È ormai risaputo che, con l’avvento di numerose alternative tecnologiche che sempre più si ritagliano uno spazio nel mondo dei lettori, al giorno d’oggi, le librerie italiane – e non – devono fare i conti con una concorrenza di crescente imposizione. Le vendite, infatti, sono soggette a innumerevoli strategie di marketing e innovazioni, come, ad esempio, gli strumenti digitali che rendono i libri meno costosi se non addirittura gratuiti. Un avanzamento in tal senso comporta vantaggi apprezzabili ma, allo stesso tempo, getta nell’ombra i tradizionali negozi di testi cartacei, il cui fallimento significherebbe una perdita culturale che non si è disposti a subire. Come muoversi, allora, per la loro salvaguardia?
Un passo importante è stato fatto dal Partito Democratico, approvando l’emendamento che introduce un credito di imposta su IMU, TASI, TARI e affitto per la vendita di libri al dettaglio.
Dario Franceschini si è pronunciato a riguardo, affermando che con questo strumento assicuriamo un sostegno molto forte al sistema delle librerie, in particolare a quelle più piccole, che rischiano continuamente la chiusura in tutto il territorio nazionale.
Sono innanzitutto le piccole entità, quindi, a cui si rivolge tale innovazione, nel tentativo di difenderle da una realtà difficile, segnata dalla crisi che riduce la domanda e dal moltiplicarsi delle strade possibili per l’acquisto e la lettura dei libri. Le librerie indipendenti rispetto alla gestione da parte di gruppi editoriali potranno ottenere uno sconto fino a ventimila euro, mentre uno sconto di diecimila euro sarà possibile per i negozi dipendenti. In totale, per quest’anno il limite di spesa è di quattro milioni, mentre nel 2019 sarà di cinque milioni annui.
Dopo le nuove norme sullo spettacolo dal vivo, continua il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, ecco un mezzo che riguarda la lettura. Sono molto orgoglioso di questo risultato. La salvaguardia delle librerie rappresenta un valore sociale, oltre che culturale, molto forte.
Lasciare che queste finiscano nel dimenticatoio costituirebbe non una semplice negligenza, ma una vera e propria colpa per chi ha la possibilità e, soprattutto, il dovere di finanziare una delle più nobili cause della nostra società. Non dimentichiamo, infatti, che si tratta di strutture che permettono un approccio diretto, il più immediato, con la lettura e ne ricordano il fascino, ne mantengono vivo l’interesse. Hanno un valore storico, sociale e culturale di cui i nuovi mezzi di compravendita non sono dotati. Gli store online, ad esempio, sono in genere indicati per chi ha già maturato negli anni un certo affetto per la lettura, ma non hanno la facoltà di avvicinare a questo mondo i più giovani o chi, semplicemente, non ha ancora sviluppato curiosità nei confronti dei libri.
Come Associazione Italiana Editori, dichiara il Presidente della stessa, Ricardo Franco Levi, apprendiamo con estremo compiacimento quanto stabilito oggi al Senato. Le librerie rappresentano oggi uno dei luoghi primari di diffusione della cultura e della lettura: si rivela quindi fondamentale assicurare un sostegno fiscale per salvaguardare la loro attività.
Levi si augura anche che questo provvedimento rappresenti un passo verso l’approvazione di quella legge organica sul libro e sulla lettura di cui l’Italia ha da anni profondo bisogno.
Commenti di apprezzamento non mancano neanche da parte dell’Associazione dei Librai Italiani, secondo la quale le aziende possono adesso respirare e guardare al futuro con più ottimismo. Lo sconto fiscale diversificato tra librerie indipendenti e quelle comprese in gruppi editoriali ha recepito una battaglia che da sempre ALI sostiene.
Un’iniziativa fondamentale è stata, quindi, avviata. Tuttavia, come alcuni hanno voluto far notare, è anche arrivato il momento che le stesse librerie attuino strategie con cui adattarsi ai nuovi tempi. Appare necessario che coniughino la propria tradizione con le innovazioni dell’oggi, così da garantire ai clienti un servizio di non minore qualità rispetto ai negozi virtuali. È bene conservare il passato, ma togliere qualche catena da esso può rappresentare la sola strada possibile per garantirsi tuttora uno spazio nel mercato, le cui forme sono in continua mutazione. Le librerie stesse devono imparare a stuzzicare la curiosità e l’interesse dei lettori con i tanti mezzi che adesso hanno a disposizione, iniziando a imporre la propria identità sui social network e in ogni canale che possa metterle in comunicazione con un aggregato incredibilmente vasto di potenziali acquirenti.
Intanto, non mancano nuove promesse dal ministro Franceschini, che si impegnerà per la formulazione di una legge per il libro e la lettura che, come i provvedimenti già approvati per il cinema e lo spettacolo, introduca un sistema organico di sostegno all’intera filiera dell’editoria libraria.
Insomma, il sostegno sembra non mancare. Adesso bisogna dare spazio a idee e iniziative che possano rivitalizzare il rifugio per antonomasia dei fedeli lettori.