Il Rione Terra è, a tutti gli effetti, il quartiere più popolare di Pozzuoli. Sviluppatosi sull’area della primitiva colonia romana – infatti, al di sotto di via Duomo è conservato un lungo tratto di strada basolata, sul luogo del decumanus maximus del primo insediamento – è tra i più pittoreschi centri storici della Campania anche per gli scorsi panoramici sul golfo.
Il nome Rione Terra deriva dall’utilizzo medievale e marinaresco di indicare come terra il villaggio o la città. Il geografo greco Strabone nella sua Geografia ha raccontato che Pozzuoli, Potioloi, era uno scalo navale dei Cumani e che questo insediamento fu stabilito su di un’altura. Il Rione Terra, nel 1970, è stato evacuato a causa del bradisismo e definitivamente abbandonato nel 1983. Da quel momento, è stato oggetto di una spoliazione sistematica e vandalica. Le testimonianze archeologiche documentate sono purtroppo ancora poche: tra i ritrovamenti ci sono una brocca da vino subgeometrica di fabbrica cumana e l’ansa di una coppa ionica della metà del VI secolo a.C.
Negli anni Novanta è stato deciso di varare un progetto di valorizzazione per la realizzazione di un museo a cielo aperto nel rispetto di tutte le testimonianze, diversificate per qualità e orizzonte cronologico. Già nel 1993 è stata avviata una campagna di scavi archeologici che ha permesso il recupero di buona parte del tessuto urbano antico, mettendo in luce una città sotterranea a circa 15 metri dalle fondamenta degli edifici seicenteschi.
Oltre a straordinarie testimonianze della cinta muraria greca, viene raccontato nelle Guide d’Italia. Napoli e dintorni, si aggiungono i ritrovamenti della colonia romana di Puteoli, la cui struttura urbanistica era definita da due assi centrali che s’intersecavano ad angolo retto. Lungo il percorso del decumano sono emersi i depositi per il ricovero del grano (horrea), tombe, dimore lussuose, ville residenziali, mosaici, “tabernae” e un panificio (pistrinum) a più stanze con macine di pietra lavica utilizzate per la lavorazione del pane, una cucina di epoca tardo-repubblicana con un camino e due banconi d’appoggio. Inoltre rilievi marmorei, opere decorative, pezzi raffinati di mercanzie, “aegyptiaca” autentici. Rinasce anche l’antica rocca flegrea fondata dai Greci di Samo, monumento simbolo di Pozzuoli e dei Campi Flegrei.
Nei pressi del Capitolium del Rione Terra, hanno grande valore il complesso dei cinque criptoportici con volte a botte, le parti di un tempio augusteo, sculture e statue marmoree tra cui la testa di Atena Lemnia e, infine, alcuni larari con divinità tutelari raffigurate alle pareti, serpenti scolpiti nel marmo, propiziatori di fertilità e custodi del focolare.
Le scoperte del Rione Terra hanno superato di molto le aspettative, perché la continuità topografica tra città antica e città moderna è davvero eccezionale. Le due realtà, infatti, convivono l’una nell’altra. Non è ancora possibile fruire dell’intera città romana, anche se questo comporterebbe un intervento, senza precedenti, nella storia dell’archeologia urbana in Italia. Il percorso archeologico del Rione Terra, scavato nella roccia tufacea, è uno scorcio incredibile di un passato che ancora si fa sentire e continua ad affascinare.