La polizia ha fatto una carica folle e violentissima in Piazza Santa Giulia in mezzo alle tante persone sedute nei dehors. Il risultato l’abbiamo visto nelle immagini, ci sono delle persone fermate e dei feriti. In Piazza Santa Giulia c’erano studenti, persone con bambini e anche alcune signore anziane che hanno preso le botte della polizia. Doveva essere un’operazione anti-degrado, questo è il RISULTATO! MA SIAMO IMPAZZITI?! Vetri a terra come in piazza San Carlo, ragazze prese da crisi di panico, una signora di cinquant’anni quasi svenuta. Complimenti alle forze dell’ordine per la BRILLANTE operazione di questa notte, una gestione dell’ordine pubblico veramente da cani rabbiosi! – Comunicato del Centro Sociale Askatasuna, Torino, 20 giugno 2017.
Epoké! Proviamo a questo punto ad avanzare un’ipotesi: riavvolgiamo il nastro della memoria riportandola per un attimo indietro fino ai fatti di Roma del 19 febbraio del 2015 e confrontiamoli con quanto accaduto a Torino la sera dello scorso 20 giugno. Probabilmente ad alcuni il confronto tra i due eventi apparirà un po’ forzato, ma facciamo un rapido focus sulle due vicende.
A Roma i poliziotti rimasero pressoché immobili, al netto di qualche blanda carica dissuasiva, a osservare le devastazioni portate dal parapiglia causato da una manica di bestie – i tifosi del Feyenoord – evidentemente disabituata e scossa da così tanta bellezza concentrata tutta in un unico luogo, al punto tale da scambiare Piazza di Spagna per una cloaca. A Torino si è, invece, assistito a scene di autentica e feroce guerriglia urbana sferrata da parte delle forze di polizia contro una folla inerme che, a quanto pare, stava contravvenendo a un’ordinanza sulla vendita degli alcolici recentemente emanata dell’amministrazione cittadina guidata da Chiara Appendino (M5S).
Nel primo caso, riguardante i fatti di Roma, a fronte della richiesta di risarcimento che l’allora giunta capitolina di Marino rivolse al governo olandese, l’Olanda rispose a stretto giro che non aveva nulla da risarcire, in quanto la responsabilità era individuale e in quanto tale andava perseguita.
Nel caso dei disordini del 20 giugno scorso a Torino la responsabilità invece di chi è? O meglio, dov’è? Di quali azioni eversive o devastazioni sarebbero responsabili quei giovani che si stavano divertendo e rilassando prima di affrontare, l’indomani, la prima giornata degli esami di Maturità? Perché non sono state prese in considerazione le responsabilità individuali ma, al contrario, si è rastrellata un’intera folla di pacifiche persone alle prese con una pacifica movida pre-esame?Esistono in Italia le responsabilità individuali o si ritiene ancora che sia necessario punirne pochi, a caso, per educarci tutti? Su un piano puramente fonetico repressione fa rima con educazione, ma siamo sicuri che debba essere la polizia a occuparsene?
Onestamente è piuttosto strano che certe azioni di polizia (o “pulizia”?) vengano perentoriamente autorizzate quando la giunta in carica fa capo al nome di Chiara Appendino. Certo né quella Chiamparino, né quella precedente di Fassino hanno emanato mai, al loro tempo, ordinanze di una portata proibizionista, o presunta tale, al pari di quella emessa dalla giunta pentastellata a seguito dei fatti di Piazza San Carlo, ma tant’è… Quel che conta, però, è che dei ragazzi sono stati malmenati alla luce di un non detto che, a onor del vero, è importante che vada detto: due sere prima, il 18 giugno, si è assistito a un episodio piuttosto inquietante verificatosi in riva al Po, presso i Murazzi. Cosa è accaduto? Un gruppo di liberi cittadini si è disposto intorno a tre carabinieri in borghese che avevano a loro volta circondato due uomini di origine cingalese, sorpresi a vendere alcolici al di fuori dei parametri imposti dall’ordinanza firmata dal Sindaco (per altro oggi accusato di aver eccessivamente blindato Piazza Vittorio Veneto in occasione dei festeggiamenti del 24 giugno, con annesso spettacolo pirotecnico, legati alle celebrazioni di San Giovanni, patrono della città, e indagato per i fatti di Piazza San Carlo). Ma veniamo al non detto: la questione veramente interessante è che tra quei cittadini che hanno circondato i tre agenti a quanto pare c’erano esponenti proprio di quel Centro Sociale Askatasuna, presumibilmente presenti anche la sera del 20 giugno in Piazza Santa Giulia.
Fu, dunque, quella “guadagnata” sul campo da parte dei poliziotti in tenuta antisommossa in Piazza Santa Giulia vera gloria?
Non è dato saperlo con assoluta certezza, ma in democrazia il beneficio del dubbio è quantomeno dovuto. Le risposte sono ovviamente tutte ancora da ricercare e ognuno, con il tempo, si darà la propria, ma per quanto si possa essere dalla parte dei poliziotti di Valle Giulia (Pasolini – 1 marzo 1968), il dato di fatto per ora ci dice solamente che a fronte di uno Stato che continua, a ogni livello e in ogni ambito, a fare il debole con i forti e il forte con i deboli, mentre le forze dell’ordine eseguono perché i governi ordinano, i giovani subiscono, in una società in cui il terrorismo è sempre di destra, il burattinismo è sempre di sinistra, ma il culo è sempre del popolo. Come canta in una bellissima canzone un po’ datata, ma spaventosamente attuale, Franco Battiato, affinché il Sol dell’avvenire splenda ancora sulla Terra, facciamo un po’ di largo con altra guerra… o guerriglia?