempo e dai mutamenti e nostro malgrado è anche un viaggio interiore. Oltre la notte è per me anche natura e ultranatura, come mi diverto a descrivere, e per ultranatura intendo un luogo dove il dolore finisce e anche il rumore del mondo, e dove tutto è dentro il tutto e possiamo volare liberi fino alle stelle e oltre oppure osservare i colori ultrametafisici delle cose.»
Ci sono molte evasioni paesaggistiche, cosa c’è di là da questo lirismo?
«Respirare il vento Irpino, il verde santo, le valli trasognate di colori e le montagne che respirano di alberi secolari silenziosi, oppure i laghi misteriosi di Pozzuoli (Lago D’Averno) e gli abissi eterni che si celano anche dentro di noi. Guardare la bellezza di Positano dalle terrazze o di Napoli che s’illumina d’improvviso verso la sera. Sono pretesti per sentire l’Eterno e andare oltre il tempo che ci distrugge, oltre la monotonia di una giornata noiosa come tante.»
L’autore usa un linguaggio magico, inaffidabile, arbitrario e crea un’insolita esitazione tra suono e senso. Non dà risposte, ogni domanda resta tale, non insegna nulla, manda bagliori nel buio della nostra coscienza. C’è il non senso della vita e nessuna risposta.
Temi la notte?
«La notte è una condizione che non possiamo evitare, ma solo comprendere, sappiamo per certo che dopo la notte c’è il giorno, ma senza un giorno, nell’oltre una notte cosa può esserci? La poesia può riuscire a svelare questo sentimento. Essa, per me, è una salvezza, ci permette di vedere le cose dall’alto, quasi come se fossimo eterni nella carne mortale che abbiamo, diventiamo anima pura per alcuni istanti, pur essendo ancora mortali.»
Scrittore, attore, pittore, Rolando Attanasio è un artista che esplora diverse dimensioni così come ama accedere a valori contrastanti e, accanto ai territori conosciuti, le atmosfere sensuali, i pensieri surreali, tocca questioni attuali: Vecchio gabbiano/ Uno straccio di mare inquinato/Tra auto che abbaiano/Cani parcheggiati/Tra pezzetti di buste di plastica/ Dimenticate…
Dove plana questo volo?
«Ho sentito di voler denunciare le conseguenze di molte trasformazioni sociali in questo libro di poesie (apparentemente lirico per molti). Troppa automazione negli ambienti, sia di lavoro che domestici e troppa pervasività delle comunicazioni non sempre di qualità, diffuse in tempo reale, rischiano di far sostituire l’esperienza concreta del mondo con una sua immagine derealizzata e virtuale.»
Una poesia civile che non esplora soltanto il mondo interiore, i quesiti irrisolti, il mistero e gli sguardi, ma mostra ancora più vita che la vita stessa, quella saturazione nauseabonda che cancella i bisogni primari dell’anima. L’Arte per Rolando Attanasio è sempre resistenza letteraria e sociale.