Diciamolo subito: cinema natalizio significa soprattutto ricordi, nostalgia, pellicole evergreen riproposte ogni dicembre che, per qualche ignota ragione, non possiamo fare a meno di rivedere e restare ogni volta entusiasti pur conoscendone le battute a memoria. Mamma ho perso l’aereo? Una poltrona per due? Sicuramente. Ma una piccola fetta di noi, quella che al Natale piace unire il brivido e un po’ di sano trash, ha ancora in mente una specifica frase: mai nutrirlo dopo la mezzanotte.
Il nostro cult di quest’anno è proprio lui, Gremlins. Classe 1984, regia di Joe Dante e scrittura di Chris Columbus. L’inventore Rand Peltzer è alla ricerca di un regalo di Natale per suo figlio Billy e scova in uno strano bazar un mogwai, buffa creaturina pelosa. Nonostante non sia in vendita, il signor Peltzer riesce ugualmente a portarlo a casa, con la promessa di rispettare tre semplici regole: mai esporlo alla luce forte, mai bagnarlo né dargli acqua da bere, mai nutrirlo dopo la mezzanotte. Indovinate chi non rispetterà nessuna di queste regole?
Gremlins è quel film di Natale non convenzionale ormai saldo nella memoria e nel cuore di ognuno di noi, soprattutto degli amanti della favola nera e un po’ grottesca. Effetti speciali oggi forse discutibili ma per gli anni Ottanta assolutamente innovativi, nel cast troviamo Zach Galligan, Hoyt Axton, Jonathan Banks (un giovanissimo Mike di Breaking Bad e Better Call Saul) e persino un cameo di Steven Spielberg, il quale è altresì produttore esecutivo. A causa di alcune scene ritenute troppo violente per l’epoca, il film fu sottoposto a limitazioni, proprio come successe con Indiana Jones e il Tempio Maledetto, per poi entrare di diritto nella schiera delle migliori pellicole di quel decennio, adatte a tutta la famiglia grazie ai toni stemperati, tra fantastico, orrore e commedia.
Chi ha incastrato Babbo Natale?, invece, è il titolo del nuovo film diretto e sceneggiato da Alessandro Siani, con Gianluca Ansanelli e Tito Bufalini. Per gli estimatori della commedia italiana natalizia da guardare rigorosamente in sala, tra divertimento e buoni sentimenti. Siani è di nuovo in coppia con Christian De Sica, esattamente come ne Il principe abusivo (suo esordio nel 2013) e il feeling tra i due è evidente. Si erano ripromessi di fare un altro film insieme, dove ridere di gusto e dove potessero trovare spazio anche emozioni forti.
Siamo in Lapponia e Babbo Natale (De Sica) ha serie difficoltà con la produzione dei regali, sempre più tecnologici, soprattutto a causa della concorrenza della Wonderfast (palese riferimento ad Amazon), azienda privata specializzata in consegne rapide. È proprio l’elfo Rocco (Leigh Gill) ad allearsi segretamente con la società, al fine di far fallire Babbo Natale. Per farlo, convincerà il buon Babbo ad assumere un certo Genny Catalano (Siani), anche detto il re dei pacchi, dove per pacchi non si intende quelli regalo bensì dei grandiosi imbrogli. Ci riuscirà?
Assieme al duo, un’eccezionale Angela Finocchiaro e un’inedita Diletta Leotta. Una commedia spassosa e adatta a tutte le età, condita da un pizzico di fantasy ed elementi tipici della tradizione napoletana, in grado di generare anche una riflessione sul mondo contemporaneo e sulle disuguaglianze economiche. Il film, tuttavia, non convince appieno. Lo svolgimento è piuttosto banale, l’ironia è spesso puerile e si sfora la tipica sospensione dell’incredulità. Un peccato, anche perché era un ottimo pretesto per andare oltre la comicità e approfondire tematiche ben più rilevanti.
Per tutti i Netflix-addicted, potrete trovare sulla piattaforma la commedia romantica del 2021 Single per sempre? (Single All The Way), firmata Michael Mayer per la regia e Chad Hodge per la sceneggiatura. La trama ripropone una storia già vista in varie salse eppure un po’ nuova allo stesso tempo. Il protagonista è Peter (Michael Urie), un assistente pubblicitario perennemente single. Per evitare di farsi compatire come al solito dalla sua famiglia durante le festività natalizie, si rivolge al suo miglior amico Nick (Philemon Chambers) chiedendogli di spacciarsi per il suo fidanzato. Ma le cose non vanno come previsto: la madre di Peter, Carole (Kathy Najimy), non è stata con le mani in mano e gli ha organizzato un appuntamento al buio con James (Luke Macfarlane), attraente allenatore.
Single per sempre? debutta come prima storia d’amore natalizia LGBTQ+ su Netflix, rompendo audacemente i cliché del genere. Ma il passo avanti è doppio: al di là dell’amore omosessuale, il film ha un altro merito ed è quello della legittimazione. Il punto focale non è l’orientamento sessuale – troppo spesso, ancora oggi, il personaggio omosessuale o fa da spalla a un amore eterosessuale o deve lottare per l’approvazione dei cari – bensì la perenne singletudine del protagonista. Gli ingredienti sono quelli delle classiche rom-com natalizie: buoni sentimenti, equivoci, una famiglia numerosa e invadente e… tanto, tanto Natale. Da vedere anche solo per l’interpretazione di Jennifer Coolidge nei panni dell’eccentrica zia Sandy.
Concludiamo con un’altra pietra miliare della settima arte a 360 gradi. La vita è meravigliosa (It’s a wonderful life) è il capolavoro di Frank Capra, commedia fantasy del 1946 che ottenne ben cinque candidature Oscar. Un film non pensato inizialmente per il periodo delle feste ma che lo è diventato nel tempo, a causa di un problema di copyright che permise alla tv americana di distribuirlo massicciamente durante le festività. Se siete amanti dei filmoni di un tempo, memorabili e diretti da uno dei registi più significativi dell’epoca d’oro di Hollywood, La vita è meravigliosa è esattamente ciò che fa per voi.
James Stewart è George Bailey, un uomo che ha passato la sua vita a rinunciare a sogni e aspirazioni per gli altri. Alla vigilia di Natale, sull’orlo del fallimento e in preda alla disperazione, è sul punto di suicidarsi. In suo soccorso, però, arriverà un angelo custode mandato da Dio.
Basato sul racconto The Greatest Gift di Philip Van Doren Stern, il film ci mostra l’avidità dell’essere umano ma anche la sua grande generosità, in uno scontro infinito tra individualismo e collettività. Ci insegna che nessun individuo è un fallimento e che la vita è sempre degna di essere vissuta. Grazie alle magistrali interpretazioni di Stewart, di Donna Reed, Lionel Barrymore ed Henry Travers, questa montagna russa di emozioni si è insinuata di generazione in generazione divertendo e insieme commuovendo e ha fatto scuola nel tempo. Seppur non esplicitamente, il film ha ispirato The family man di Brett Ratner, altra celebre commedia natalizia degli anni Duemila. Con un ottimo Nicolas Cage quando ancora non era un meme, è la storia di un uomo, presidente di una grossa azienda a Wall Street, che si ritrova a vivere una vita diversa dalla sua a causa di un “intervento divino”.
E voi cosa guarderete a Natale?