È senza tempo, la conoscono tutti, nessuno escluso, ed è difficile non apprezzarne il valore, anche se il suo non dovesse essere il genere di lettura preferito: Jane Austen è indubbiamente una delle scrittrici più celebri al mondo e i suoi romanzi hanno fatto la storia della letteratura. Protagonisti di adattamenti cinematografici, racconti, critiche e reinterpretazioni, i suoi libri restano, in qualche modo, sempre verdi e possono essere declinati in molte maniere diverse. Il romanzo di Natalie Jenner, Jane Austen Society, ne è la prova. Edito in Italia da Vintage Editore, il libro d’esordio della giovane scrittrice è stato candidato a ben due Goodreads Awards e ha già conquistato il pubblico della narrativa storica.
Protagonisti del romanzo sono un po’ il luogo in cui le vicende si svolgono, Chawton House, l’ultima dimora della nota scrittrice inglese e la cittadina che la circonda, e un po’ anche la stessa Austen che, sebbene non sia presente nel libro – ambientato oltre un secolo dopo la sua morte – resta una figura fondamentale per la vita di tutti i personaggi che lo animano. Mosso dall’amore per la penna della grande scrittrice, infatti, un eterogeneo e insolito gruppo di persone mette insieme le proprie forze per salvare la dimora e il retaggio di Jane Austen.
La narrazione non scorre in modo lineare poiché rimbalza da un personaggio all’altro e alle loro vite prima che la Jane Austen Society potesse anche essere solo immaginata. La guerra e i dolori che ne derivano, però, fanno da sfondo alle vicende di tutti gli attori in scena, ognuno colpito in un modo o nell’altro dal terribile periodo. La storia, infatti, è ambientata nel 1945, immediatamente dopo la fine della Seconda guerra mondiale e le vite dei personaggi sono inevitabilmente influenzate dalle tragedie che il conflitto ha portato con sé. Eppure, sebbene i turbamenti della violenza li abbiano segnati, la letteratura e l’amore per le opere di Jane Austen tingono le loro esistenze di un nuovo scopo.
La presenza, seppur invisibile, della scrittrice e della sua letteratura non è solo un pretesto per dare vita a una storia avvincente. Chiunque abbia amato i romanzi dell’autrice inglese incontrerà, in queste pagine, qualcosa di più di semplici riferimenti a Orgoglio e Pregiudizio o a Emma. La passione di Natalie Jenner per gli scritti di Austen traspare dai piccoli dettagli che solo un assiduo lettore può cogliere. L’attenta analisi di alcuni passaggi o discorsi dimostra quanto, leggendo e rileggendo ognuna delle sue opere, si possano scorgere nuovi indizi sui messaggi che Austen ha voluto più o meno implicitamente lasciare. Dopotutto, come gli stessi personaggi di Jenner ricordano, la letteratura è la lente attraverso la quale comprendere la società. Una consapevolezza non solo affermata nel libro, ma anche dimostrata attraverso lo scorrere della narrazione, che avvicina ogni pagina di più al modo sottile in cui Jane Austen disseminava di insegnamenti i suoi lavori.
Il fatto che la letteratura sia tanto importante per i personaggi permette inevitabilmente al lettore di riconoscersi e di provare empatia per ognuno di loro. Anche lo stile dell’autrice, in questo, fa la sua parte poiché, sebbene il romanzo sia narrato in terza persona, la voce narrante si adatta sempre al personaggio a cui si sta dedicando, dimostrando non solo la valida caratterizzazione quanto anche la bravura nel rendere attraverso le parole persino le più piccole sfumature dei protagonisti che si alternano. Al contempo, le interpretazioni delle opere di Jane Austen non sembrano il frutto di un’unica assidua lettrice quale l’autrice deve essere, ma sono invece declinate in base alle vite di coloro che ne stanno parlando in quel momento.
L’aspetto che forse rende meglio l’idea del valore della letteratura nella vita di qualunque lettore è proprio lo scopo che accomuna i personaggi. L’ambientazione del romanzo, infatti, non è casuale e non dipende solo dal fatto che la reale Jane Austen Society sia stata fondata negli anni Quaranta del Novecento. Anzi, è proprio la durezza della vita e del dopoguerra che pone un ulteriore accento sull’importanza della letteratura: sebbene le vite dei protagonisti siano, per un motivo o per un altro, estremamente difficili e sebbene la guerra abbia peggiorato ulteriormente le loro esistenze, queste persone decidono di riunirsi e di raccogliere le proprie forze per salvare il luogo in cui Jane Austen ha trascorso i suoi ultimi anni. E non si tratta di figure particolari, quanto invece di persone normali rappresentate in modo molto realistico all’interno della propria quotidianità. L’amore per la parola scritta e per ciò che è capace di insegnare le muove verso un obiettivo comune che, alla fine, riuscirà anche a cambiarle.
Nel così difficile momento storico, allora, il fatto che tante personalità diverse si dedichino a un qualcosa di apparentemente poco rilevante è estremamente indicativo sul ruolo della letteratura nella vita di ognuno di noi. Essa non è importante solo per l’educazione o per la comprensione delle dinamiche sociali in cui viviamo, non è importante solo perché risponde alle domande sulle origini di costumi e usanze presenti ancora oggi, ma anche per il ruolo di consolazione che può avere nei momenti più bui della vita, conquistandosi un posto centrale nelle nostre esistenze.