Nell’esperienza di lettrice che ha accompagnato la mia vita, mi sono fatta l’idea che esistono due tipi di raccolte di racconti: quelle nelle quali, anche se apparentemente separate, le storie narrate si uniscono e ne narrano, in qualche modo, una più grande; e le raccolte di storie che non sono unite da alcun filo comune, che sono solo pezzi di racconti messi insieme, abbastanza copiosi da formare un volume, ma non abbastanza connessi da formare un libro. Con la lettura di Ma tu guarda il mondo di Mirko Revoyera, invece, ho scoperto una terza tipologia che dona una dignità diversa a tutta la categoria.
Mirko Revoyera ha già avuto esperienza con la forma dei racconti: è uno scrittore e autore teatrale di origini umbre che può racchiudere efficacemente il suo lavoro nel mestiere di cantastorie. Scrive e porta in scena vicende sia per adulti sia per ragazzi e ama lo stile del racconto, come dimostrano le innumerevoli novelle che ha pubblicato. La passione per la fiabistica internazionale emerge dalla sua opera: sebbene si tratti di storie contemporanee e non ci siano le caratteristiche riconoscibili delle letture alla c’era una volta, quelle narrate da Revoyera hanno qualcosa delle favole di un tempo, qualcosa di magico che permette al libro di assumere la forma di una fiaba.
La sua più evidente capacità è quella di osservare l’ordinario e di vedervi una vicenda degna di nota, una storia che ha bisogno di essere raccontata e, probabilmente, una storia che può far bene anche a chi la legge ed è in grado di immedesimarsi. Ma tu guarda il mondo dà effettivamente l’impressione di essere il risultato dell’osservazione della vita e delle persone nell’esperienza dell’autore. I personaggi, tutti diversi, narrati in modi diversi e secondo punti di vista differenti, vivono esperienze di vita apparentemente slegate ma che, in realtà, sono connesse dal filo comune della quotidianità. Quelle di Revoyera sono storie ordinarie che, però, di ordinario non hanno nulla, perché sono in grado di coinvolgere il lettore a tal punto da immedesimarsi in ognuno dei personaggi, qualunque sia la loro storia, la loro esperienza o l’ambientazione. Quella che racconta potrebbe essere, in effetti, la storia di ognuno di noi.
Questa raccolta di racconti, tutti brevi ma particolarmente intensi, segue Il Cercatore del Tempo, entrambi editi da Futura. Racchiude in modo sorprendentemente armonioso trentatré storie, slegate l’una dall’altra, ma unite da magia. Nel procedere ordinario della vita, si intrecciano talvolta momenti inspiegabili, eventi misteriosi e memorabili. Eventi, in qualche modo, straordinari nella loro ordinarietà. Credo sia questo il punto focale del libro: ognuno di noi, nel corso della sua vita, cerca momenti unici, cerca qualcosa di speciale da associare a se stesso per non essere solo un piccolo pezzo di una moltitudine. In Ma tu guarda il mondo, Revoyera fa molto di più.
Narra personaggi tutti diversi, pagine brevissime che percorrono una vita intera o racconti più lunghi e articolati che si svolgono nell’arco di poche settimane. E con la mai stonata varietà delle storie che si susseguono e si intrecciano e si sovrappongono, ci dimostra che quello straordinario che cerchiamo costantemente, e che spesso non vediamo, è lì. Noi, da dentro, dall’immersione totale nelle nostre vite, non possiamo vederlo e andiamo avanti, viviamo alla ricerca, talvolta consapevole, talvolta completamente inconscia, di qualcosa che è già, che è qui. E che basta l’attento occhio osservatore di una persona esterna per notarlo.
Non ci sono correlazioni vere e proprie tra le storie di questa raccolta, dicevamo. Non ci sono linguaggi comuni, punti di vista simili, non c’è continuità temporale. Ma c’è qualcosa che le tiene profondamente unite: il guizzo magico che ogni vita mostra a chi la osserva dall’esterno, l’incredibile racchiuso in luoghi insospettabili, in persone comuni. Ecco, questo è proprio il tipo di raccolta di racconti che fa per me, quella che, attraverso la narrazione di innumerevoli e piccoli frammenti di storie, ne racconta una più grande e speciale: quella umana.