Guardi il mappamondo come un prigioniero guarda fuori dalla sua cella. Odi i viaggi organizzati, le comitive, i percorsi facili “per tutti”. Ti fai tentare dall’inesplorato, dall’esotico, dal selvatico. È questo l’identikit che il libro Che tipo di ciclista sei? di Fabio Consoli (ediciclo) ha tracciato del sottoscritto, prendendoci in pieno per ciò che riguarda il sempre vivo ardore del viaggiare, un po’ meno per la noia di fronte ai viaggi organizzati che, invece, apprezzo tanto quanto le gite più avventurose.
La domanda è semplice, e anticipa una vera e propria indagine personale: che tipo di ciclista sei? Il ciclismo è, forse, lo sport più sincero con cui chiunque – prima o poi – si trova a dover fare i conti, uno sforzo autentico, l’eterna battaglia tra l’uomo e la natura, ma anche la comunione dei due elementi. Si tratti, infatti, di una ripida salita da scalare o di una pedalata leggera tra i boschi, il modo in cui spingiamo sui pedali racconta tanto della nostra sostanza, della nostra indole, non solo sulle due ruote.
L’Avventuriero colleziona timbri sul passaporto come fossero farfalle impagliate. […] Se per caso due Avventurieri si incontrano scatta la competizione. […] L’avventuriero sceglie la destinazione basandosi su un’equazione che unisce la complessità del nome e la distanza dal luogo di residenza.
Considerando che chi scrive possiede una mappa del globo da grattare sulle città visitate, direi che l’autore, con le sue considerazioni sviluppate osservando i ciclisti incrociati in giro per il pianeta, ci ha preso anche stavolta. L’Avventuriero – nel mio caso – così come il Sognatore, il Salitomane, il Mangia&Bevi (da cui il mio profilo si distacca soltanto di un punto… ma ci torneremo), il Tecnico, il Comodista e l’Hipster, rappresenta lo spirito con cui un viaggiatore, magari amante delle due ruote, affronta le strade e la vita.
Ad aiutarci nella ricerca della risposta corretta è Fabio Consoli, collaboratore del New York Times, del Boston Globe, di Men’s Health, di American Airlines e di Seiko, esploratore per lavoro e passione con migliaia di chilometri percorsi in giro per il mondo. L’analisi dell’autore è, tuttavia, semi-seria, il tratto ironico caratterizza l’intera narrazione di quella che si presenta come una piccola guida volta a sfamare lo stimolo del mettersi in gioco, abbandonare le comodità e… pedalare.
Così, dopo aver offerto una rapida panoramica dei vari profili, ecco che, in coda al libro, spunta un breve test per misurare se stessi e la propria passione per la bicicletta. Dieci domande che sveleranno al lettore se la sua pedalata si trova a proprio agio tra dislivelli e sterrati, se l’atleta è in realtà più attento al look che allo sforzo fisico o se non vi è pedalata che non preveda la possibilità di abbinare la gita a una bella mangiata. Mangia&Bevi che, come accennavo, è il ritratto nel quale non sono finito per solo un punto.
Il Mangia&Bevi giustifica la sua attività di abbinare a una bella pedalata una visita alla migliore osteria della zona con le calorie bruciate durante le ore di sport. Così, i sensi di colpa per un bicchiere di troppo non hanno modo di averla vinta e la gita si compie nel migliore dei modi.
Avrete capito che non c’è da prendersi troppo sul serio, che si impugni il manubrio costantemente e con spirito di sacrificio o che, come nel caso di chi si è già sottoposto al test, la bicicletta rappresenti la scusa per una gita piacevole in riva al mare, magari in un luogo di vacanza, senza lo stress della competizione. Un libro originale e creativo che si abbina – volendo pensare a un regalo per i più appassionati – alla t-shirt dedicata.
E tu, Che tipo di ciclista sei? Pedalando tra le storie e gli aneddoti raccontati da Fabio Consoli si scopre, in fondo, anche se stessi. Non solo sulle due ruote.