Creiamo cultura insieme è un libro nato per analizzare i meccanismi interni di una discussione, riconoscere i comportamenti sbagliati e innescarne di virtuosi. L’autrice è Irene Facheris, classe 1989, giovane formatrice laureata all’Università Bicocca di Milano in Psicologia dei Processi Sociali, Decisionali e dei Comportamenti Economici con una tesi sui fatti avvenuti alla Scuola Diaz durante il G8 di Genova del 2001. Oltre a occuparsi di soft skills (ovvero quelle competenze trasversali che in ambito relazionale e lavorativo permettono di coesistere con gli altri: flessibilità, pianificazione, precisione, organizzazione, saper lavorare in team) nell’ambito prettamente lavorativo, Irene ha deciso di impiegare le proprie conoscenze anche nel sociale: dal 2014 è la presidente e fondatrice di Bossy, un’associazione e una piattaforma online contro la discriminazione e la disparità di genere e di orientamento sessuale. A questo impegno per le pari opportunità e i diritti umani si è aggiunta la serie di video Parità in pillole su Youtube che, dal 2016, con linguaggio semplice e di impatto, cerca di fare chiarezza su temi come l’emancipazione femminile, la fluidità sessuale, il femminicidio e la discriminazione, riscuotendo così notevole successo tra i più giovani, che attraverso le sue riprese possono diventare più critici nei confronti della società alla quale stanno per affacciarsi pienamente.
Ed è proprio grazie alla sua esperienza con Parità in pillole che Irene si rende conto del numero notevole di commenti negativi, gratuiti, fuori contesto e ben oltre la critica, costruttiva o sterile. Da lì arriva la decisione di rendere alcuni concetti a lei ben noti, grazie alla sua formazione accademica nel ramo più umanista della psicologia, in un libro, a cui dà per titolo l’ultima frase di ogni video, ripetuta come un mantra: Grazie per aiutarmi a creare cultura insieme.
Con questo background, dunque, nasce Creiamo Cultura insieme – Dieci cose da sapere prima di iniziare una discussione, edito da Tlon, giovane realtà con un’attenzione particolare alla filosofia, agli studi scientifici e alla psicologia. Diviso in dieci capitoli collegati tra loro, più una premessa e una conclusione necessarie per la comprensione dell’intero volume, a metà tra un saggio fruibile a tutti e un manuale, con un linguaggio chiaro ed efficace, l’autrice ci conduce per mano attraverso tutte quelle dinamiche tipiche di una discussione, accesa o pacata, spesso solo controproducenti. Come uno specchio, vengono posti di fronte al lettore degli atteggiamenti sbagliati che, almeno una volta nella vita, inevitabilmente sono stati messi in atto.
Attingendo alla cultura pop contemporanea, come Harry Potter, ma supportata da valide basi scientifiche, quali teorici e sociologi della comunicazione e psicologi clinici, i dieci capitoli prendono in considerazione che ogni discussione, scaturita da ogni nostro pensiero, non sia in realtà oggettivo, che noi non siamo portatori di verità assolute. Viene analizzato come i pensieri sugli altri sono, anche, frutto di un nostro pregiudizio personale e di quanto quello che pensiamo su qualcun altro ci dica più cose di noi che dell’altro stesso.
Sono prese in considerazione le emozioni più importanti nello scambio di opinioni con qualcuno come l’empatia, si fa una panoramica sui bisogni, sul perché molto spesso dare consigli comportamentali (a meno che non si tratti di professionisti) sia controproducente al limite dell’inutilità, come dovremmo porci per ascoltare davvero qualcuno. Molta attenzione è data al terzo capitolo, che riguarda i feedback, ovvero ciò che torna indietro: le risposte alle nostre parole e ai nostri comportamenti che abbiamo dagli altri, la vera causa scatenante di una discussione. A questo è stata dedicata anche una serie di workshop con l’autrice in giro per l’Italia il giorno successivo alle presentazioni in libreria, per affiancare la teoria alla pratica.
Non è molto frequente poter leggere un libro così, che con linguaggio semplice tratta temi troppo spesso rilegati soltanto agli addetti al settore. Per questo, sarebbe utile che fosse letto come piccolo vademecum al vivere comune: da scuole ad associazioni. Per rendersi conto che, molto spesso, evitare lo scontro cercando ugualmente di esprimere la propria opinione, seppur contraria, è molto più semplice di quel che si pensi.