La nazionale di calcio della Francia è campione del mondo. Segna Mbappé, canta Parigi, festeggiano gli Champs-Élysées, un’intera popolazione è in delirio. Dopo vent’anni, la coppa più ambita da ogni bambino che tira un calcio al pallone torna di proprietà dei transalpini vestiti di blu.
Quattro reti a due è il risultato finale a favore dei galli, che hanno avuto la meglio su una sorprendente Croazia, trascinata in finale dalle prestazioni degli “italiani”, Perisic (Inter) e Mandzukic (Juventus). Una partita entusiasmante,quella di chiusura della massima manifestazione calcistica, una gioia per tutti i tifosi dello sport più amato al mondo… o quasi tutti.
Come ormai per ogni occasione, infatti, gli imbecilli del web hanno rivoltato sui neo-campioni tutta l’idiozia di cui, ogni giorno, ampiamente dimostrano di essere capaci. A tener banco, stavolta, è stata l’origine dei calciatori di cui la selezione di mister Didier Deschamps è composta, in buona parte con radici africane.
È inutile che vi sbattete non ha vinto la Francia ma l’Africa…quelli nn sono francesi e mai lo saranno!!! Possono avere la cittadinanza ma restano sempre africani e di quella terra. Sbattetevi di meno radical chic de sto caxxo a portare esempi e giustificare COSAAAAAA??? #idioti – è il tweet di Kissthis;
Già mi immagino parleranno di vittoria multiculturale. Che si fottano – rincara la dose un certo diabolik, probabilmente anche lui invitando all’elegante pratica sessuale i cosiddetti buonisti tanto cari ai propri rappresentanti politici;
Perché non dite che in #Francia nessuno segue la nazionale di calcio, perché non dite che il vero francese non si riconosce in una nazionale multietnica, che più che il simbolo della nazione è il simbolo del colonialismo! Ha vinto l’Africa francese, complimenti agli africani! – insiste erre.pi, guadagnandosi anche un glorioso passaggio sulle pagine de la Repubblica.
E poco importa se la maggior parte dei calciatori presi di mira sia nata tra i confini del tricolore blu-bianco-rosso, e il proprio legame con il continente nero sia da ricercarsi in lontani gradi di parentela e in ormai passate migrazioni, quando l’economia del pianeta non aveva bisogno dei senegalesi, camerunesi e così via per distrarre il popolo dai danni reali prodotti dal Sistema. Per Pogba, Mbappé, Tolisso, Fekir e compagni non c’è stata alcuna pietà.
Quella che avrebbe potuto (e dovuto!) presentarsi, agli occhi del mondo, come una grande occasione per dimostrare a Macron – e a chiunque come il Premier francese difenda i confini con armi e violenza – che l’integrazione è fonte di ricchezza, si è trasformata nell’ennesima chance per razzisti, xenofobi e nostalgici di quando c’era lui di mettere in mostra tutta la propria pochezza culturale e morale, tutta la loro ignoranza.
Vince la Francia, ma vince anche l’Uruguay, portato letteralmente in spalla dall’attaccante Antoine Griezmann, molto legato al Paese sudamericano anche se non da un ponte di sangue; vince la Francia, e festeggia pure il Camerun, il cui calore ha temprato il carattere di Samuel Umtiti e Kylian Mbappé; vince la Francia e sventolano le bandiere del Togo, del Mali, terreni fertili delle nomadi radici delle famiglie di questi nuovi straordinari campioni.
È la Coppa del Mondo, vincono tutti, vince lo sport che, al contrario delle brutture della politica, regala spesso storie meravigliose di integrazione e riscatto. Vincono tutti i milioni di tifosi che in terra russa – non certo il massimo in quanto ad esempio di società solidale e multiculturale – si abbracciano nelle piazze di Mosca, San Pietroburgo, Kazan, ognuno nei propri colori, nella propria lingua, nelle proprie bandiere.
Il resto, tutto il resto, è solo idiozia. Putin, Salvini e tutta la banda, stavolta, possono solo restare a guardare. Abbiamo vinto.