Spero che ben pochi di voi conoscano la sensazione che si prova quando si torna alla propria abitazione e la si trova svaligiata. Ebbene, ci si sente sgomenti, violati, come se tutto fosse sporco, e la casa, la tua casa, fai fatica a riconoscerla. Lo stesso vuoto allo stomaco, la stessa rabbia alla gola dovremmo sentirli per il furto che abbiamo subito tutti presso la biblioteca più bella di Napoli, quella dei Girolamini. Hanno rubato nella nostra casa comune, con le mani viscide, hanno sgrovigliato nella nostra cultura, nella nostra identità, nel nostro essere cittadini. Tradendo la nostra fiducia, Marino Massimo De Caro, il direttore all’epoca dei fatti, il senatore Marcello Dell’Utri e la sua collaboratrice Maria Grazia Cerone hanno sottratto e fatto sparire, rivendendoli, libri preziosi della storica biblioteca. E per ogni volume trafugato un pezzo della nostra Storia è venuto giù.
È necessario, allora, tornare a riappropriarsi di quel nostro luogo, unico al mondo, dimenticato. È necessario riscoprirlo, pulirlo, farlo pulsare ancora di vita e conoscenza. La struttura, infatti, dopo anni di vergognoso degrado nel quale è stata relegata, è ancora sotto sequestro da parte delle autorità. Nell’attesa e con la speranza che possa tornare presto alla sua funzione originaria, riaprendola a tutti, la si può però, di tanto in tanto, visitare grazie a riaperture speciali, a numero limitato, e visite guidate. La prossima iniziativa si avrà giovedì 16 febbraio e per prenotarsi bisogna rivolgersi al PUNTO TOURING in via Cimarosa 38 o chiamare al numero 081 191 378 07. In alternativa è consultabile il sito www.touringclub.it.
Riassumere in un articolo la magnificenza e la carica di un luogo straordinario come quello della biblioteca dei Girolamini è totalmente impossibile. Quello che si può dire è che al suo interno vi è un patrimonio librario immenso – circa 160.000 testi prevalentemente antichi – che spazia dalla filosofia alla teologia, dalla storia della Chiesa alla storia d’Europa, fino alla musica. La sua fondazione – tra Cinquecento e Seicento – nonché il suo nome, si deve ai religiosi seguaci di San Filippo Neri, i quali originariamente si riunivano, per l’appunto, presso la Chiesa di San Girolamo della Carità a Roma. La sua apertura al pubblico è databile precisamente nel 1586. Parliamo, dunque, della più antica biblioteca di Napoli.
Tutto il complesso monumentale dei Girolamini – che, oltre alla biblioteca, comprende anche la Chiesa barocca, i chiostri e la quadreria – merita nella maniera più assoluta di tornare nel cuore della vita culturale e turistica partenopea perché, dal punto di vista storico, artistico e letterario, è un bacino infinito di conoscenza e bellezza.
E allora non lasciatevi sfuggire l’occasione di andarlo a conoscere e riscoprire, perché quella è casa nostra e dobbiamo farla risplendere come merita. Sedetevi lì, in silenzio, chiudete gli occhi e immaginate di avere accanto la figura di Giambattista Vico che studia e vi sussurra sapere nelle orecchie. Poi riapriteli, guardatevi attorno, posate il vostro pensiero, anzi no, fatelo danzare tra quelle mura, e ringraziate, ringraziate di essere nati qui e di poter disporre di questo privilegio.
Riappropriamoci dei nostri beni per il nostro bene, perché solo con la consapevolezza di ciò che abbiamo e di quanto grandi siamo stati, possiamo sognare, insieme, di lavorare per tornare a essere il perno del mondo.