Si intitola Between Jupiter and Mars il nuovo disco di Fabrizio Fedele, musicista napoletano classe 1971, ormai al suo decimo album personale.
In vendita dallo scorso novembre, Between Jupiter and Mars, segue a Mai più nuvole sulle anime randagie, LP che accompagnò l’uscita del (quasi omonimo) romanzo Sangue Randagio dello stesso Fedele, pubblicato con la casa editrice Marotta&Cafiero di Scampia.
Un concentrato di diverse sonorità, nuove atmosfere e richiami alla propria storia personale. È questo e non solo il disco che il chitarrista che ama raccontarsi con la propria musica, quanto attraverso un delicato uso delle parole, incide tra un live e un altro, lasciandosi influenzare da generi musicali tanto diversi quanto complementari, il jazz – predominante – e il world, il tutto messo in cornice con un sottile utilizzo di sonorità che appartengono alla propria terra, alla cultura partenopea.
Sembra una prova di maturità quella a cui Fedele si sottopone con questo decimo album, un esame da cui, però, esce vittorioso traccia dopo traccia, accompagnando l’ascoltatore con la sua chitarra in un viaggio tra musicalità europee e accordi tipici d’oltreoceano.
Tra Giove e Marte è lì dove il musicista si accomoda a riflettere sulla propria vita, sulla propria musica. È forse questa necessità di isolarsi nello spazio più remoto, sconosciuto ai naviganti, che accoglie le sue velleità da chitarrista rock e le mescola in maniera elegante con le tipiche sonorità dei generi di cui sopra.
Il jazz è preponderante, una spolverata di funk vivacizza l’atmosfera, un tocco di sud, un po’ casa un po’ vagabondo, rende l’intero album piacevole all’ascolto e gli conferisce il carattere dell’unicità.
A New Beginning apre il sipario con tutta la forza delle intenzioni che l’autore mette in scena sin da subito, la strepitosa e dolce Rue Cabanis porta la mente ad ambientazioni da film di Woody Allen, così come un po’ tutto il filo conduttore del disco.
La traccia che dà il nome a Between Jupiter and Mars è l’unica che accompagna il testo alle note, con la voce di Fabiana Martone che ben si sposa con la delicatezza del suono grazie all’armonia delle sue tonalità calde e accoglienti.
No More Clouds – niente più nuvole – schiarisce il cielo che guarda a quello spazio in cui Between Jupiter and Mars esiste e si muove con disinvoltura. Un disco multiforme, godibile in sottofondo a una buona lettura, ma forte del carattere giusto per essere protagonista di un ascolto appassionante.