Il Museo e Real Bosco di Capodimonte, nato come riserva di caccia di re Carlo, è stato una residenza reale in cui le dinastie che si sono succedute hanno lasciato un segno indelebile, dai Borbone a Giuseppe Bonaparte, da Gioacchino Murat ai Savoia.
Ufficialmente inaugurato nel 1957, anche se già dal 1758 le sue sale hanno accolto opere d’arte, il museo conserva perlopiù collezioni, tra cui quella Farnese, di cui fanno parte grandi nomi della pittura italiana e internazionale come Tiziano, Raffaello, Guido Reni, Ludovico Carracci e tanti altri; l’altra collezione è invece quella della Galleria Napoletana che conserva opere provenienti dai dintorni della città nonché da diverse chiese di grandi nomi quali Caravaggio, Simone Martini, Luca Giordano, Francesco Solimena e tanti altri.
Da lunedì 11 ottobre presso il Museo e Real Bosco di Capodimonte sono state riaperte due sezioni davvero notevoli: l’Armeria Farnesiasa e Borbonica e la Collezione De Ciccio. Nell’Armeria sono esposti circa quattromila pezzi, il suo primo allestimento risale al 1958 e ancora oggi conserva il suo aspetto originario. Si tratta di una delle armerie più importanti d’Europa in quanto raccoglie armi appartenute ai Farnese tra la fine del XV e il XVII secolo. Carlo di Borbone ha ricevuto in eredità questa collezione che ha abilmente arricchito aggiungendo nel Settecento la sua raccolta di armi da fuoco, doni diplomatici e altre armi costruite dalla Real Fabbrica di Napoli. Ferdinando IV, nell’Ottocento, l’ha poi arricchita con manufatti cinquecenteschi. Grazie all’Armeria di Capodimonte è possibile ripercorrere la storia completa delle armi europee di epoca moderna.
Della collezione fanno parte anche armi armi di fattura milanese e bresciana, pezzi spagnoli e tedeschi di armature da torneo e da guerra, armi da taglio, da difesa, da fuoco, pistole, pugnali, archibugi e spade. Tra tutti questi oggetti, inesorabilmente, spicca l’Armatura di Alessandro Farnese. Tra i vari, ci sono poi circa seicento pezzi che provengono dalla cosiddetta armeria secreta del palazzo Farnese di Parma e sono state realizzate dalle più importanti botteghe europee.
A Pompeo della Cesa, uno dei più abili armatori italiani del XVI secolo, venivano commissionate le armature più pregiate. Ha creato, pertanto, con grande ingegno, pezzi intercambiabili che potevano far diventare un’armatura da piedi in un’armatura da giostra oppure da cavallo. La sua “arte” era immediatamente riconosciuta e riconoscibile grazie agli intagli raffinati delle decorazioni arricchiti di simboli.
Sempre al primo piano del Museo e Real Bosco di Capodimonte è nuovamente visitabile la collezione De Ciccio, anche questa ordinata secondo l’originario allestimento, composta da 1300 pezzi. Si tratta nello specifico di arti applicate, dipinti, sculture, bronzi, avori, maioliche, porcellane, ma anche qualche reperto archeologico che il museo ha ricevuto in dono, nel 1958, proprio dal collezionista Mario De Ciccio, che ha raccolto questi oggetti nell’arco di cinquanta anni di acquisizioni tra Napoli, Palermo e vari mercati internazionali.
La ricca collezione presenta ceramiche in stile ispanico-moresco, ma anche maioliche rinascimentali, porcellane di Meissen, Vienna e Ginori. Ci sono inoltre la statua della Madonna col bambino della scuola di Lorenzo Ghiberti, un San Matteo in bronzo, ma anche vasi, piatti e coppe di cui alcune sono cinesi di epoca K’ang Hsi e Chien Lung. E, ancora, bronzetti del Rinascimento di Alessandro Vittoria e altri. Vetri di Murano, ma anche reperti archeologici come vasi attici del VI e V secolo a.C. e sculture italiche ed etrusche.
Con queste riaperture il Museo e Real Bosco di Capodimonte può proseguire la sua narrazione attraverso oggetti diversi, che raccontano una realtà che spesso non si ritrova nei dipinti. Un’occasione da cogliere al volo soprattutto per chi non ha mai visto queste meravigliose e suggestive collezioni. È possibile visitare il museo e le collezioni tutti i giorni, tranne il mercoledì, con aperture serali straordinarie con ingresso a 2 euro.
©L’immagine è di proprietà del Museo e Real Bosco di Capodimonte