Quanto conta la parola data agli elettori? Quanto valgono la coerenza e gli impegni presi in campagna elettorale? Quanto è rispettata la Costituzione, in particolare la seconda parte dell’articolo 54 – I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge?
Prevedibili le risposte che ciascuno di noi darebbe a ognuno dei quesiti in un tempo come il nostro sempre più confuso, pieno di incognite e fatti che danno la percezione del marasma generale, del degrado sociale, politico e morale in questa sede sempre denunciato. Un clima di rassegnazione, di accettazione passiva e di impotenza che sta portando questa società sempre più all’incapacità reattiva: ciascuno preferisce rinchiudersi nel proprio ambito, vivere alla giornata fino a rinunciare anche a un minimo di informazione, di approfondimento di tematiche che interessano la vita di ogni giorno. Una rinuncia a un’informazione malata e di regime che Reporter senza Frontiere ha indicato al 41esimo posto della classifica annuale sulla libertà di stampa in 180 Paesi, salvo la magra soddisfazione di aver migliorato il posizionamento precedentemente al 58esimo posto.
Nel variegato mondo dei social, quanti non rinunciano a un’informazione-verità cercano in tutti i modi di offrire ognuno ai propri contatti esempi di contraddittorietà, di incoerenza e bugie montando ad arte video raffiguranti dichiarazioni urlate a più riprese con il contrario di tutto a distanza di qualche anno o anche di soli pochi mesi, un’informazione fai da te incentrata sul recupero della memoria collettiva che non va disdegnata quando agisce nel rispetto della verità e della correttezza.
Tutto questo serve anche a dare una risposta ai quesiti posti in apertura, risposta che non sempre sembra interessare i soggetti coinvolti e nemmeno le massime assemblee del Parlamento che sfacciatamente hanno rigettato e mandato al mittente accuse più che documentate, come accaduto per il caso della Ministra del Turismo e, peggio, della responsabile del governo che ancora una volta abilmente fa finta di niente.
Nell’occasione, come non ricordare il bellissimo e attualissimo monologo di Eduardo De Filippo È cosa ’e niente (è una sciocchezza, ndr) del quale vale la pena riportare i primi versi:
È sempre cosa ’e niente.
Tutte le situazioni così l’abbiamo risolte: è cosa ’e niente, è cosa ’e niente.
Non teniamo che mangiare: è cosa ’e niente.
Ci manca il necessario: cosa ’e niente.
’O padrone muore e io perdo il posto: vabbuo’ cosa ’e niente, cosa ’e niente.
Ci negano il diritto della vita: è cosa ’e niente.
Ci tolgono l’aria: vabbuo’ che vvuo’ fa’, è cosa ’e niente.
Sempre cosa ’e niente.
Eh già, sarà pure una strategia per andare avanti evitando contraccolpi all’esecutivo, ma di certo non depone positivamente per una compagine governativa che in più di un’occasione ha preferito tacere e continuare a campare anziché affrontare situazioni che con qualche decisione drastica avrebbero dato un po’ di credibilità a una maggioranza che – è bene ricordare – non rappresenta il nuovo ma è la riedizione degli esecutivi fallimentari dell’ex Cavaliere, sempre nella filosofia del lasciamoli lavorare o del questa è una che sa il fatto suo, ha gli attributi.
Memoria, memoria, facciamo pure uno sforzo e, nel caso, anche una piccola ricerca su Google che non riporta soltanto le ricette della parmigiana di melanzane. Tutto questo, infatti, non onora il citato articolo 54 della nostra Costituzione in quanto a il dovere di adempierle con disciplina ed onore quelle funzioni pubbliche che troppo spesso hanno rappresentato la tutela di interessi del tutto personali. Non occorre attendere che la magistratura intervenga, occorre che la politica la preceda per quanto di propria competenza, in difesa dell’onorabilità del governo e delle sue funzioni. Ma sembra che l’utilizzo di certi termini e di taluni concetti appartenga a un mondo ormai inesistente o, per dirla come il mai dimenticato collega e amico carissimo Vincenzo Villarosa, apparteniamo al periodo giurassico.
Parola data agli elettori tradita, incoerenza, mancato rispetto degli impegni assunti in campagna elettorale, Costituzione calpestata riportano il tutto a quella che è una realtà ben nota ma che nulla viene fatto per ribaltare perché è così che si alimenta questa classe dirigente, è così che dimostra tutta la sua inutilità per il bene comune, è così che sembra faccia comodo anche a quanti la supportano.
A parte i recenti esempi di conflitti di interesse e di indegnità dei ruoli ricoperti, anche lo squallido intervento di Fassino, che ha sventolato il cedolino di una parte esigua dei suoi compensi: ritiene forse che tutti gli italiani, ma proprio tutti siano dei dichiarati imbecilli, altro che disciplina e onore, una vergogna infinita che meriterebbe di tener lontano dal Parlamento un simile soggetto.
Infine, ad arricchire la lista di quanti appartenenti alla classe dirigente pare non abbiano ben compreso il contenuto dell’articolo 54 della Costituzione, anche il generale dell’esercito Roberto Vannacci con il suo libro dal contenuto farneticante, prontamente rimosso dal suo incarico ma difeso dal parlamentare Giovanni Donzelli, già noto per le sue deliranti uscite, che sconfessa il Ministro della Difesa e, manco a dirlo, il tutto come inesistente per la Presidente del Consiglio e leader di FdI che ancora una volta preferisce nascondere la spazzatura sotto il tappeto.
Lunga, molto lunga sarà la strada per una democrazia che sia tale, rispettosa dei valori della Costituzione repubblicana e dei basilari principi etici. Sta ai giovani, che comprensibilmente sempre più lasciano questo Paese, pretendere un ribaltamento di una classe politica inefficiente e incapace. Un dovere per le nuove generazioni.