Si apre oggi, a Napoli, la prima stagione congressuale di Democrazia e Autonomia, il movimento fondato da Luigi de Magistris con l’obiettivo di creare una forza realmente nuova in cui mettere la politica di nuovo al centro. Un semplice slogan come tanti oppure una motivazione forte per tornare realmente alla politica della partecipazione, della condivisione e del confronto per un’alternativa concreta e non di facciata al sistema? Un soggetto politico di proprietà privata telecomandato o una realtà che dal basso unisce le forze migliori di quanti hanno un sogno comune, un progetto del tutto alternativo a un assetto che ormai da tempo non regge più non solo nel nostro Paese ma in tutto il mondo occidentale, dove la finanza e l’economia marciano impietosamente calpestando tutto e tutti?
[…] La politica dell’essere deve essere più forte della politica dell’avere. La politica non deve tradire elettori e popolo, non deve cedere al compromesso morale per raggiungere il potere, deve servire il popolo, non servirsi del popolo. La politica deve essere anche connessione con il popolo, sentimento, empatia, partecipazione. La rivoluzione non si annuncia se non hai la volontà di rompere con il sistema. Ed anzi legittimi il sistema più opaco. La rivoluzione è rottura del sistema ed affidabilità di governo. La rivoluzione è storia se fai la rivoluzione, se l’annunci e poi ti leghi con il sistema non è rivoluzione, ma revisionismo. Questo lo stralcio di un post di Luigi de Magistris, pubblicato pochi giorni fa, le cui parole, come le tante altre riflessioni di questi anni, hanno richiamato alla memoria gli ideali in cui chi come me ha vissuto una fase difficile della storia assieme ai tanti amici impegnati nel sociale e anche in realtà ecclesiali ha creduto e combattuto con convinzione ma scontrandosi sempre con la realtà della politica piccola e mediocre che ancora oggi spadroneggia e frena ogni tentativo di vero cambiamento.
Abbiamo avuto ampia prova di questo proprio nelle ultime settimane in cui si è detto tutto e il contrario di tutto – come ha ben scritto il collega Alessandro Campaiola, Direttore di questo giornale, nel suo articolo Coerenza, questa sconosciuta – dove i mai con si sono trasformati in abbracci carnali con chi ha rappresentato negli anni recenti il peggio della politica e dell’inconsistenza del fare, dell’agire per dividere e seminare odio nei confronti dell’intero Sud e di quanti sbarcati sulle nostre coste vittime di guerre e povertà.
Questi tre anni di vita di Democrazia e Autonomia sono stati preceduti dagli altri quattro nei quali singole persone, associazioni, comitati e movimenti hanno affiancato e sostenuto il Sindaco di Napoli in tutti i modi, nei momenti difficili e nella fase di rielezione, con iniziative a opera di volontari e cittadini che hanno riconosciuto nella sua amministrazione una visione della politica alta che si traduce in azioni concrete nella gestione di una città che, con tutte le sue immense difficoltà e i boicottaggi da parte di alcune istituzioni, non potrà mai essere accusata di opacità amministrativa e condizionata da quelle forze che purtroppo hanno dettato legge nei decenni scorsi.
DemA dovrà da subito ingranare una marcia diversa che la proietti su scala nazionale ed europea compattandosi in maniera unitaria, pur nelle diversità ma in un’ottica unica, abbandonando personalismi che creano soltanto danni e che andrebbero debellati sul nascere con coraggio e senza sconti, personalismi che il più delle volte mettono in luce la voglia di protagonismo a costo di sacrificare il bene comune evidenziando tutta la mediocrità e l’incapacità di aderire a un progetto seppur tra tante difficoltà. Un progetto nato con ideali forti, fondato su valori veri e non sbandierati per l’occasione con dotte elucubrazioni, costruito con pazienza certosina senza mai fermarsi alla fase che altri hanno utilizzato come elemento fondante e strumentale per la loro crescita elettorale, quale la lunga era dei vaffa, che ha prodotto risultati nell’immediato ma senza una prospettiva di lungo respiro che ha richiesto nei fatti compromessi inaccettabili e inimmaginabili per chi si è presentato agli elettori con una maschera nuova nascondendo il vero volto.
Gli ideali non si comprano, non sono mai stato in vendita, non ho mai avuto un prezzo. La politica è la più grande missione per chi sogna di voler cambiare il mondo, renderlo più giusto, meno diseguale, più umano. Ovviamente la politica fatta per amore, non per potere, interessi o affari. Non si parla mai del diritto alla felicità, ma la politica dell’immaginazione al potere è quella di provare a creare comunità in cui si possa essere felici. Giustizia sociale, umanità, uguaglianza di diritti tra persone diverse, solidarietà, fratellanza, pace. Il contrario delle politiche fondate sull’accumulazione del denaro, sulla corruzione, sulla distruzione della natura, sulle guerre.
Solo con ideali forti, non negoziabili, e un’unità concreta di intenti lontani da egoismi di parte e desideri di conquiste personali o faziose è possibile combattere un sistema fortemente ancorato a interessi, personalismi e sopraffazione a vantaggio di pochi e a scapito di molti. Solo in questa ottica rigorosamente perseguita, dunque, il movimento demA potrà proporsi al Paese in termini di novità per ristabilire la normalità della politica che non tarderà a farsi riconoscere da quanti purtroppo dovranno ricredersi dai falsi profeti e salvatori della patria. Occorrerà che il gruppo si dia regole precise individuando un direttivo costituito da soggetti non disponibili al richiamo delle sirene di falliti e trombati di una politica che ormai ha fatto il suo tempo o, peggio, di quanti sotto false vesti si propongono per un nuovo già in putrefazione.
DemA democrazia e autonomia nasce per mettere la politica, di nuovo, al centro. Perché l’economia deve servire l’uomo, non trasformare l’uomo in suo servo. Perché democrazia è partecipazione e riscatto, emancipazione di tutte e tutti, non ridurre i popoli in catene. L’uomo è nato libero e non deve essere incatenato: con la Trojka, lo spread o le agenzie di rating internazionali.
Ho sempre pensato, sin da ragazzo, che nella vita ciò che conta davvero è l’amore. L’amore per la vita, per le persone, per la bellezza, per le cose brutte che vuoi cambiare, per i più deboli. L’amore è il cuore che batte, è la passione in ciò in cui credi. Anche le lotte per i diritti e per la giustizia sono lotte d’amore, ti riempiono il cuore, spesso con prezzi alti da pagare. Nella vita istituzionale mi è capitato non di rado che per arrestare le mie lotte mi hanno anche proposto carriere facili, posti di potere di grande prestigio ed assai remunerati. Dovevo allora fermare le mie inchieste di magistrato, oggi le mie lotte per una politica istituzionale contro i sistemi. Gli ideali non si comprano, non sono mai stato in vendita, non ho mai avuto un prezzo. La politica è la più grande missione per chi sogna di voler cambiare il mondo, renderlo più giusto, meno diseguale, più umano. Ovviamente la politica fatta per amore, non per potere, interessi o affari. Non si parla mai del diritto alla felicità, ma la politica dell’immaginazione al potere è quella di provare a creare comunità in cui si possa essere felici. Giustizia sociale, umanità, uguaglianza di diritti tra persone diverse, solidarietà, fratellanza, pace. Il contrario delle politiche fondate sull’accumulazione del denaro, sulla corruzione, sulla distruzione della natura, sulle guerre. La politica dell’essere deve essere più forte della politica dell’avere. La politica non deve tradire elettori e popolo, non deve cedere al compromesso morale per raggiungere il potere, deve servire il popolo, non servirsi del popolo. La politica deve essere anche connessione con il popolo, sentimento, empatia, partecipazione. La rivoluzione non si annuncia se non hai la volontà di rompere con il sistema. Ed anzi legittimi il sistema più opaco. La rivoluzione è rottura del sistema ed affidabilità di governo. La rivoluzione è storia se fai la rivoluzione, se l’annunci e poi ti leghi con il sistema non è rivoluzione, ma revisionismo. Da Napoli non portiamo denari o poteri, ma sette anni di cose fatte. La nostra dote politica. Vogliamo unirci a tutte le persone, i movimenti, gli amministratori, i militanti che vogliono fare la rivoluzione senza confini. Dall’acqua pubblica, alla rottura dei rapporti tra mafia e politica e corruzione e politica, dai beni comuni, alla valorizzazione dei luoghi liberati per un diritto come strumento di trasformazione sociale e non come schermo formale per il grimaldello repressivo dell’ordine costituito, dalla pubblicizzazione dei servizi di rilevanza costituzionale, all’inclusione, dalle città dell’accoglienza contro le comunità degli egoismi, dalle città dei giovani, del turismo e della cultura contro le comunità del rancore. A Napoli, senza soldi, in una città difficilissima con tanti problemi, assediati dal sistema, dai debiti ingiusti ed illegali, aggrediti dalle politiche liberiste, abbiamo dimostrato che nulla è impossibile. Lavoriamo insieme, per l’unità, fatta di credibilità e coraggio, per l’attuazione dei valori costituzionali. Per una società più umana e più felice. Siccome il tempo è adesso, anche di questo discuteremo nell’assemblea congressuale del nostro movimento democrazia ed autonomia, venerdì 25 maggio, al cinema Modernissimo di Napoli. Per costruire un’agorà ancora più forte, oltre i confini, per dimostrare che i sogni si possono realizzare se le volontà si uniscono. Il demos unito non si può arrestare, è solo il popolo che scrive la storia. Ho sempre vissuto da rivoluzionario e da romantico, nella gioia e nel dolore, per questo ci credo e non ho mai smesso di lottare e di sognare allo stesso tempo. Del resto solo chi ama vive e muore una volta sola, chi non ama muore ogni giorno o al massimo sopravvive.
– Luigi de Magistris