La scienza è a favore della diversità. La nostra testata ha già affrontato il tema della rubrica di questo sabato, non ultimo nell’articolo di pochi giorni fa così titolato: Sostituzione etnica: il ritornello di una destra destinata al fallimento. È necessario, però, tornare a discuterne.
Oggi, specialmente con frasi pronunciate dagli esponenti più alti del governo, si parla di immigrazione come di un problema da risolvere, da tenere sotto controllo, una fonte di difficoltà o rischio per la sicurezza. L’immigrazione, invece, genera la società multiculturale e la diversità culturale è fonte di maggior valore, ricchezza e guadagno per la società e questo lo dice anche la scienza.
Razzismo e xenofobia, in cambio, si nutrono di pregiudizi e luoghi comuni espressi con leggerezza, nonostante le loro conseguenze violino i diritti umani e civili di milioni di persone. I modelli proposti dal discorso pubblico non vogliono mettere in luce gli aspetti positivi della multiculturalità, dipingendo il diverso come pericoloso per la sopravvivenza della nostra cultura. L’approccio verso la migrazione e l’integrazione è gestito in maniera grossolana da molti Comuni italiani con scarsità di obiettivi e, molto spesso, di risorse.
La scienza dice a chiare lettere che la diversità è valore e ricchezza in quanto, da un punto di vista biologico e storico antropologico, è stata la vera chiave del successo evolutivo della specie umana. Il razzismo nasce infatti da estrema ignoranza verso la conoscenza di questi processi. Teorie razziste si contrappongono a cultura e a scienza anche se, nel corso dei secoli, la scienza stessa è stata strumentalizzata proprio a sostegno di teorie razziste. Succede, purtroppo, ancora oggi.
Il razzismo scientifico affonda le sue radici nel determinismo biologico e possiamo collocare la sua nascita tra il XVIII e il XIX secolo. Paradossalmente, nella stessa epoca maturavano, in Europa e in America, i movimenti che sostenevano l’abolizione della schiavitù e che si opponevano alle politiche colonialiste. In realtà, in nome della presunta obiettività della scienza, si è cercato di dare giustificazione al diritto alla sopraffazione dell’uno sull’altro, alla difesa dei privilegi dei gruppi dominanti ai danni di quelli subalterni.
Le tesi del determinismo biologico fanno riferimento a una concezione sbagliata delle leggi della natura e, ciononostante, nel corso degli ultimi secoli, sono state usate per legittimare lo schiavismo, il colonialismo, la segregazione di gruppi etnici minoritari, la discriminazione, la persecuzione e persino il genocidio. Sebbene sia un’idea vecchia e derivi da una dottrina del tutto screditata sul piano scientifico, rimane difficile da estirpare dal pensiero corrente.
La scienza ci parla dell’origine, del valore della diversità umana a livello biologico per mettere al centro le persone invece che categorie astratte come le razze o le etnie. Gli italiani stessi hanno la loro identità nella diversità poiché la storia del nostro Paese è sempre stata una storia di migrazioni, incroci e contaminazioni. Tanto è vero che l’Italia ha la maggiore diversità genetica e linguistica tra tutti gli Stati europei.
Per non far prender piede al razzismo è nostro dovere, anche se un razzista non cambierà idea, opporsi con forza ai tentativi di legittimazione di frasi discriminatorie. Ogni forma di razzismo prova a giustificarsi, anche se non esplicitamente, anche a livello biologico.
Se oggi esiste e prosperano i sapiens (noi), lo si deve al fatto che all’interno dell’unità della nostra specie si trovano in constante rimescolamento una serie di diversità da cui dipende la capacità di adattamento ai diversi ambienti, la sopravvivenza stessa.
La scienza dimostra che il razzismo è privo di fondamenti biologici e, persino, controproducente. Se fate notare questa cosa a un razzista, egli si potrà offendere per essere stato definito tale e vi vomiterà addosso altri tentativi di giustificare il proprio razzismo che deriva da una sola cosa: profonda ignoranza. Non diamo spazio all’ignoranza e soprattutto non permettiamo, mai, che frasi razziste vengano legittimate.