Quando ci poniamo di fronte all’antichità e la contempliamo con serietà nell’intento di formarci su di essa, abbiamo il senso come di essere solo allora diventati veramente uomini, ha scritto Johann Wolfgang Goethe. Ed è proprio così che ci si sente, quando, lontano dai percorsi più conosciuti, ci imbattiamo in vestigia lasciate alla cura di appassionati intenditori del nostro patrimonio culturale.
Visitare il complesso termale di Via Terracina, nel quartiere di Fuorigrotta, noto quasi esclusivamente per lo Stadio San Paolo e la Mostra d’Oltremare, ha il sapore di una scoperta commovente. Ci emoziona la storia del sito, sorto verso la fine del I secolo a. C. e poi ampliato in periodo imperiale, sulla confluenza di tre vie che collegavano Neapolis ai Campi Ardenti e a Puteoli, come una sorta di autogrill del passato, a offrire ai viaggiatori il conforto della sosta. Latrine, bagni termali, spogliatoi ma anche taverne ove mangiare e acquistare generi di necessità, il tutto costruito rispettando un senso dell’accoglienza e della comodità che sorprende e incuriosisce.
La statio, quando fu scoperta nel 1939 in seguito ai lavori dell’antistante fiera, aveva uno stato di conservazione abbastanza buono. Le foto dell’epoca mostrano i mosaici in tessere bianche per il fondo e nere per le scene rappresentanti ambientazioni marine, e ancora marmi, pitture e stucchi parietali. Poco è rimasto: le pareti hanno perso ogni decorazione, i pavimenti sono invasi dal muschio, resiste la struttura tipica degli edifici termali minori, simile alle terme di Agnano e Cuma, articolata in apodyterium, frigidarium, tepidarum e calidarum, la traccia del sistema di diffusione del calore, il perimetro dei locali commerciali, un tratto dell’originario basolato della prima Via Terracina.
Ad accompagnarci in questo viaggio indietro nel tempo i volontari del GAN. Il racconto degli sforzi per strappare all’oblio e al degrado il sito è davvero avvincente. Il Gruppo Archeologico Napoletano è un’associazione autonoma di volontariato senza scopo di lucro, nata nel 1971, che opera nel campo della conoscenza, della tutela e della valorizzazione dei beni culturali e in particolare di quelli archeologici della nostra regione. Un impegno sociale che dura da oltre quarant’anni, rivolto ai cittadini partenopei al fine di preservare la loro identità culturale.
Beato chi scava nel passato: è uno che conquista mille occhi per leggere il presente, sostiene Maria Venturini, e l’attività del GAN, composto da appassionati ma anche da archeologi e storici, si prodiga per salvare dall’oblio pezzi di storia apparentemente minori, tasselli di un passato che non può essere trascurato. Tante le iniziative: materiali per lo studio storico-archeologico di diversi territori dei Campi Flegrei, ritrovamento di importanti reperti, campagne di denuncia, attività didattiche con conferenze, seminari e corsi. Grazie all’attività del Gruppo, condotta in stretta collaborazione con la Soprintendenza Archeologica di Napoli, sono state individuate centinaia di strutture fra cui resti di ville dell’epoca romana con tracce di mosaici e affreschi, necropoli e mausolei, resi fruibili ai visitatori con aperture straordinarie gratuite.
Il sito internet (www.ganapoletano.it) con centinaia di accessi giornalieri è divenuto un punto di riferimento di amanti dell’archeologia, di istituzioni e organi di informazione che lo utilizzano come valido strumento di approfondimento.
Sabato 9 settembre dalle ore 17 alle ore 19 e domenica 10 dalle ore 10 alle ore 13, vi sarà una nuova apertura speciale delle Terme Romane di Via Terracina con visite guidate gratuite, ma in programma, con date da definirsi, vi sono anche visite alle Terme Romane di Agnano, alle ville romane di Ponticelli, Scampia e Marianella e al Mausoleo funerario di Soccavo.
Incontri da non perdere perché il progresso non significa mai dimenticare le proprie origini. Senza memoria non si ritrova neppure la strada del futuro.