È toccato, oggi, al deputato uscente Michela Rostan di Melito, appartenente alla formazione capitanata da Pietro Grasso, Liberi e Uguali, subire il vile e vergognoso attacco da parte dei gruppi neofascisti che aspirano ai seggi del Parlamento italiano.
Uno striscione, questa mattina, è apparso a Giugliano, in via Colonne tra civico 116-120, fascio littorio in bella mostra, riconoscibile al primo sguardo. Rostan: gli zingari portali a casa tua!, con chiaro riferimento all’operato della giovane parlamentare campana volto alla ricerca di una soluzione dignitosa dei campi rom che insistono nell’area nord partenopea da oltre trent’anni e che sono stati, in maniera ancor più netta negli ultimi tempi, oggetto di malcontento da parte della comunità e, quindi, di manifestazioni di intolleranza mista a esasperazione.
Il tono (dello striscione – ndr) chiaramente è minaccioso, un’intimidazione in piena regola. Una maniera per dirmi che non devo più occuparmi di questi temi. Farò esattamente il contrario. Me ne occuperò con ancora maggiore energia. Se qualcuno vuole spaventarci, in piena campagna elettorale, ha sbagliato indirizzo. È vero esattamente il contrario, come Liberi e Uguali garantiremo presenza e impegno sul territorio. È stata questa la prima reazione che Michela Rostan ha affidato ai suoi social network, riscuotendo la solidarietà dei compagni di coalizione ma non solo, dell’intera popolazione delle città dove la deputata ha concentrato, negli anni, le azioni principali del suo impegno di governo.
Non ha senso parlare dei Rom senza parlare di un progetto complessivo per il territorio. È chiaro che se se si vuole intervenire sulla situazione ambientale, va affrontato anche quel nodo. La comunità rom a Giugliano c’è da oltre trent’anni. È vissuta a Ponte Riccio, nella zona Asi, in condizioni allucinanti e disastrose. Un disagio e un degrado che, innanzitutto, offendono la dignità umana di quelle persone – molti sono bambini – ma diventano anche fattore di rischio per tutti. Centinaia di persone allo sbando – dopo gli sgomberi – determinano allarme sociale: quella povertà, quel degrado, si ribaltano in termini di mancata sicurezza, sia ambientale sia territoriale, su tutta la convivenza civile.
Quella di colpire sui soliti temi, come l’immigrazione, l’inclusione sociale, la solidarietà verso il più debole, è una strategia che i gruppi fascisti hanno ripreso, con forza, a propagandare da tempo, aiutati nelle sedi televisive da chi nasconde la croce celtica sotto camicie di più vivaci colori, ma che segue, poi, a ruota la campagna d’odio sponsorizzata dai soggetti autori dell’atto violento di questa mattina.
Il degrado chiama degrado – chiude l’onorevole – mentre l’inclusione disinnesca i conflitti e tiene unite e virtuose le comunità.
Quello subito da Michela Rostan, tuttavia, non è il primo, tantomeno sarà l’ultimo caso di minacce a un esponente della politica democratica del Paese, e non solo, da parte delle forze nere. Nel mirino della loro azione spesso violenta sono già finite associazioni, chiese, cooperative sociali, giornalisti. Cambiano le modalità, ma la sostanza resta invariata: chiunque non condivida i loro anti-valori intinti di razzismo e dittatura mediatica finisce vittima di un’escalation che la Costituzione condanna con il reato di apologia e che, quindi, le forze dell’ordine e politiche dovrebbero cominciare a prendere in seria considerazione di arrestare a ogni costo.
Quella fascista è una strategia ben pensata, nulla è casuale. Ogni azione dimostrativa è utile alla diffusione del virus se rimbalza su ogni testata, se i social ampliano la loro cassa di risonanza oltre ogni eco sperata. Un lenzuolo sporco, come quello di oggi a Giugliano, è uno strumento a costo zero di una campagna elettorale che si gioca sull’impegno, sulla passione, sulle risorse che mettono, invece, in campo i candidati delle fazioni democratiche, quelle che nel dibattito vedono la concreta possibilità di toccare coscienze attraverso i temi a loro cari, cari alle comunità che rappresentano.
A tal proposito – e al contrario dell’andazzo della stampa italiana asservita a questo gioco – non faremo più i nomi di questi gruppi ma, per il sacro diritto di cronaca che ci accende ogni giorno, ci limiteremo a raccontarne i fatti che vedono protagonisti la loro violenza. Non parteciperemo più al gioco di offrire pubblicità gratuita a chi, certamente, non gradirebbe il nostro operato così come ha dimostrato di non gradire quello dei colleghi de L’Espresso solo un mese fa.
Le azioni fasciste vanno fermate prima nell’opinione pubblica, poi, e con mano salda, dalle cabine di comando. Applicare la Costituzione, esserne realmente garantisti, è l’unica via per offrire una strada di rinascita al Paese. È bene che chiunque la spunti alla tornata elettorale del 4 marzo prossimo si assuma la responsabilità del ruolo che ricoprirà e ne assicuri il potere. Prima di ogni altra promessa di cambiamento, è nel passato che va cercata la risposta per determinare il colore del nostro futuro. E il nero proprio non ci si addice.