A Firenze, situato tra Piazza San Felice e via Maggio, esattamente al civico numero 8, si trova un edificio chiamato Casa Guidi. Costruito nel XV secolo per la famiglia Ridolfi – il cui stemma capeggia ancora sulla facciata –, il palazzo, a seguito della congiura dei Pucci, nel XVI secolo, fu donato da Cosimo I de’ Medici all’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano. In seguito, fu acquistato da un ammiraglio dell’Ordine, Jacopo Guidi, che gli diede il nome con cui oggi è conosciuto.
Se ci si avvicina alle pareti della palazzina, si nota che sia sulla facciata di via Maggio sia su quella che affaccia su via Mazzetta si trovano due targhe, entrambe dedicate alla stessa persona. Infatti, se la targa di via Maggio recita Qui scrisse e morì/Elizabeth Barrett Browning/che in cuore di donna conciliava/scienza di dotto e spirito di poeta/e fece del suo verso aureo anello/fra Italia e Inghilterra/pone questa memoria/Firenze grata/1861, quella di via Mazzetta riporta alcuni dei versi del poema della poetessa Casa Guidi Windows: I hear last night/a little child go singing/neath Casa Guidi/windows, by the church/O bella libertà, o bella…/Per deliberazione del comune/MCMXVI. Ma perché su un edificio fiorentino ci sono due insegne commemorative per la prima poetessa d’Inghilterra, la brillante, la sventurata, l’adorata Elizabeth Barrett? Perché proprio qui tra il 1847 e il 1861, ella consumò il suo idillio d’amore con il poeta Robert Browning.
I due amanti, dopo essersi segretamente sposati in Inghilterra, contro il volere del padre di Elizabeth, decisero di lasciare la loro terra natia insieme a Flush, il cocker spaniel della poetessa di cui Virginia Woolf scriverà un’inusuale biografia nel 1933, e di trasferirsi prima a Parigi, poi a Pisa, infine a Firenze, dove affittarono per l’appunto il piano nobiliare di Casa Guidi. Se inizialmente la coppia decise di prendere in affitto la casa con tutto il suo mobilio, successivamente volle arredare le dieci stanze che la componevano personalmente, riempiendola di pezzi unici. I Browning trascorsero in questa casa circa 15 anni della loro esistenza: fu qui che la poetessa diede alla luce suo figlio Pen, che compose Aurora Leigh e Casa Guidi Windows, in cui parlava dei moti che scuotevano l’Italia e dell’indipendenza della nazione che l’aveva adottata, e che si spense nel 1861. Alla morte della moglie, il poeta lasciò con il figlio la palazzina fiorentina per trasferirsi a Venezia.
Oggigiorno il luogo in cui Elizabeth e Robert vissero il loro amore è visitabile. Ne 1971, infatti il Browning Institute di New York ha acquistato il palazzo e lo ha ristrutturato, cercando di ricreare tramite foto e dipinti dell’epoca, l’atmosfera e l’aspetto che il rifugio della coppia aveva quando lo abitò. L’istituto ha persino recuperato il pianoforte su cui il piccolo Pen, figlio dei due, imparò a suonare e che oggi viene conservato nella camera da letto di Casa Guidi, il cui atrio è occupato da una copia del busto che lo scultore William Wetmore Story fece di Robert. Oltre alla camera da letto, anche la sala da pranzo, il salone pieno di libri e lo studio del poeta possono essere ammirati dai visitatori di Casa Guidi, che per qualche ora possono provare la sensazione di vivere nel XIX secolo.