Ingegneri d’Italia, non distogliete lo sguardo. Arriva anche quest’anno la più grande competizione ingegneristica europea. Si chiama EBEC (European BEST Engeneering Competition), ed è uno dei più importanti progetti dell’associazione studentesca no profit BEST (Board of European Students of Technology). A sfidarsi ottantotto università provenienti da trentatré Paesi europei per un totale di più di centomila studenti. La gara, divisa in tre round, è locale, nazionale e continentale.
Si terrà tra il 29 e 30 novembre la decima edizione della competizione locale partenopea, che avrà luogo nella sede di Ingegneria dell’Università Federico II e i cui vincitori avranno accesso diretto alla fase nazionale, anche questa volta ospitata nel capoluogo campano tra il 2 e il 5 maggio 2018, dove si sfideranno i primi classificati dei sei atenei italiani partecipanti.
Tra i contendenti, studenti divisi in squadre di quattro persone provenienti da ogni ramo tecnico-scientifico della Federico II. Unicamente lavoro di gruppo, quindi, per una sfida che promuove la collaborazione in un ambiente stimolante come quello dell’ingegneria. Non solo perché insieme si lavora meglio, ma anche perché un progetto, per essere vincente, ha bisogno di più menti, ognuna specializzata in un aspetto diverso del lavoro. Proprio come accadrà nelle due competizioni di EBEC, il Team Design (TD) e il Case Study (CD).
Il Team Design è una sfida sulla risoluzione di un problema di natura tecnico-costruttiva: agli studenti verrà affidato un compito da risolvere in base a precise specifiche di realizzazione. Obiettivo dello scorso anno era la messa a punto del trabucco, arma medievale di assedio, capace di lanciare un oggetto a grande distanza e con la massima precisione possibile.
Il Case Study si basa, invece, sulla risoluzione di un problema di natura economico-manageriale, per la cui realizzazione è fondamentale il contributo di studenti provenienti da diversi settori. La singolarità del quesito proposto nel Case Study è che esso è spesso reale e fornito dalle aziende partner dell’evento.
A decretare i vincitori due giurie, una per ogni prova, composte da un pull di collaboratori EBEC selezionati tra docenti universitari, rappresentanti dei partner della manifestazione e membri BEST.
Chiunque voglia iscriversi dovrà affrettarsi: il termine per partecipare scade il 10 novembre, ma l’adesione è gratuita. Ammessi tutti gli studenti delle facoltà scientifiche della Federico II, potranno immatricolarsi gruppi già formati dalle due alle quattro persone e singoli partecipanti successivamente inseriti in un team.
Chi prenderà parte alla gara dovrà portare solo se stesso, la propria preparazione e tanta voglia di mettersi in gioco in un lavoro collettivo in cui si distingue sempre il gruppo nel suo insieme e non le singole parti. Il resto del materiale necessario per le due prove sarà fornito dall’associazione.
Per concludere, due parole su BEST: ventotto anni di ottimismo, fede nel presente e nel futuro, e tanta voglia di mettersi alla prova. Ecco i punti di forza di un’associazione attiva a Napoli dal ’94 e in Europa dall’89. L’organizzazione, che ora conta novantacinque gruppi locali in trentatré Stati europei, non è grande solo nei numeri. La carta vincente sono i ragazzi, generazioni di studenti che ci credono, contro qualsiasi crisi, promuovendo il cambiamento e l’interazione attraverso eventi, concorsi e scambi interculturali. I membri di associazioni come BEST sono la prova che creatività, impegno e collaborazione possono, insieme, creare qualcosa di unico. È quello che sostiene Ambra Gambardella, ingegnere chimico organizzatrice della competizione EBEC 2017: Per molti studenti EBEC è sinonimo di BEST; per me BEST è un universo, un network di mondi. Quest’anno ho l’opportunità di organizzare un evento che avevo sempre visto da spettatrice, che non avevo mai accolto da partecipante e che ora mi sta stravolgendo sotto i più svariati punti di vista. In questo 2017 la vera rivelazione per me è stata la vita associativa; BEST è una scoperta che da ventotto anni tanti, tantissimi studenti europei fanno ripetutamente.