Lo stand celebrativo è dipinto di rosso, i nuovi titoli in bella mostra sugli scaffali, la squadra è al lavoro, instancabile. Torino, Salone del Libro numero 32, padiglione 3, minimum fax festeggia i suoi primi venticinque anni di attività. Oltre ottocento i volumi stampati dai primi – Segreti d’autore di Luigi Amendola e Scrivere è un tic di Francesco Piccolo – nel 1994, da allora la casa editrice romana è sinonimo di letteratura di qualità, ricerca e innovazione.
Nel 1995, il catalogo si arricchisce dei grandi romanzi americani e David Foster Wallace viene tradotto per la prima volta in Italia. Seguono presto Bukowski, Vonnegut, Carver, al quale minimum fax dedica un’intera collana, quindi, un progetto editoriale che abbraccerà le opere di Yates, Barth, Malamud e tanti altri sotto il marchio di minimum classics.
Fabbrica di talenti, nel corso di questo primo quarto di secolo, lancia personaggi come Nicola Lagioia – Premio Strega e attuale direttore del Salone del Libro di Torino –, Christian Raimo, Fabio Stassi – editor per la narrativa italiana – Francesco Piccolo e Paolo Cognetti – Premio Strega 2017 –, inoltre, si distingue per gli argomenti trattati, i titoli di attualità politica e la straordinaria capacità di anticipare i temi del dibattito sociale.
Motore di questo gioiello dell’editoria d’avanguardia è Daniele Di Gennaro che – nel corso di un’intervista esclusiva al nostro giornale (video in basso) – scava tra i ricordi dei primi venticinque anni di minimum fax, non mancando di ringraziare ogni singola persona che ha contribuito alla crescita di un marchio oggi riconosciuto e stimato da una folta comunità di lettori: «I nostri romanzi si concludono con i titoli di coda, come nei film. Ritengo, infatti, che chiunque lavori in casa editrice al momento della pubblicazione di ogni singolo libro contribuisca in maniera fondamentale alla sopravvivenza e alla crescita del marchio minimum fax. Siamo cresciuti assieme, abbiamo investito su un progetto comune, su un impegno a favore della cultura, per amore dei libri».