Me l’hanno ammazzata. Con il pensiero che diventa grido di dolore di Mariano, il fidanzato di Ines, inizia la narrazione di Corpi di passaggio. Gerardo Conforti e il caso Astarelli, il nuovo romanzo dello scrittore e sceneggiatore Andrea Cedrola, edito da Fandango Libri (2019) e da giugno nelle librerie di Italia.
La storia, ispirata liberamente al famoso caso Montesi, parte dal riconoscimento del corpo della figlia ventunenne di un falegname del Salario, ritrovato senza vita sulla spiaggia di Torvaianica nel 1953, sul litorale romano, non lontano dalla riserva di caccia della Capocotta. Un luogo, tra realtà della cronaca del famoso caso del dopoguerra e finzione romanzesca, teatro di feste a cui partecipano uomini d’affari e politici, attori e giovani donne che si prostituiscono, in serate durante le quali – nella terra di nessuno del potere e del denaro – circolano alcol e droga.
Gerardo Conforti è un ex contadino cilentano poco più che ventenne. Lavora proprio nei luoghi dell’accaduto come autista di un principe, dopo essersi allontanato da Roma per sfuggire alla possibile vendetta di Augusto Trovatore, un faccendiere diventato ricco durante il ventennio fascista, con lo spaccio della cocaina, e poi affermatosi come imprenditore edile di successo nell’Italia del dopoguerra. È lui il responsabile della morte del padre di Conforti, nella Milano degli anni dominati dalla violenza del potere di regime. Il personaggio inventato da Cedrola è già stato protagonista de La speranza è un vizio privato. 1946. Gerardo Conforti e il caso Zanon (Fandango, 2016), primo tra i romanzi dello scrittore, che è nativo del Cilento ma vive nella Capitale, ispirati ai più famosi fatti di cronaca nera avvenuti in Italia dagli anni successivi al conflitto mondiale ai giorni nostri.
In Corpi di passaggio, il giovane Conforti, quando intuisce che nel caso della sfortunata Ines potrebbe essere coinvolto proprio il Trovatore, diventa un investigatore sui generis, personalmente coinvolto e determinato a scoprire la verità intorno alla morte della vittima. Il romanzo ci riporta alla storia degli anni Cinquanta del secolo scorso, nella Roma della ricostruzione postbellica, ma anche capitale del lusso, della moda e del cinema, delle cronache mondane che fanno da sfondo alla ripresa economica, sociale e politica, che spesso vede protagonisti proprio quei personaggi potenti e prepotenti che vengono da un passato che non è passato ma ha soltanto indossato l’abito buono della democrazia.
In tal senso, il caso Montesi fu un fatto di cronaca illuminante della metà del Novecento, con lo svelamento dei legami tra affari e potere. La vicenda sconvolse a lungo la vita sociale e politica del Bel Paese, dal momento che nello scandalo fu coinvolto il figlio del democristiano Vicepresidente del Consiglio Attilio Piccioni, uno dei possibili successori di Alcide De Gasperi alla guida della nazione. La Città Eterna, assieme alle luci e ai clamori della mondanità e delle esuberanti vite da rotocalco, mostrò la sua parte buia e il silenzio criminale che avrebbe segnato le pagine più nere della Repubblica italiana, dal dopo fascismo fino alla mafia capitale delle cronache contemporanee.
La storia sociale e politica in forma di romanzo narrata da Andrea Cedrola, insomma, ci descrive la condizione umana dei corpi di passaggio, come quello che hanno avvistato, fotografato, spostato, coperto con un lenzuolo, lasciato lì per una giornata intera, trasferito in obitorio e dopo ventiquattr’ore identificato con il nome della sconosciuta Ines Astarelli, una tra le tante vite anonime che non contano nulla nella messinscena organizzata dalle forze che dominano la realtà individuale e collettiva: il denaro e il potere. Al di là della sofferta e civile costituzione formale che dovrebbe governare il Paese e del suo sogno di giustizia.