Michelangelo Merisi, il Caravaggio, pittore straordinario, manipolatore di luci e ombre, seppe influenzare la pittura barocca lasciando un segno indelebile che, ancora oggi, spezza il fiato. Il suo animo inquieto lo accompagnò in tantissime città italiane tra cui anche Napoli. In particolare, furono due i suoi periodi partenopei: il primo alla fine del 1606 e il secondo nel 1609.
La prima volta nel capoluogo campano fu estremamente felice e prolifica. Di quella fase la città conserva ancora oggi due straordinarie tele: le Sette Opere di Misericordia, custodite presso il Pio Monte della Misericordia e la Flagellazione di Cristo, che dalla Chiesa di San Domenico Maggiore è stata poi spostata al Museo di Capodimonte.
Il secondo soggiorno a Napoli, invece, non fu altrettanto gioioso. Il suo temperamento, infatti, non gli rese la vita facile tanto che, coinvolto in una rissa, il pittore fu responsabile di un omicidio e quindi costretto a fuggire per evitare la pena capitale. Nonostante il buio che accompagnò sempre questo secondo viaggio, però, alla città di Partenope Caravaggio lasciò quella che è considerata la sua ultima opera: Il Martirio di Sant’Orsola, conservato presso Palazzo Zevallos.
L’artista, dunque, visse mesi incredibilmente intensi all’ombra del Vesuvio, un do ut des che non è stato affatto dimenticato. È proprio per il segno che ha lasciato che è stata realizzata Caravaggio Napoli, una mostra che vuole approfondire il periodo napoletano del pittore e ricostruirne dettagliatamente la crono-biografia riorganizzando le conoscenze letterarie e documentarie, sia edite che inedite, del periodo. Del resto, sono trascorsi quindici anni dall’ultima esposizione che il Museo di Capodimonte ha dedicato al pittore lombardo. Dal 12 aprile al 14 luglio 2019, quindi, sarà possibile ammirare la sua arte in una mostra curata da Maria Cristina Terzaghi e da Sylvain Bellenger, in collaborazione con il Pio Monte della Misericordia e la casa editrice Electa.
È consentito visitare Caravaggio Napoli tutti i giorni, escluso il mercoledì, dalle 8:30 alle 19:30 al costo di 14 euro. Un’occasione davvero unica che permetterà al pubblico di ammirare la Flagellazione di Rouen – eseguita dall’artista proprio a Napoli –, esposta nel suo contesto originario e affiancata alla sua seconda Flagellazione. Questa mostra vuole condurre il visitatore verso la piena comprensione dell’arte caravaggesca partenopea. I dipinti saranno esposti nella Sala Causa e confrontati con diciannove opere d’arte della scuola pittorica napoletana, approfondendo non soltanto la conoscenza del periodo vissuto a Napoli dal pittore, ma anche quanto sia stata grande l’eredità lasciata alla città.
Che cosa significasse per il Caravaggio l’incontro con la immensa capitale meridionale, più classicamente antica di Roma stessa, e insieme spagnolesca e orientale, non è difficile intendere a chi abbia letto almeno qualche passo del Porta o del Basile; un’immersione entro una realtà quotidiana violenta e mimica, disperatamente popolare. – Roberto Longhi