La vita intelligente su di un pianeta diventa tale quando, per la prima volta, elabora una ragione della propria esistenza. Se delle creature superiori provenienti dallo spazio mai visiteranno la Terra, la prima cosa che domanderanno, per stabilire il nostro livello di civilizzazione, sarà: «Hanno già scoperto l’evoluzione?» Organismi viventi sono esistiti sulla Terra, senza mai sapere perché, per più di tre miliardi di anni prima che uno di essi cominciasse a intravedere la verità. Il suo nome era Charles Darwin. A dire il vero, altri avevano intuito qualcosa, ma fu Darwin che, per primo, mise insieme una teoria coerente e difendibile che spiegava perché noi esistiamo.
È così che il celebre intellettuale e divulgatore scientifico Richard Dawkins, con poche parole, delinea il ruolo cruciale che il pensiero di Charles Darwin ha avuto nella comprensione del mondo biologico e della nostra condizione umana. Appare quasi superfluo, al giorno d’oggi, doverlo rammentare. Proprio come accadde per Sigmund Freud e la psicoanalisi, la teoria evoluzionista – comprese le innumerevoli modificazioni e i necessari sviluppi epistemologici – è parte costitutiva ed essenziale del nostro immaginario collettivo. In un certo qual modo, è ritenuta scontata, assodata, consolidata.
Ha suscitato, quindi, un inaspettato stupore – oltre che un forte senso di disapprovazione – la decisione del Ministero dell’Istruzione turco di eliminare, a partire dal 2019, dai programmi scolastici lo studio della sezione Origine della vita ed evoluzione, ritenuto controverso e, soprattutto, al di là della comprensione degli studenti, riservandola solamente alle facoltà universitarie.
Questa nuova impostazione è stata immediatamente approvata e incoraggiata dal Presidente della Repubblica Recep Tayyip Erdo?an, che non ha mai celato il suo desiderio di islamizzazione – o, meglio, di teocratizzazione – della vita sociale e culturale turca. Tra gli argomenti selezionati per le scuole superiori, difatti, è stata ridotta anche la parte inerente alla vita e all’operato di Kemal Ataturk, uno dei fondatori della Turchia moderna, preferendo al suo secolarismo una visione più conservatrice.
Appare sempre più coerente il piano educativo del partito dell’AKP, il quale prevede una gioventù religiosa, fortemente indottrinata e lontana da una formazione laica e scientifica. Non mancano, difatti, le preoccupate e vibranti risposte dell’opposizione, rappresentate dalla voce di Baris Yarkadas, del CHP di Istanbul, il quale ha più volte dichiarato che eliminare dai programmi quella che è una teoria dimostrata significa mettere da parte la scienza.
La visione creazionista, di stampo musulmano, si è resa sempre più dominante in uno Stato che, giorno dopo giorno, sembra rinunciare alla bellezza e all’utilità del pensiero critico e alla necessità di un contesto laico. Già da trent’anni, anche attraverso le collaborazioni tra creazionisti turchi e americani, questa teoria è diventata un’alternativa allarmante all’interno della nazione. Per di più, l’odio verso Darwin – a dispetto di quanto appaia nel resto del mondo – pare non essere nato in questi giorni nell’ex impero ottomano, dove soltanto il venti per cento della popolazione crede che l’evoluzionismo sia una teoria vera.
Nel 2008, nel Paese il sito del già citato evoluzionista Richard Hawkins è stato bloccato, perché il creazionista Harun Yahya, autore del libro L’atlante della creazione, riteneva blasfemi e diffamatori i commenti della piattaforma sulla propria opera.
Sempre in Turchia, Çi?dem Atakuman, direttrice del giornale Bilim ve Tekink (Scienza e tecnologia), è stata licenziata, in seguito alla scelta di inserire Darwin nella copertina della rivista, da Ömer Cebeci, vicepresidente del Tubitak, il Consiglio turco per la ricerca scientificata e tecnologica, il quale ha giustificato la propria decisione accusando la donna di essere ignorante e poco aggiornata e cancellando, in seguito, l’articolo dedicato allo studioso inglese, sostituendolo con un altro inerente al cambiamento climatico. Il mondo accademico non ha tardato a farsi sentire, chiedendo le dimissioni di Cebeci, ma sostanzialmente non in modo molto efficace.
Oggi, Aykut Kence, biologo anti-creazionista e professore presso l’Orta Do?u Teknik Üniversitesi, riceve continue lettere minacciose presso la propria abitazione, alcune con in allegato foto che lo ritraggono insieme a Mao Tze Dong.
Insomma, l’ultima cosa ad apparire controversa, in questo scenario è proprio la teoria evoluzionista. Probabilmente, un colpo di Stato che vede dopo nemmeno ventiquattro ore l’arresto di quasi metà del Paese, potrebbe sembrare controverso. Vietare Pacman – insieme ad altri giochi come Tekken e Call of Duty – perché giudicato islamofobo e una fonte di incitamento alla caccia alla vergini velate (se ve lo state chiedendo, sono i fantasmini colorati), anche questo potrebbe essere ritenuto controverso. Magari, stringere patti fratricidi sull’immigrazione con i Paesi europei potrebbe suonare altamente controverso. Ma la teoria di Charles Darwin, no. È stata corroborata, perfezionata, modificata, ma non smentita. Ciò che, invece, è senza dubbio controverso è la totale negazione del pensiero scientifico come pensiero di libertà, come atteggiamento critico verso la realtà e la conoscenza. Perché il sapere si accresce, non si nega.