La Great Pacific Garbage Patch, l’isola di spazzatura dell’Oceano Pacifico, enorme accumulo galleggiante di rifiuti formatosi per le diverse correnti marine, è solo il simbolo più evidente e conosciuto di una tragedia che ormai interessa tutti i mari e il nostro Mediterraneo, anch’esso flagellato dal fenomeno, con l’Italia che risulta esserne il terzo Paese inquinatore.
L’inquinamento da plastica è in continuo peggioramento e la produzione, invece di diminuire, aumenta di anno in anno con cifre da capogiro. Nel Mediterraneo, ad esempio, secondo uno studio dell’Agenzia Ambientale delle Nazioni Unite, ogni giorno finiscono 731 tonnellate di rifiuti fatti del materiale di cui sopra.
A tal proposito, il Comune di Napoli, con la sua delegata al mare Daniela Villani, ha aderito per primo in Italia alla campagna di EmergenSea di Marevivo, la cui Presidente Rosalba Giugni, nell’incontro tenuto giorni fa a Palazzo San Giacomo alla presenza del Sindaco Luigi de Magistris, ha definito proprio la Villani la nuova sirena Partenope per il suo impegno costante in difesa delle acque della città e delle sue spiagge. Da tempo, infatti, la pasionaria delegata – come la definiscono molti volontari – è intenta nel recupero, nella valorizzazione, nella pulizia del mare e delle spiagge del capoluogo campano facendo sempre più squadra con istituzioni, enti, comitati, associazioni e semplici cittadini per restituire dignità e fruibilità a un patrimonio a lungo trascurato.
Per arginare quella che è una delle maggiori catastrofi che stanno mettendo seriamente in pericolo la sopravvivenza delle future generazioni, Napoli, quindi, si è impegnata in una campagna di sensibilizzazione che parte dai piccoli gesti da diffondere ovunque per seminare e coltivare coscienze civiche che determineranno il futuro cambiamento della nostra città. Crediamoci e insieme faremo piccole cose che hanno l’aria del nulla e che invece cambieranno il destino dei nostri figli e la qualità della vita della nostra città: così Daniela Villani ha tenuto a sottolineare, e noi le abbiamo posto alcune domande.
I dati sull’inquinamento marino sono a dir poco catastrofici, si calcola che almeno otto milioni di tonnellate di plastica finiscano in acqua ogni anno. Napoli è la prima città d’Italia a far partire la campagna EmergenSea lanciata da Marevivo, quali le iniziative già in atto e quali quelle in programma?
«La campagna EmergenSea è un primo passo. A breve, si allargherà a università, scuole primarie e secondarie, stabilimenti balneari ed esercenti. Come è noto, il servizio tutela del mare effettua la pulizia degli arenili cittadini non in concessione a privati e, in particolare per l’anno 2017, a fronte di una superficie di mq 42.050, in totale abbiamo prelevato una quantità di indifferenziata pari a kg 276.092. Come differenziata, invece, soltanto kg 70.095. La modestissima quota di quest’ultima, dunque, ci impone di invertire la rotta. Per il 2/3 giungo abbiamo organizzato il Catamarano della Salute, un’iniziativa che coinvolgerà le scuole e la città tutta per informare del massacro che i nostri incauti gesti provocano all’ambiente marino. La plastica, poi, con il processo di deterioramento si trasforma in breve tempo in microplastica, che spesso è ingerita dai pesci e ritorna attraverso la catena alimentare sulle nostre tavole. Sensibilizzare e insegnare le buone pratiche – come il posacenere da taschino regalato ai cittadini durante la Rassegna Mare di Opportunità – è fondamentale, perché siamo sempre in tempo per cambiare le cose anche con piccoli gesti.»
Da quando ti è stata affidata la delega al mare da parte del Sindaco de Magistris, molte le iniziative e l’impegno delle associazioni che collaborano per la difesa delle nostre spiagge e del litorale. È possibile fare un primo bilancio e ricordarne i momenti più significativi?
«Tra le iniziative più significative la restituzione della spiaggia delle Monache con indicazioni, cartellonistica su strada e pulizia radicale con raddoppio di superficie totale, l’iniziativa degli Stati Generali del Mare, primo Comune in Italia ad aver unito istituzioni, enti, associazioni, cittadini, circoli sportivi, artisti e istituzioni scientifiche, costituendo di fatto una squadra al lavoro per la risorsa blu. Grazie all’impegno di tutti, siamo riusciti a dedicare due mesi, ottobre e novembre, a degestionalizzare la fruibilità del mare, a convegni, manifestazioni sportive, ricreative, culturali e identitarie. Lo abbiamo fatto offrendo ai cittadini l’opportunità di intraprendere molteplici attività di mare gratuite lungo la costa partenopea, da San Giovanni a Bagnoli, passando per il porto. Infine, l’omaggio a Napoli dell’Amerigo Vespucci, la più affascinante nave scuola della marina militare, in occasione degli Stati Generali del Mare, confesso, è stato un momento indimenticabile.»
Tra le proposte maggiormente apprezzate dai cittadini, le spiagge recuperate, pulite e liberate dall’occupazione abusiva e altre che mi sembra a breve saranno oggetto di iniziative per abolire manufatti che ne vietano la godibilità da parte dei napoletani. Quali gli interventi che saranno adottati?
«Insieme all’autorità portuale stiamo lavorando alacremente per preparare i contenuti del bando di evidenza pubblica, da sottoporre in condivisione con la Soprintendenza, per dare in affidamento tre aree cittadine, la prima delle quali sarà Rotonda Diaz. Immaginiamo per le Universiadi di poter offrire ai napoletani tre spiagge libere e pubbliche ma finalmente attrezzate, decorose e senza illegalità.»
La pulizia delle spiagge e dei fondali maggiormente vicini alla costa sarà possibile farla rientrare in attività di normale intervento anziché in sporadiche iniziative da parte di volontari?
«Molto interessante questa domanda, soprattutto per quel che riguarda la pulizia dei fondali, che è un servizio che a differenza della pulizia degli arenili non ha una calendarizzazione. A questo proposito, si può immaginare di attivare un protocollo d’intesa con realtà consolidate e autorevoli, ci proviamo.»
Al termine di questa breve chiacchierata mi sorge spontanea una domanda: una città come Napoli non meriterebbe un Assessorato al Mare interamente dedicato alla tutela del grande patrimonio che con enorme passione porti avanti in collaborazione con centinaia di giovani oltre che di molte istituzioni?
«Il mare è una grande risorsa ancora totalmente inespressa in termini occupazionale, turistico-marittimo, economici e di mobilità. Avere un Assessorato dedicato a esso significherebbe dare gli strumenti e le risorse umane necessarie e indispensabili per tutelare, governare, potenziare e valorizzare il nostro oro blu.»
*Foto Ufficio Stampa Comune di Napoli©
Complimenti Antonio, l’articolo da te pubblicato mi è molto piaciuto, è interessante.