iO Tillett Wright, nata il 2 settembre 1985, è un’artista e attivista che ha iniziato da giovanissima a sperimentare la fluidità. La fotografa statunitense, infatti, a sei anni ha deciso di cambiare genere sessuale convincendo tutti di essere un maschio, ma durante l’adolescenza la sua identità femminile è tornata a emergere e ha iniziato, così, a testare la propria sessualità anche grazie al sostegno sempre presente dei suoi genitori.
Con la sua arte, dunque, iO Tillett Wright vuole umanizzare piuttosto che normalizzare l’identità queer. Il lavoro che sta portando avanti, infatti, è orientato verso la celebrazione della differenza, in particolare con la sua serie di foto Self-Evident Truths Project. Nello specifico, si tratta di 10mila fotografie di persone negli Stati Uniti che si identificano come qualcos’altro, umanizzando quindi una vasta comunità attraverso la semplicità dei loro volti, dimostrando che possiamo raggiungere gli altri in tutte le forme, dimensioni, razze e strati sociali, e per rendere più difficile la discriminazione. L’artista vuole diffondere consapevolezza e comprensione su un più ampio spettro della sessualità umana, portare storie all’interno della comunità LGBTQ nel mondo, così da cancellare i confini tra gay, trans, straight e other.
Il concetto del non confondere sesso e sesso è fondamentale per la comunità trans ed è allo stesso tempo ovvio e difficile da comprendere. Il sesso è basato sulla biologia e assegnato alla nascita, mentre il genere è culturale e sociale, basato sul modo in cui una persona si autoidentifica. Questo è, per molti, forse il più grande ostacolo alla comprensione da parte dei cisgender, persone il cui sesso e genere si allineano. L’attivista LGBT e TED speaker, quindi, afferma che maschio e femmina sono i due pilastri su cui è costruita la nostra società. Il genere determina tutto, dal tipo di relazione in cui ti metti fino a pisciare. E se lo elimini, è molto minaccioso per le persone. Sfida il sistema in cui vivono.
Wright ha pubblicato anche Darling Days, un libro di memorie nel quale racconta una visione grezza di se stessa e delle circostanze difficili in cui è cresciuta. Si tratta di un ritratto sensibile della sua esperienza di crescita a Manhattan, lottando contro la povertà, contro l’insicurezza alimentare, contro i problemi LGBTQI e contro una New York assolutamente pre-gentrificata: È raro incontrare persone che capiscono cosa vuol dire crescere in questo modo […]. Non sapevo come usare una forchetta e un coltello fino all’età di 13 anni […]. Non sapevo come fare qualsiasi cosa facesse quella società normale […]. L’idea è che siamo tutti completamente diversi, ci sono sette miliardi di persone ed è meglio abituarsi al fatto che siamo tutti completamente diversi e festeggiare questa diversità perché, mio Dio, quanto sarebbe noioso se fossimo tutti uguali?
A poco a poco che le questioni di genere diventano più di pubblico dominio – anche in Italia – è chiaro che i media giochino un ruolo cruciale nel modo in cui le persone trans vengono trattate, ma la sensibilità inizia dall’individuo e un buon primo passo è quello di utilizzare il linguaggio in maniera attenta e consapevole. Sicuramente il linguaggio rispettoso è solo una parte della battaglia per l’uguaglianza e l’accettazione, ma si tratta comunque di un ottimo inizio soprattutto se persone come iO Tillett Wright aiutano la causa anche attraverso l’arte.