È una storia lunga quella del proliferare di movimenti e partitini che risale a venticinque anni fa, più precisamente, al febbraio del 1992 quando, in seguito all’arresto di Mario Chiesa a Milano, comincia l’era di Mani Pulite con il successivo crollo dei castelli di sabbia dei gruppi politici, tenuti in piedi dal collante del malaffare sostituitosi progressivamente alle ideologie che hanno consentito al Paese di uscire da una guerra terribile e farlo rinascere.
Nuove formazioni politiche si susseguono sempre più personali, con, una su tutte, la discesa in campo, nel gennaio del 1994, dell’imprenditore Silvio Berlusconi, non proprio sconosciuto a uno dei partiti di coalizioni che hanno guidato la nazione. Il suo ingresso segna l’inizio del populismo, patologia degenerativa di un sistema ormai diffuso che continua a far danni. A tal proposito, nell’ottobre del 2009 un bravo comico e un imprenditore della comunicazione fondano un movimento cavalcando anche l’onda del fallimento berlusconiano che ha creato in molti aspettative andate poi deluse e finito miseramente in un circolo vizioso di nani, ballerine e prostitute.
Come se non bastasse, qualche piccola formazione che per circa vent’anni ha contribuito all’opera di demolizione di quanto costruito con sacrifici dei lavoratori e grande senso dello Stato di alcuni politici della cosiddetta Prima Repubblica, dettando l’agenda politica e calamitando il peggiore odio razziale esistente in alcune aree del nord del Paese, torna oggi dopo ruberie e distrazione di risorse pubbliche a puntare nuovamente al governo, approfittando dei forti venti di xenofobia e ignoranza che soffiano incessanti. La cronaca, infatti, registra negli ultimi giorni anche la marcia su Roma, tra grida e saluti romani contro il Parlamento abusivo, da parte del neo Movimento Liberazione Italia dell’ex generale dei carabinieri, nonché ex parlamentare (con vitalizio) ed ex sottosegretario di Stato, Antonio Pappalardo.
Per non farci mancare nulla, poi, un’altra formazione è pronta a gettarsi nella mischia: è quella della parlamentare di Forza Italia Brambilla che ha fondato il Movimento Animalista con l’appoggio garantito dall’ex Cavaliere: Con Berlusconi il mio partito porterà gli animali nel Palazzo. E qui i commenti si sprecano e ognuno liberamente si diverta.
In queste ore, intanto, i social sono invasi da alcuni video di una donna – di cui ometto il nome per non partecipare al gioco mediatico – che sembra posseduta dal demonio e che, da una rapida ricerca, risulta esperta in video virali, la quale periodicamente, munita di un megafono, all’esterno dei Palazzi romani vomita di tutto contro il potere.
Aveva ragione un mio caro e fraterno amico di vecchia data, ex senatore e da sempre impegnato nel sociale, che commentava così l’ascesa del movimento grillino: Nulla contro il MoVimento, ma hai capito che nel tempo in cui viviamo basta che ti svegli una mattina con la volontà di spaccare il mondo a parole e qualcuno che ti garantisca un minimo di risorse, e con buone probabilità puoi puntare ad avere un seguito e trovarti in Parlamento?
Di populismo, però, non si vive a lungo, nonostante sia una patologia dura a morire e tanto pericolosa da far dimenticare chi ti ha messo le mani in tasca – come nel caso della Lega – o chi per vent’anni ti ha promesso qualche milione di posti di lavoro per poi far rischiare la definitiva bancarotta al Paese. Una malattia che fa proliferare ex generali, ex colonnelli o marescialli rischiando di lasciar precipitare l’Italia in tempi ancora più bui di triste memoria.
Il clima elettorale che si respira da un bel po’ è già pieno di veleni o di veleni che non esistono ma che si evocano, costi anche la testa di un pm da incastrare a dovere. In effetti, la storia anche non troppo lontana qualche esempio lo ha mostrato.