Mi risponde come un fiume in piena Davide Savino appena gli chiedo: «Ma che stai combinando? Ho letto della prossima apertura della Casa dei Fiori Volanti». Conosco Davide da circa quarant’anni, in pratica da sempre, la sua età tra alcuni mesi.
Laureato in Economia e giornalista professionista, una gavetta tra redazioni e uffici stampa, tra apprezzamenti, delusioni e qualche premio come il Rotary e il Landolfo a Napoli, sei anni fa una vacanza a Tuscania, nell’alto Lazio, porta Davide a stabilirsi lì per un anno collaborando con alcune testate locali per poi ritornare dodici mesi dopo decidendo di appendere la penna al chiodo.
«Ad aprile dell’anno scorso compro un ettaro e mezzo di terra con casale e uliveto e mezzo ettaro di seminativo, e metto su una piccola azienda agricola che produce ortaggi e olio di oliva. Comincio, così, a costruire la casa. Nell’estate 2021 allevo due specie di farfalle che si trovano in Italia, ma non apro al pubblico perché prima devo capire come funziona il tutto. Oggi finalmente sono pronto per aprire le porte della Casa dei Fiori Volanti ma, sia chiaro, tutto questo è nato per merito di una donna, per queste cose è sempre così. Mi ero da poco lasciato con la mia ragazza – con la quale continua una bella amicizia e mi aiuta anche nell’allevamento – a cui piacciono tantissimo le farfalle e per farmi perdonare avevo pensato di costruire per lei una piccola casa dedicata a questi insetti, certo più grande di quella che avevo pensato, e di farla diventare un’attrazione vera e propria».
Davide, il nome Casa dei Fiori Volanti di Tuscania, più che di un progetto è il nome di un sogno che si concretizza. La mente va subito a Hemingway, all’incantevole spazio in cui camminare nel verde, tra farfalle uniche per colori e forme, a Key West in Florida e allo Sloppy Joe’s, il bar preferito dallo scrittore. Quale il contesto in cui volano le farfalle?
«Questa estate, in serra, avrò tre tipi di farfalle. Si tratta di farfalle autoctone, quindi si possono osservare anche in natura, ma è molto più facile poterle osservare all’interno della casa. In particolare, sfarfalleranno Macaone, Cavolaia maggiore e Vanessa del cardo. La Casa è una serra di 210 metri quadrati alta circa 5 metri nel punto più alto, al cui interno, su un prato, ci sono numerose piante da fiore che danno nutrimento alle farfalle e uno spazio dedicato alle piante nutrici dei bruchi. Da noi si può osservare tutto il ciclo dei lepidotteri, dal bruco alla farfalla passando per la crisalide. L’interno è concepito come una casa, ci sono anche dei mobili, un tavolino con le sedie, delle poltrone e uno spazio dove c’è una vasca idromassaggio per potersi rilassare mentre ti volano intorno decine di farfalle colorate».
Quali gli obiettivi e a quale pubblico è destinato il tuo progetto?
«L’obiettivo è quello di affiancare all’attività agricola un’attività di allevamento un po’ diversa dal solito. Molti anni fa ci sono stati dei tentativi in Italia di allevare il baco da seta, una splendida falena bianca, ma sono falliti miseramente. Oggi invece c’è un mercato in espansione per i kit didattici che si stanno diffondendo tra i bambini, ma anche adulti che vogliono scoprire a casa come vive un bruco. Io punto a questo nuovo mercato, ma per adesso mi sto concentrando sul territorio locale. Vorrei vendere i bruchi che allevo per far provare questa esperienza alle persone del posto, poi in futuro chissà. La mia offerta è rivolta a tutti, grandi e piccoli, perché oltre alla vendita dei bruchi, propongo una vera e propria esperienza di immersione completa nel mondo di questi splendidi insetti con la possibilità di visitare la Casa dei fiori volanti».
Dopo anni trascorsi a raccontare realtà, fatti e anche sogni altrui, che sensazione provi a costruire il tuo?
«È vero, con il mio vecchio lavoro mi capitava spesso di raccontare dei sogni altrui, ma anche di storie di riscatto, di impegno ripagato, ed è quello che sto facendo qui. Più che costruire, sto cercando di realizzare il mio sogno. Si dice che se vuoi che i tuoi sogni diventino realtà, allora ti devi svegliare. Io mi sono svegliato».
Il progetto nasce anche dalla delusione del mondo dell’informazione che non valorizza talenti ed è incapace di indicare percorsi e sbocchi professionali dignitosi o avresti comunque inseguito il tuo sogno?
«Purtroppo credo che nel nostro Paese il mestiere di giornalista non sia considerato come dovrebbe. Ci sono giovani colleghi che sono davvero bravi. Anche io, fino a qualche anno fa, ho provato a introdurre innovazioni nel giornalismo, ma durano poco e solo all’inizio, poi la gente perde interesse e addio. Il problema sta nel fatto che deontologicamente noi dobbiamo cercare la verità nelle notizie che diamo, ma nel nostro Bel Paese chi vuole davvero saperla la verità? Come vedi ho scritto noi, perché è vero che ora faccio altro, ma mi sentirò sempre un giornalista e se avessi avuto la possibilità ora starei ancora a cercare la verità per gente che forse non vuole saperla».
Un antico proverbio africano dice: La farfalla non conta gli anni ma gli istanti, per questo il suo breve tempo le basta. Ritieni di trasmettere ai visitatori l’importanza di apprezzare tutti gli istanti che la vita ci offre?
«La vita è breve e non sai quanta te ne rimane, ma è una cosa meravigliosa e quella dei bruchi che si trasformano in farfalle è la sintesi perfetta di tutta la nostra esistenza terrena: breve, intensa, dura, meravigliosa. Istanti, esatto. Ma non è di questi, di attimi incredibili e meravigliosi che è fatta la nostra vita, in fondo? Da quando ho cominciato questo lavoro, io mi godo tutte le albe e i tramonti di ogni giorno, vedo crescere le mie piante, nascere le mie farfalle. Sono tornato a essere un umano che vive su questo pianeta, così come dovrebbe essere e spero di riuscire a trasmettere tutto ciò a coloro che mi verranno a trovare nella Casa dei Fiori Volanti».
Buona fortuna, Davide!