Tre fratelli, i fratelli Corona. Come ogni anno, nel giorno dell’anniversario della morte del padre, si danno appuntamento per onorare la memoria del genitore scomparso. Si dirigono al cimitero, poi cenano insieme, senza mogli o altri parenti a intromettersi tra quelle chiacchiere intime di una famiglia in chiaroscuro, temuta e rispettata in tutto il paese, che affida, ora, il proprio destino alle azioni di Carmine, Papele e Ivano. Fuori, come il titolo vuole, solo la pioggia.
Sono costruttori edili, hanno alzato palazzi e riverenza con la violenza. Il più grande dei tre organizza e pianifica; Papele, il secondo, è il braccio armato, crudele, freddo, quasi insensibile; infine c’è Ivano, il più piccolo, legato al passato soltanto dal cognome che porta, amante della fotografia. Quella vecchia abitudine ha luogo, ormai, da undici anni.
È un romanzo breve ma intenso quello che Andrej Longo pubblica con la casa editrice Sellerio (che nel 2021 ripropone i suoi scritti precedenti Chi ha ucciso Sarah? del 2009 e, a seguire, Dieci, 2007, vincitore del Premio Bagutta), uno squarcio che sa aprirsi in un qualunque pomeriggio di lettura, proprio come i fulmini che sconquassano l’atmosfera fuori dalle finestre della casa dove i fratelli Corona cenano nel ricordo del padre. Solo la pioggia cade incessante, sospinto dalla forza delle rivelazioni di cui – complice il vino – Carmine, Papele e Ivano si dimostreranno capaci. Un segreto emerge a sconvolgere la vita dei protagonisti. Nulla sarà più come prima.
Nel corso di quella cena, che si rivelerà presto drammatica, cadono maschere portate a lungo e la verità si affaccia a metter paura più di qualunque altra comoda bugia. È il fratello minore, Ivano, così diverso dagli altri due – tanto estraneo a quelle dinamiche di appartenenza e potere da volersene separare – a spazzare via le certezze della famiglia, a erodere le fondamenta su cui si basano i principi del contesto criminale in cui opera e da cui nessuno può più sottrarsi.
Il percorso di redenzione – personale – che il più giovane intende affrontare si trasforma, invece, in tragedia. Le regole non si possono tradire, l’adesione al Sistema non è una scelta, ma un’eredità. A certi destini non si può sfuggire e Ivano sta per impararlo a sue spese, anche se ciò significherà collocarlo in opposizione alla famiglia e a tutto quanto rappresenta. Prova a sfidarli, Ivano, strenue nel volersi appropriare di un’identità che rivendica, di una libertà a lungo agognata.
Andrej Longo, confermando la sua abilità a spaziare tra generi letterari diversi, interroga le dinamiche della malavita, ne accarezza il tessuto alla ricerca di una trama diversa, che possa scioglierne il filo, cambiare il destino di chi vi è coinvolto per nascita anziché per una propria scelta. In poche battute, l’autore affronta il tema dell’appartenenza, dell’onore a cui le famiglie di un tempo sentivano di dover sottostare a ogni costo, di una via d’uscita percorribile soltanto in un verso e che inghiottisce chiunque, prima o poi, in un modo o nell’altro.
Non è una novità assoluta il libro di Longo e la contemporaneità con le serie, tv e letterarie, principali che cavalcano il tema rischia di allentarne un po’ la tensione che si trasmette al lettore, tuttavia quest’ultimo non potrà fare a meno di leggere Solo la pioggia tutto d’un fiato, senza interruzioni pubblicitarie o prossime puntate da attendere in streaming.
La scrittura dritta, semplice, rende il testo d’impatto, inesorabile, come il suo epilogo, nel quale – ancora una volta – quel richiamo alle regole d’onore determinerà il destino dell’intera famiglia Corona. L’anniversario della morte del padre, dunque, quella consuetudine attorno a cui stringersi per rafforzare ogni volta l’appartenenza al cognome che portano, sarà l’occasione per mettere tutto in discussione, su una strada che prevede un’unica via d’uscita.