Aveva fatto rumore, lo scorso anno, la scissione interna che il Salone Internazionale del Libro di Torino aveva subito a favore di Milano, con i grandi editori che, dopo anni di manifestazioni sottotono tra le sale del Lingotto, avevano deciso di puntare sulla capitale economica lombarda per rilanciare la principale fiera letteraria italiana e concorrere, in maniera degna, con i cugini tedeschi di Francoforte.
Tanti, tantissimi scrittori, editori minori e associazioni non fecero attendere il proprio sdegno, il proprio volere contrario alla decentralizzazione della kermesse, eppure, in un apparente malcontento generale, Tempo di libri, ha ufficialmente aperto i battenti in zona Rho soltanto un mese fa.
Al contrario di quelli piemontesi, gli organizzatori lombardi hanno da subito puntato su spazi più larghi per gli espositori – quarantacinquemila mq contro i trentacinquemila di Torino – e su ospiti di grido per attrarre, tra le fila degli stand, curiosi, appassionati e addetti ai lavori.
A distanza di soli trenta giorni, però, il Salone del Libro – SalTo – si rifà il look e risponde alle critiche come meglio non avrebbe potuto.
Firmato da Nicola Lagioia e presieduto da Massimo Bray, il SalTo, giunto alla sua sua trentesima edizione, doppia Tempo di libri in termini di biglietti venduti ancor prima di aprire le porte ai visitatori, oggi 18 maggio, fino al prossimo lunedì.
Il merito è facilmente rintracciabile nel programma della manifestazione, mai così ricco di eventi, presentazioni, proposte, autori – affermati ed emergenti – ed editori. Milleduecento gli appuntamenti segnati sul calendario, scrittori del calibro di Daniel Pennac e Luis Sepúlveda, oltre mille case editrici, tra cui la E/O della celebre Elena Ferrante che, proprio per le controversie di cui sopra, non aveva preso parte al salone milanese. Grande spazio riservato alle arti figurative e alla musica.
Esulta il Sindaco della città di Torino, Chiara Appendino – un risultato che considero di tutta la città e di tutti i torinesi –, e le fa eco Alessandro Baricco che nel capoluogo del primo cittadino del M5S ha impiantato da anni la sua celebre scuola di scrittura, Scuola Holden: Il Salone del Libro è un brand come la Nutella – ha dichiarato a La Repubblica – è difficile riproporre la stessa formula altrove. Per l’Italia intera non conviene che tutte le iniziative di maggior peso si concentrino solo a Roma e Milano.
Il tema di questa trentesima edizione è “Oltre il confine”, scelto sulla base dell’epoca che il mondo intero sta vivendo, un tempo che sembrava volesse distruggere i muri e invece torna a costruirne.
I libri hanno sempre teso una mano, unito popoli lontani, conferito eternità a storie che meritavano e tutt’oggi meritano di essere raccontate. Hanno spesso risvegliato coscienze, interrogato anime smarrite, disturbato il potere che si fa nel silenzio. La parola scritta su carta è ancora l’arma più potente, Torino il fortino che la custodisce. E non può essere altrimenti.