Si chiama FLIP ed è il primo Festival della Letteratura Indipendente di Pomigliano d’Arco. Appuntamento dal 3 al 5 settembre, la tre giorni culturale organizzata dalle librerie Wojtek, Mio nonno è Michelangelo e il blog culturale Una banda di cefali, accoglierà scrittori come Antonio Moresco, Sylvie Richterová, Graziano Gala, Francesca Mattei, Alfredo Palomba, Francesco Spiedo, Roberto Venturini e Alfredo Zucchi.
Ciro Marino, fondatore della libreria e dell’omonima casa editrice Wojtek, ci ha raccontato – nel corso dell’intervista che segue – perché FLIP raccolga le forze migliori dell’editoria indipendente e si proponga come nuovo punto di riferimento della cultura legata al mondo del libro in Campania.
Ciro, raccontaci di FLIP: com’è nata l’idea di portare in provincia un festival letterario e che obiettivi si pone?
«Era da un po’ che c’era l’idea di questo festival. FLIP vuole essere una festa. Dopo mesi chiusi in casa, abbiamo voluto creare un’occasione per stare insieme e condividere quella che è la passione di molti, la letteratura, e gli ospiti saranno qui per tutti e tre i giorni dell’evento, così da vivere la città. Abbiamo incontrato la volontà di un’amministrazione che è stata fin dall’inizio dalla nostra parte, il programma è stato appoggiato punto per punto. Siamo tre organizzatori: noi di Wojtek, il blog letterario Una banda di cefali e la libreria per l’infanzia Mio nonno è Michelangelo».
FLIP mette al centro l’editoria indipendente. Credi anche tu che, in questi ultimi anni, il ruolo dei piccoli editori sia diventato ancora più centrale nell’offerta culturale legata al mondo del libro?
«Assolutamente sì. È da un po’, a mio avviso, che nell’editoria indipendente risiede la vera qualità letteraria. I grandi marchi, fatta eccezione per i nomi più importanti che hanno in catalogo, non fanno più ricerca e offrono prodotti non all’altezza, spesso scadenti. L’editoria indipendente, al contrario, sta crescendo anno dopo anno».
In questo senso, la pandemia ha mostrato come l’editoria indipendente sia il vero motore del mercato del libro. Penso alle iniziative per distribuire i testi porta a porta in collaborazione con i librai, la massiccia presenza sui social. Tu, nel tuo doppio ruolo di editore e libraio, come hai vissuto questo periodo?
«In quest’anno e mezzo di pandemia mi sono reso conto di avere attorno una comunità fortissima e appassionata. Passavamo, ogni giorno, dal fare le consegne a domicilio a organizzare spedizioni in tutta Italia. Sì, è stato un momento indubbiamente difficile, però ne siamo usciti contenti».
E non è un caso che questo festival si svolgerà a Pomigliano. La città, insieme ad altre piccole realtà del territorio, viene vista come un baluardo della letteratura indipendente e della letteratura di qualità campana, spesso bistrattata rispetto ad altri centri del Sud.
«Forse dobbiamo abituarci a non sorprenderci più del fatto che la periferia sia fabbrica di progetti di qualità. Ricordo la reazione di Teresa Marini quando lo scorso anno partecipò a una presentazione con Antonio Moresco e intervennero più di centocinquanta persone. Nel postare una foto su Facebook scrisse: Siamo a Pomigliano d’Arco e sembra di essere a Roma o Milano. Ecco, credo che faremmo bene ad abituarci. È da un po’ che a Pomigliano, ma in periferia in generale, si riesce a lavorare meglio, ad attirare a sé le persone interessate, a dialogare con le amministrazioni locali. Penso che realtà come Wojtek o Mio nonno è Michelangelo difficilmente avrebbero goduto della stessa ribalta se fossero state a Napoli».
Torniamo a FLIP attraverso il programma. Immagino non sarà stato facile per una piccola realtà organizzare tre giorni di incontri con ospiti importanti sia per ciò che riguarda gli autori che interverranno sia per le case editrici, con minimum fax e NNE che sono ormai marchi di rilevanza nazionale. È così?
«Per fortuna, come libreria abbiamo contatti quotidiani con gli editori che citavi, indipendenti ma grandi. C’è grande e reciproca fiducia, per cui non è stato difficile convincerli a restare qui con noi per tre giorni, il che significa far conoscere loro la città, i luoghi di interesse artistico, permettere a chi verrà da fuori di visitare il Palazzo del Municipio, lo slargo Marco Pannella, i Giardini d’Infanzia. Mi auguro che, al contrario, per una volta, anche da Napoli molte persone vorranno raggiungerci».
Qual è l’obiettivo di FLIP per quest’anno e dove ponete l’asticella delle ambizioni per il futuro?
«In verità, le nostre ambizioni erano anche più grandi. C’era l’idea di coinvolgere scrittori dall’estero, ma capirai le difficoltà a organizzare gli spostamenti con le normative legate al Covid e ai voli internazionali. La voglia è quella di diventare grandi, un po’ come già accade per Pomigliano Jazz, che è da tempo un punto di riferimento per la musica jazz italiana ma anche europea, viste le personalità che richiama. È la prima edizione e siamo certi che i prossimi anni avremo appuntamenti ancora più prestigiosi, con ospiti sempre più importanti».
Voglio farti un’ultima domanda sulla tua casa editrice, Wojtek. Quest’anno è stato importante, è cresciuta molto l’attenzione della stampa nei vostri confronti. Cosa hai in programma per i prossimi mesi?
«Innanzitutto vogliamo toglierci di dosso quei luoghi comuni su chi opera nel nostro settore, il libraio coraggioso, l’editore eroe: noi facciamo un lavoro che ci piace, e guardando a ciò che sta accanendo nel mondo anche in questi giorni sento di poter dire che il coraggio risieda altrove. Ci vuole forse una piccola dose d’incoscienza, ma stiamo bene e ci divertiamo. Per ciò che riguarda Wojtek, lanceremo a breve una collana di critica letteraria, con una prima uscita di Riccardo Piglia, con un saggio su Onetti, e vuol essere il fiore all’occhiello del marchio. Stiamo lavorando da tantissimo sia da un punto di vista grafico che contenutistico. E poi continueremo ad avere grande attenzione agli autori italiani, a coloro che difficilmente troverebbero spazio da altri editori. Le cose che vogliamo fare sono tantissime, speriamo che tutta questa attenzione, questi complimenti si traducano poi in più spazio nelle librerie».
Un appello a partecipare il 3, 4 e 5 settembre agli eventi del Festival della Letteratura Indipendente Pomigliano D’Arco.
«Bisogna venire! È un’opportunità, andare in un posto e incontrare Antonio Moresco, Richterová, Graziano Gala, nonché Bruno Tognolini per quanto riguarda la letteratura per l’infanzia, un maestro vero, il Gianni Rodari dei nostri tempi. Insomma, sfruttare l’opportunità che Pomigliano sta dando di incontrare scrittori, editori, critici letterari, illustratori, agenti, riviste, sedersi a prendere un caffè in loro compagnia. Io la coglierei al volo».