Se c’è un linguaggio che è davvero universale, capace di abbattere ogni barriera etnica e culturale, è proprio quello musicale. Come quando siamo piccoli e, pur non riuscendo ancora a tradurre, ci appassioniamo alle canzoni in inglese. Non importa nemmeno sapere cosa stiamo ascoltando di preciso, la maggior parte delle volte di un primo ascolto ci colpisce la melodia e il suono delle parole, prima dei loro significati. È la magia della musica in sé, è il perché amiamo un pezzo nella sua totalità.
Per questo stesso motivo la lirica, che ha come lingua madre l’italiano, appassiona da secoli milioni di persone che non non conoscono il nostro idioma. Stesso discorso potrebbe valere per la canzone classica napoletana, quella di Caetano Veloso, i testi struggenti di Edith Piaf e così all’infinito.
Quindi non c’è da stupirsi se un giovane cantautore palermitano stia girando tutta Italia e poi l’Europa portando sui palchi le sue canzoni esclusivamente in siciliano. Accadeva prima, sta succedendo adesso, con una nuova ondata di cantautori che, dopo anni di omologazione all’italiano, stanno tornando a riscoprire e mettere in musica le lingue dialettali e ci auguriamo che continui ancora.
Il cantautore in questione è Alessio Bondì, classe 1988, che ha da poco cominciato il tour del suo secondo lavoro discografico, Nivuru, nero, il suo secondo album prodotto da Fabio Rizzo uscito lo scorso 2 novembre per 800A Records. A pochi anni di distanza dal suo album d’esordio, Sfardo, vincitore del Premio De Andrè 2013 e Targa Siae al Premio Parodi 2014, finalista al Premio Tenco 2015 nella sezione album in dialetto. Alessio torna a condurci con la sua voce caratteristica nei meandri della sua musica fatta da influenze, dall’afro-funk alla musica brasiliana, alle percussioni, e ritmi che ci fanno immergere nel mare e negli odori di zagara della Sicilia. Un album ricco di accostamenti ed evocazioni come il suo titolo: il nivuru, il colore nero, quello del lutto delle matrone, dell’eleganza, del buio e dell’abisso ma soprattutto il colore che non respinge nessuna luce ma le assorbe tutte, senza propanarne alcuna. Come per Sfardo, anche questo nuovo lavoro è composto da dieci pezzi pronti per essere suonati dal vivo, dopo un bel banco di prova come le aperture ai concerti europei di Max Gazzè dello scorso ottobre. Un nuovo tour che dal 7 dicembre toccherà alcuni tra i più importanti locali e club della Penisola e d’Europa, con delle date in Germania e Olanda.
Tra questi, per quanto riguarda la Campania, nel suo tour ci sarà l’8 dicembre un live presso l’Associazione Culturale Club 33 Giri di Santa Maria Capua Vetere, a pochi chilometri da Caserta, una realtà che vanta nei suoi sette anni di attività centinaia di eventi tra live, presentazioni di libri, mostre fotografiche, corsi e l’organizzazione di La Musica può Fare, l’unico festival di musica indipendente completamente autogestito della provincia casertana.
Ad accompagnare Alessio, per la prima volta sul palco del Club 33 Giri, ci sarà, a fare gli onori di casa e ad aprire il live, Joseph Foll, cantautore della nuova scena indipendente campana nonché amico e sostenitore del Club 33 Giri, molto vicino per sperimentazioni e sonorità alla musica di Bondì.
Si prospetta così una serata alla riscoperta di quel filo magico che lega la Campania alla Sicilia, ma non solo: verso tutto quello che unisce i cuori sensibili alla musica bella, da qualsiasi parte del mondo provenga e con qualsiasi lingua sia accompagnata.
Ingresso con tesseramento 2018-2019 + live 6.00 euro (tessera più live compreso).
Per i soci contributo live 4.00 euro. Per maggiori informazioni: www.club33giri.it
Il Club 33 Giri su Google Maps: http://goo.gl/3RWjBq