La nuova collana della casa editrice Bompiani è stata pensata, voluta e diretta da Roberto Saviano. Si chiama Munizioni e viene definita come un progetto culturale coraggioso che nasce da una fiducia nella capacità imponente delle parole – definite munizioni, appunto – contro la disinformazione, le menzogne e l’approssimazione, tre cose esistenti nella società di oggi che alimentano un clima di odio e ostilità.
Il nuovo progetto della Bompiani dunque, che nasce in occasione della celebrazione dei 90 anni della casa editrice milanese, non sarà catalogabile in una singola categoria, ma in una visione delle parole e della libertà di informazione che accomuna tutti i protagonisti dell’iniziativa. Di fatti, la collana comprenderà saggistica, ma anche narrativa, a firma di coloro che ogni giorno hanno rischiato e, in alcuni casi, perso la loro vita per raccontare il mondo, autori capaci di ricordare la forte potenza che hanno le parole e il terrore che possono suscitare in alcuni.
La prima protagonista scelta per Munizioni è Daphne Caruana Galizia, la giornalista maltese uccisa due anni fa. La sua vicenda è ancora oggi una delle pagine più tristi della nostra storia europea, soprattutto per l’indifferenza con la quale è stata raccontata e considerata.
La reporter stava indagando sul traffico illegale di denaro a Malta, il suo Paese, diventato una lavatrice di soldi anche delle criminalità organizzate. Inoltre, aveva denunciato e spiegato, con parole semplici e comprensibili a tutti, come funziona il meccanismo di riciclaggio di denaro, evidenziando il grave silenzio delle istituzioni locali.
Sull’isola, grazie al Programma Investitore Individuale introdotto nel 2013, è di fatto possibile acquistare la cittadinanza: a tal proposito, sono richiesti un contributo di 650mila euro a un fondo statale di sviluppo nazionale, l’acquisto di obbligazioni maltesi per 150mila euro e il possesso di immobili del valore di almeno 350mila euro. Il Parlamento Europeo ha più volte condannato questa procedura ma, solo nel 2016, Malta ha guadagnato circa 163 milioni di euro dalla vendita dei passaporti maltesi, che permettono anche di muoversi in tutta l’Unione Europea senza visto. È da questo canale, dunque, che a Malta si parte per riciclare denaro, facendo anche ausilio delle notevoli agevolazioni fiscali che il Paese offre. Daphne nei suoi articoli aveva scoperto, analizzato e raccontato tutta l’oscenità che ogni giorno era costretta a osservare.
Per il suo lavoro, svolto egregiamente, la giornalista aveva ricevuto più volte attacchi, anche diretti, da parte del governo. La politica maltese infatti l’aveva sempre definita la sua principale nemica, attuando nei suoi confronti una campagna diffamatoria per aizzare l’opinione pubblica contro di lei. Di fatti, il Ministro dell’Economia Christian Cardona, su cui la giornalista stava indagando, la citò per diffamazione. In una causa diffamatoria non è previsto il congelamento preventivo dei beni ma Cardona, grazie alla sua influente posizione politica, pur avendo perso, riuscì a bloccarle tutti i risparmi al fine di causarle difficoltà economiche e toglierle i finanziamenti per svolgere il suo lavoro.
Il 16 ottobre del 2017 l’auto di Daphne venne fatta esplodere con 400 chili di tritolo, interrompendo così la vita di una giornalista che ha saputo fare fin troppo bene il suo lavoro. Una morte studiata e pensata in modo tale da educare e intimorire coloro che avessero anche solo pensato di continuarne il progetto.
A oggi, a due anni di distanza, sono stati catturati gli assassini ma non si conoscono ancora i mandanti della strage e paradossalmente coloro che si occupano delle indagini sono le stesse persone che hanno insultato e persino denunciato la reporter per i suoi articoli. Negli ultimi tempi, la giornalista aveva continuato a subire minacce di morte e attacchi personali sempre più frequentemente, ma una delle ipocrisie più evidenti di questa storia è che il suo omicidio è stato definito da esponenti politici, maltesi ma anche europei, come una tragedia, quando in realtà la morte di Daphne era stata più volte preannunciata e volutamente ignorata.
Il libro che la riguarda è uscito in tutte le librerie lo scorso 16 ottobre, giorno del secondo anniversario dell’assassinio della giornalista, e contiene una raccolta di alcuni dei più importanti reportage realizzati e redatti da Daphne Caruana Galizia, scelti dai tre figli Andrew, Matthew e Paul e da Roberto Saviano, al fine di realizzare uno dei progetti di Daphne: una raccolta dei suoi articoli che svelasse il sistema malavitoso maltese.
«Questo libro, Dì la verità anche se la tua voce trema, è la vendetta contro gli assassini e i mandanti ma anche contro l’Europa che non ha fatto nulla per risolvere il traffico di denaro che c’è a Malta», confessa Roberto Saviano. Chi fa il giornalista ha una sola principale ossessione: quella di far sì che le proprie parole restino e non c’è ombra di dubbio che gli articoli di Daphne rimarranno nella mente di coloro che credono nella democrazia, nella libertà di stampa e in un’Europa decisamente migliore.