L’anomalia tutta campana della mancata nomina degli assessori alla Cultura al Comune di Napoli e alla Regione (di quest’ultima anche alla Sanità) è stata più volte oggetto della nostra attenzione.
Le deleghe avocate a sé dal Sindaco Gaetano Manfredi e dal Presidente Vincenzo De Luca sono una stranezza evidenziata nel corso delle sue prime visite in città anche dal neo Ministro della Cultura, il napoletano Gennaro Sangiuliano, che però non risulta si sia reso promotore di particolari iniziative per riportare alla normalità un settore strategico in un territorio che in anni recenti ha registrato un significativo incremento turistico con il conseguente considerevole aumento di visitatori di siti museali e di interesse culturale e la partecipazione a eventi di grande richiamo artistico come quelli organizzati dal teatro nazionale Mercadante o a Pompei.
I mancati finanziamenti da parte della Regione al Teatro San Carlo e al Mercadante annunciati in questi giorni, le cui ragioni appaiono del tutto personali, e culminati con irricevibili epiteti all’indirizzo dei vertici del teatro nazionale, ancora una volta ripropongono il tema della singolare figura del Presidente della Regione divenuto ormai personaggio di maggiore interesse televisivo del comico e conduttore Maurizio Crozza.
La decisione di De Luca, annunciata come sempre in maniera plateale, non riguarda una semplice riduzione dei contributi ma un vero e proprio azzeramento: fondi negati ai due massimi teatri del capoluogo ma invariati, manco a dirlo, quelli al Teatro Verdi e alle luci d’artista di Salerno, città del Presidente che ha sempre avuto un atteggiamento per niente benevolo nei confronti di Napoli.
Tristemente famosa la frase «Perché lì ci sono persone geneticamente ladre: ladri di camorra o ladri di pubblica amministrazione non fa differenza» pronunciata nel corso del Forum della comunicazione sulla green economy e sullo sviluppo ecosostenibile tenutosi a Roma nel 2015.
Come non ricordare i rapporti per nulla corretti nei confronti dell’ex Sindaco Luigi de Magistris apostrofato più volte con termini scurrili. «Sequestratelo e sputategli in faccia»: così nel 2018, parole al veleno riprese da una registrazione audio di un dialogo con un rappresentante dei lavoratori socialmente utili del Comune di Napoli che chiedevano di essere stabilizzati, come riportato da Irpinianews.it.
Nulla di nuovo. Un atteggiamento da sempre tollerato dal suo partito di riferimento almeno sulla carta. Partito uscito improvvisamente allo scoperto proprio in occasione degli annunciati mancati finanziamenti, attraverso il neo responsabile alla Cultura Sandro Ruotolo con uno scarno comunicato di otto righe sul sito del PD dal titolo Cultura, Ruotolo: “Tagli a Mercadante e San Carlo schiaffo a Napoli, solidarietà a Roberto Andò”.
Reazioni tranquille anche quelle del Primo Cittadino di Napoli che si è limitato ad affermare: «Mi auguro che da parte della Regione ci sia un ripensamento e che possa contribuire ulteriormente sul Mercadante. Evidentemente si considera più importante finanziare altre istituzioni, ma dovete fare questa domanda al Presidente della Regione». Assieme al Ministro Sangiuliano, il Sindaco ha assicurato di attivarsi per reperire le risorse negate.
Nel frattempo, Salerno si prepara all’installazione delle luminarie anche quest’anno finanziate con due milioni di euro e il Presidente Vincenzo De Luca continua la sua battaglia per il terzo mandato. Vedremo questa volta se il PD con la sua segretaria farà valere la propria voce o soccomberà al partito personale del Presidente.
Ma, al di là delle vicende personali, resta il tema di fondo della gestione di un settore, quello della cultura, troppo spesso relegato ad annunciare eventi piccoli, medi e grandi fuori da ogni contesto generale, di una idea di città che ha ragione di pretendere il rispetto del suo patrimonio immenso, dei suoi Artisti di ieri e di oggi, patrimonio di cui non sempre sembra essere a conoscenza chi detiene il potere politico, la gestione della memoria e del presente, il più delle volte limitando l’operato all’attribuzione o meno di finanziamenti ponendo sullo stesso piano una sagra o uno spettacolo in teatro o in quello che è tra i più grandi musei a cielo aperto al mondo.
Occorrono politiche mirate e competenze, non gestioni affidate volta per volta a consulenti seppur rispettabili ma estranei a un contesto di politica generale.
Occorrono dedizione e disponibilità assolute, capacità di ascolto delle tante espressioni artistiche presenti in città, di quanti svolgono la loro attività a contatto diretto con il pubblico percependone emozioni, gradimenti e anche disapprovazioni. Responsabili di un settore che devono necessariamente occuparsi anche di preservare la memoria dei figli migliori della città che hanno contribuito ad arricchirne il patrimonio culturale.
Occorre evitare annose attese e solleciti continui di cittadini sensibili e attenti a onorarne la memoria o, peggio, sottostare a improvvisazioni del politico di turno, per intitolare una strada o un sito della città a una artista anziché a un altro di consolidato e riconosciuto spessore.
Questi sono soltanto alcuni esempi di come la cultura debba essere gestita con competenza in un quadro più complesso e articolato che non sia limitato a un insieme di cifre da distribuire a destra e a manca, peggio se sotto ricatto.
Il cammino intrapreso dalla precedente Amministrazione, con un’attenzione massima a custodire la memoria di una grande capitale del Mediterraneo ricca di storia, è stato un buon inizio che va riconosciuto all’ex Primo Cittadino al di là di posizioni politiche preconcette e/o in malafede e a colui che senza riserve può essere indicato come il migliore Assessore alla Cultura che il Comune di Napoli abbia avuto, quel Nino Daniele dell’Assessorato dalle porte sempre aperte e disponibile ad ascoltare e accogliere il contributo di chiunque aveva a cuore la cultura e il patrimonio della città, gestendo il settore senza un euro ma con una disponibilità, competenza e un cuore senza uguali.