Nelle ultime settimane, la scrittrice Bianca Pitzorno è stata coinvolta in una vicenda spiacevole da sentire se si pensa che, essendo nel XXI secolo, episodi di richiesta di censura dovrebbero essere davvero rari, soprattutto quando miranti a sopprimere la diversità in nome di una normalità tanto osannata quanto illusoria. L’autrice è, infatti, venuta recentemente a conoscenza che una famiglia di Carpi avrebbe chiesto al preside della scuola frequentata dal proprio pargolo di impedire che le maestre facessero leggere ai loro alunni il libro Ascolta il mio cuore.
Il famoso testo della Pitzorno, a detta della famiglia, avrebbe incitato alla teoria gender, secondo cui l’identità sessuale di un individuo dipende non dalla natura e dalla biologia, ma da una scelta personale che deriverebbe dalla percezione che ognuno ha di se stesso. Il preside dell’istituto ha confermato la richiesta dei genitori carpigiani – che già precedentemente avevano ritirato il figlio da un’altra scuola per motivi simili – ma ha anche aggiunto di averla immediatamente respinta.
Venuta a conoscenza di tale evento, la scrittrice ha prontamente risposto a quanto successo. Attraverso un post su Facebook, la celebre autrice ha manifestato la sua indignazione:
La risposta della letterata ha messo in evidenza l’assurdità di quanti pensano a questa teoria come a una manifestazione della gender-diktat di alcune fantomatiche lobby omosessuali che tenderebbero a distruggere la famiglia tradizionale.
L’episodio che coinvolge Bianca Pitzorno e il suo libro è dimostrazione che, nonostante i progressi sociali, al giorno d’oggi è difficile per molti individui accettare che esistono amori diversi da quelli eterosessuali e pone anche il problema di quando sia giusto rendere consapevoli i bambini che il sentimento amoroso non è solo quello tra uomo e donna.
L’atteggiamento della famiglia di Carpi è indice di come la ristrettezza di vedute dei genitori nei confronti di ciò che per loro non è la normalità può avere conseguenze molto negative su un figlio: influenzato dall’esempio di chiusura del padre e della madre, sin da piccolo abituato a considerare sbagliato l’amore che prevede l’unione di persone dello stesso sesso, un bambino potrebbe sviluppare atteggiamenti omofobi o semplicemente intolleranti nei confronti della diversità.
È assurdo accusare un prodotto culturale, che sia un film, un libro o un fumetto, di “omosessualizzare” un bambino attraverso i suoi contenuti. Non è certo ciò che legge o ciò che vede che condiziona l’orientamento sessuale di un individuo. Anzi, la presenza di personaggi omosessuali all’interno di libri, film e programmi TV per ragazzi sono anche un mezzo per i giovani che ne usufruiscono, e che magari hanno paura dei sentimenti che provano perché diversi da quelli che molti considerano normali, di capire che amare qualcuno del loro stesso sesso o il loro identificarsi con il sesso opposto non è sbagliato e che al mondo ci sono molte altre persone che sentono esattamente uguali sensazioni.
Questo non significa che un bambino deve necessariamente sin da piccolo essere istruito sull’esistenza di diversi tipi d’amore, sulla differenza tra genere e sesso, ma che se vede o legge che ad amarsi sono due uomini o due donne e fa domande a riguardo, i genitori non dovrebbero eludere la domanda, ma spiegargli che le persone sono diverse e che possono provare sentimenti e forme d’amore differenti. Poiché solo così, educando i più piccoli all’esistenza della molteplicità, sia in campo amoroso che altrove, si creano i presupposti per l’esistenza di un mondo in cui il termine diversità non avrà ragione di esistere, in quanto tutte le differenze che distinguono ogni individuo dall’altro saranno pensate semplicemente come forme alternative di normalità.