Napoli, si sa, offre a chi la visita un’enorme varietà di monumenti, chiese, castelli e palazzi. Le strade del capoluogo campano pullulano di vita e di vivacità in ogni angolo, attraendo e attirando turisti da tutto il mondo. Tra tutti questi posti, però, ve ne è uno meno conosciuto che, pur racchiudendo in sé un senso di morte, è capace comunque di esprimere vitalità in un modo del tutto particolare. Ci riferiamo al Cimitero Monumentale di Poggioreale: un vero e proprio museo a cielo aperto che, a dire il vero, insieme alle più note catacombe e al cimitero delle Fontanelle, rappresenta un punto di interesse notevole per il cosiddetto “necroturismo” partenopeo.
Nello specifico, il Cimitero di Poggioreale propone un’ampia e varia offerta culturale. Tra i sepolcreti più vasti d’Europa, esso si sviluppa in due parti separate da via Santa Maria del Pianto. La prima parte comprende il Cimitero della Pietà – inizialmente destinato alle classi meno abbienti – e il Cimitero Nuovissimo – così chiamato, in quanto risalente agli anni Trenta del Novecento – il cui ingresso è lungo la medesima via. La seconda parte, a zona decisamente più interessante, riguarda, invece, il Cimitero Monumentale, al quale si accede da via Nuova Poggioreale. Questo, il più antico fra i tre, fu progettato nel 1812 da Francesco Maresca e approvato da Gioacchino Murat, anche se le guerre napoleoniche ne rallentarono la realizzazione. Fu, in seguito, Ferdinando II di Borbone a volerne il compimento.
I lavori, infatti, ripresero sotto la direzione degli architetti Ciro Cuciniello e Luigi Malesci e nel 1837 si arrivò all’inaugurazione. Il Monumentale ha un forte valore artistico e culturale, dato che in esso si sviluppano mausolei, statue, sculture, tombe, cappelle e chiese di enorme pregio. Sul confine sud-occidentale, poi, vi è un settore destinato alla sepoltura delle personalità eminenti, secondo la normativa del Regno delle Due Sicilie, chiamato il Quadrilatero degli uomini illustri. L’area comprende centocinquantasette monumenti, suddivisi in sette isole, e condensa in sé una pluralità e una eterogeneità di stili e forme.
Fra le tante personalità celebri qui sepolte troviamo pensatori, artisti, musicisti, letterati, poeti e politici quali: Benedetto Croce, Salvatore Di Giacomo, Raffaele Viviani, E.A. Mario, Nicola Antonio Zingarelli, Saverio Mercadante, Vincenzo Gemito, Francesco De Sanctis, Luigi Settembrini. E ancora: Carlo Forte, Carlo Pisacane, Benedetto Cairoli, Enrico De Nicola, Giovanni Amendola e Giovanni Leone.
Non dimentichiamoci, poi, che il cimitero ospita anche le spoglie di Enrico Caruso, Eduardo Scarpetta, Nino Taranto e del grande Totò, sulla cui tomba continua un vero e proprio pellegrinaggio da parte dei tantissimi estimatori, i quali, ritrovandosi davanti alla sepoltura del Principe, non possono che essere portati automaticamente a considerare la sua riflessione sulla morte, contenuta nella celebre poesia ’A livella:
Ogn’anno, il due novembre, c’è l’usanza
per i defunti di andare al Cimitero.
Ognuno ll’adda fà chesta crianza;
ognuno adda tené chistu penziero.
Il due novembre è, infatti, il giorno dedicato alla visita dei defunti, ma sarebbe opportuno, sempre e in qualsiasi giorno dell’anno, visitare questo luogo, dal momento che il valore artistico che detiene va ben oltre quello meramente religioso.
Sarebbe consigliabile, difatti, recarvisi e soffermarsi su quelle tombe, magari portando con sé dei libri per studiare e riscoprire le opere e le gesta di quelle personalità eccelse. Si potrebbe, in aggiunta, entrarvi per estraniarsi dalla quotidianità e per dedicarsi, attraverso la connessione e la suggestione intellettuale e culturale, al dialogo con se stessi, lasciando che il caos della città si senta solo in lontananza. La stessa città che proprio quegli uomini hanno contribuito a rendere grande. Dispiace, quindi, che il Cimitero di Poggioreale sia alquanto trascurato e lasciato all’incuria generale, tra un gatto nero morto e una testa di statua mozzata da qualche balordo.
E allora cosa aspettiamo? Andiamo a riprenderci e a riscoprire questo posto di raro interesse. Mi raccomando, però, mentre siamo lì, badiamo a far silenzio, lasciamo parlare la vita che in esso pullula. Tra quei marmi si muovono e vibrano imperituri il pensiero e il genio sempre ferventi di personalità che vanno ascoltate tutt’oggi. Persone che ancora hanno da dire e da insegnare tanto alla nostra generazione e a quelle future. Perché la morte è una livella, come diceva Totò, ma solo per quanto attiene al denaro e ai beni materiali. Il valore morale, artistico e intellettuale di chi si è distinto, invece, non può essere scalfito neppure dal trapasso, e il Cimitero di Poggioreale è lì a ricordarcelo.
*Foto dalla pagina NAPOLI NOBILISSIMA di C.M. d’Ambrosìa©