È una campagna elettorale noiosa quella in atto in vista del voto del prossimo 25 settembre. Una noia terribile culminata pochi giorni fa con il confronto tra Enrico Letta e Gorgia Meloni organizzato dal Corriere della Sera, durante il quale il Segretario del PD ha raggiunto il massimo delle sue incomprensibili esternazioni: «Con Fratoianni e Bonelli c’è un accordo elettorale, non di governo». Un motivo in più per augurargli un ritorno a Parigi prima che anche l’ultimo dei militanti lo inviti a dimettersi.
Questo il Segretario della forza politica che dovrebbe arginare l’avanzata della destra, il partito di sinistra (?) indicato da più parti come l’unico da votare per evitare che il cataclisma si abbatta sul nostro Paese, quel voto utile ancora una volta sbandierato che riporta la memoria alle recenti e lontane competizioni elettorali. Un vecchio slogan fuori da ogni realtà che potrebbe far riemergere l’altro ancora più pietoso coniato da Indro Montanelli: «Turatevi il naso e votate DC».
Da voto utile a inutile, però, è un attimo e sarebbe anche tempo che ciascuno eserciti il proprio diritto, facendo uno sforzo di memoria e ricordando quanti hanno governato questo Paese sia da destra che da sinistra, almeno quella nominale, cancellando diritti, fomentando campagne di odio, strumentalizzando i drammi dei disperati in mare e, più recentemente, con il governo consociativo dei migliori, alimentando il dramma del conflitto in Ucraina senza alcuna concreta iniziativa di pace. Un voto inutile, questo sì, a quanti continuano a giocare sulla pelle dei cittadini, a rappresentare una maggioranza che ripudia la guerra in ogni forma e iniziativa possibile, non rispettandone la volontà, stracciando ancora una volta la Costituzione.
Una campagna elettorale, non solo noiosa per elezioni regolate da una pessima legge, ma anche priva di qualsiasi confronto aperto a tutte le forze in campo sui temi reali del Paese, del dramma del lavoro con particolare riferimento al Sud. Basti pensare che a Napoli, per 500 posti da operatore ecologico, hanno partecipato alle selezioni per l’assunzione ben 26mila tra giovani e meno giovani tra i quali oltre 1200 laureati. I soliti fannulloni che si accontentano del reddito di cittadinanza, argomento entrato a far parte della discussione, che qualche forza politica ha addirittura inserito nel proprio programma prevedendone l’abolizione, certa di attrarre consensi di quanti amano giocare al tiro a bersaglio nei confronti di chi non ha alcun reddito seppur minimo per sopravvivere.
Intanto, continuano gli appelli al voto utile da parte di quanti finora hanno attuato politiche di destra, hanno governato e ancora governano con Salvini, Berlusconi, Calenda e Renzi, seppur ponendosi come baluardo all’avanzata della destra, quella originale. Un voto utile alla forza politica che a Napoli organizzò perfino una contromanifestazione per chiedere che il debito ingiusto venisse riconosciuto in bilancio e l’amministrazione comunale guidata dall’allora Sindaco Luigi de Magistris si trovasse in difficoltà. E, in queste ore, lo stesso è stato cancellato grazie alla nuova giunta targata Partito Democratico.
Un voto utile alla forza politica il cui Segretario non ha mai pronunciato parole chiare sull’autonomia differenziata e, peggio, le posizioni di Bonaccini e Giani, entrambi Presidenti di Regione PD, che confermano le intenzioni di non opporsi al folle progetto di Salvini e del centrodestra. Ancora una volta, un appello al voto utile che di fatto è quanto di più inutile si possa consigliare agli elettori che ci auguriamo votino secondo coscienza facendo funzionare la memoria e tenendo ben presente alleanze strategiche di fatto già saltate e rinnegate.
Ed è proprio l’improvvida esternazione di Enrico Letta a rafforzare l’ipotesi di un eventuale ritorno a un’ammucchiata, seppur dei migliori, nel caso di un governo di centrodestra di breve durata, sempre che siano confermati i sondaggi a favore della formazione politica di Giorgia Meloni. Coalizioni della durata elettorale che, con molta probabilità, saranno la vera amara sorpresa che potrebbe interessare lo stesso centrodestra, il quale difficilmente digerirà la leader di FdI a Palazzo Chigi, forte di un inossidabile ex Cavaliere che potrebbe far saltare il banco favorendo un’operazione Draghi 2, con significativi ritorni in casa propria. Praticamente un passaggio rapido da voto utile a elezioni inutili, un film già visto che mortificherebbe ancora una volta la volontà popolare, qualsiasi sia il risultato.
Con un tempismo davvero ammirevole, la questione finanziamenti in rubli ad alcuni partiti europei potrebbe giocare il ruolo di quel voto utile tanto auspicato da una parte politica. E, a proposito di tempismo, seppur di altro genere, il governo dei migliori ha presentato un emendamento che sopprime l’articolo 41 bis sulla deroga al tetto degli stipendi dei dirigenti della pubblica amministrazione, anche questo un regalo inatteso o, magari, un voto utile concordato tra gli stessi partiti.