Che il lockdown non abbia sortito quegli effetti sperati di rinnovamento e miglioramento del genere umano purtroppo è cosa tristemente risaputa e gli esiti ancora oggi riscontrabili ne sono ampia prova. Che il mondo dell’arte in tutte le sue espressioni abbia pagato un prezzo molto alto per un lungo fermo di tutte quelle attività di contatto con il pubblico è anch’essa una realtà che purtroppo i tanti artisti e addetti ai lavori hanno provato sulla propria pelle.
Ma, come per ogni accadimento della vita, non sempre tutto risulta tristemente negativo, un periodo buio per molti aspetti ma favorevole per quanti hanno saputo cogliere il momento per favorire una creatività e una riflessione più attenta sulle proprie espressioni artistiche. E Roberto Michelangelo Giordi, l’artista che mette a nudo la sua arte tra Napoli e Parigi, è tornato al suo pubblico con un’opera che lui stesso definisce potente, un disco un libro e uno spettacolo imperniato tutto sullo smarrimento identitario dell’Occidente e il suo desiderio di riscatto.
Aliene sembianze, questo il nome del suo recente lavoro sugli ultimi, di quanti ancora hanno la forza di lottare per disvelare il miracolo della bellezza, come lo stesso autore tiene a sottolineare.
A tre anni da Il sogno di Partenope, il fortunato lavoro risultato nella rosa dei cinque album di interpreti più belli dell’annata del prestigioso Premio Tenco, Giordi ha voluto sperimentare la fuga dalla canzone inoltrandomi nei territori della prosa e del teatro col desiderio di raccontare storie più articolate. E così, per ogni canzone ho scritto un racconto e da ogni racconto ho tratto dialoghi e monologhi. Avevo voglia di raccontare in uno spazio linguistico più ampio la mia visione del mondo, di parlare dei personaggi che immaginavo da tempo. Tutte queste aliene sembianze sono figure in cerca di un riscatto da una società sempre più distopica e alienante. Anime in bilico tra la Terra e il Cielo, nelle quali ciascuno di noi può rispecchiarsi e trovare una parte di sé.
Durante il periodo del lockdown, l’artista ha voluto mettersi a nudo affidando alla voce e alla penna la sua esigenza espressiva scrivendo quattordici canzoni e altrettanti racconti di figure alienate portate successivamente in scena che si muovono in cerca di universi paralleli dove riaffermare il senso della propria umanità, in un ponte ideale tra canzoni, narrativa e teatro.
Roberto Michelangelo Giordi – che abbiamo conosciuto in occasione di una bella intervista che vi riproponiamo qui – incontrerà il suo pubblico presso il Teatro Instabile Napoli diretto da Gianni Sallustro in Vico Fico Purgatorio ad Arco 36, venerdì 9 dicembre alle ore 20:30, e a Roma il 14 dicembre presso il Teatro Porta Portese alle ore 21.