Tina Modotti, la fotografa rivoluzionaria, nasce a Udine il 17 agosto del 1896. Probabilmente, si avvicina alla fotografia grazie allo zio Pietro Modotti, uno dei fotografi di maggior rilievo della città. Ma sarà l’incontro con Edward Weston a cambiare completamente la sua vita. Se l’amicizia con i pittori Siqueiros, Rivera e Orozco influiscono sulla sua poetica, infatti, Weston sarà fondamentale per la sua crescita fornendole la giusta strumentazione e, in particolar modo, insegnandole la tecnica.
Già dai primi scatti, Tina Modotti dimostra di possedere la nitidezza del segno grafico, la composizione accurata e la decontestualizzazione degli elementi fondamentali delle immagini. Le sue fotografie appaiono quasi sempre emblematiche, come se tendessero a fissare una figura retorica impregnata di significati e allusioni politiche e sociologiche. In poco tempo, dopo le prime immagini dedicate alla natura, si interessa a forme più dinamiche, la fotografia diventa per lei uno strumento di indagine e denuncia sociale, i suoi scatti – realizzati con grande equilibrio estetico – esaltano i simboli del lavoro, del popolo, del riscatto. Al fianco di Julio Antonio Mella, giovane rivoluzionario cubano con il quale condivide un amore profondo, Tina intensifica il suo lavoro di fotografa e di militante politica.
È per lei e per il suo lavoro che, dal 1 maggio al 7 novembre, il MUDEC di Milano ospita Donne, Messico e libertà. Il Museo delle Culture lombardo è un centro dedicato alla ricerca interdisciplinare sulle culture del mondo che, a partire dalle collezioni etnografiche e in collaborazione con le nostre comunità, vuole costruire un luogo di dialogo attorno ai temi della contemporaneità attraverso le arti visive, performative e sonore, il design e la comunicazione.
La mostra, con un centinaio di scatti che rappresentano la vita della fotografa italiana, vuole raccontare un’artista rivoluzionaria e indomabile. Un occhio fotografico che approfondisce e indaga nella realtà sociale. Curata da Biga Giacchetti, Donne, Messico e libertà celebra una donna che ha sempre ricercato la verità, una verità che traspare nei suoi scatti di volti, mani, oggetti e folklore. Attraverso il suo impegno civile, soprattutto in Messico – paese che l’ha accolta e dov’è diventata un’icona – Tina Modotti è riuscita a esprimere la sua idea di indipendenza. Le sue sono immagini anche crude, che testimoniano le proteste, le lotte dei più deboli, la guerra; un’attivista comunista considerata “indesiderabile” e, per questo, perseguitata politicamente.
La mostra su questa incredibile fotografa, che si è spenta all’età di soli 46 anni, è visitabile il lunedì dalle 14:30 alle 19:30, il martedì, il mercoledì, il venerdì e la domenica dalle 10 alle 19:30, mentre il giovedì e il sabato dalle 10 alle 22:30; prezzo intero di 14 euro e ridotto di 12.
Donne, Messico e libertà racconta una tra le più grandi interpreti femminili dell’avanguardia artistica del secolo scorso. Ancora oggi, Tina Modotti resta il simbolo di una donna emancipata e moderna che ha saputo fondere l’arte con l’impegno sociale.