È davvero n’ata storia quella che parte ufficialmente oggi, una nuova tappa di un viaggio cominciato cinque anni fa, giusto il tempo di sorseggiare un caffè con Alessandro e Flavia, appena conosciuti, e poi con Francesca, immediatamente a bordo di quel treno che non si è mai più fermato. Un treno che già aveva percorso un buon tratto nei sogni di due giovani che sapevano tanto di realtà, la voglia e la determinazione di vedere concretizzata la nascita di un giornale che oggi conta qualche migliaio di lettori sparsi un po’ in tutta Italia e non solo.
Un locale al piano interrato di un bar di Port’Alba o ai tavoli di quelli alla stazione centrale, i nostri incontri, le riunioni di redazione spesso con nuovi volti, talvolta persi lungo una strada non sempre facile, dove l’entusiasmo e il talento da soli non bastano se non uniti a una voglia e a un impegno costanti per la realizzazione di un progetto comune fondato su un’informazione fuori dal coro, coraggiosamente controcorrente, proprio come anguille al servizio della verità.
Un’informazione capace di farsi voce di chi non ha voce abbattendo quei muri così visibili nelle nostre città, dove le periferie marchiano a fuoco tanti ragazzi talvolta soltanto per il quartiere di provenienza, territori non sempre attenzionati dalle istituzioni e, purtroppo, soltanto comode location cinematografiche di successo grazie a una narrazione di facciata e a senso unico.
Una narrazione, la nostra, sin dall’inizio attenta a tutte le minoranze, a quel mondo che si preferisce non guardare, non approfondire. Problematiche che, invece, una società civile – a partire dalle istituzioni preposte – dovrebbe fare centrali in un’agenda di governo purtroppo da sempre disattesa a causa non solo di una rappresentanza parlamentare non interessata a tematiche che non producono consenso, ma anche di una maggioranza dell’opinione pubblica trascinata da irresponsabili della politica dei falsi allarmismi e delle ingiustificate paure.
Un viaggio sui binari dei diritti umani, delle disuguaglianze e delle discriminazioni di ogni genere, un treno giunto oggi a una stazione importante dopo un percorso faticoso per l’elaborazione di un progetto editoriale ambizioso dove questi temi troveranno casa, continuando il cammino di una comunità composta prevalentemente da donne e da qualche giurassico, come amava definirci il caro compagno di avventura Vincenzo Villarosa cui è stato dedicato l’evento di stasera e che resterà pietra miliare anche di questo nuovo capitolo.
N’ata storia, come cantava il mai dimenticato Pino Daniele, un’altra storia in un mondo dei libri del quale, in questi cinque anni, le maggiori case editrici hanno voluto affidare al nostro giornale presentazioni e nuove pubblicazioni di autorevoli autori nella nostra città. Un’altra storia tutta da vivere con quell’entusiasmo, la forza di volontà e la caparbietà che anche in questa avventura Alessandro Campaiola e Flavia Fedele hanno riposto e grazie ai quali certamente, con la preziosa collaborazione di Francesca, Chiara, Giusy, Alessandra, Marina, Noemi, il viaggio intrapreso riserverà ancora tante sorprese e stazioni in cui fare brevi soste per poi ripartire per nuove avventure e sempre nuovi meritati successi.
Buon viaggio, ragazzi!