Youns El Boussettaoui era un uomo. Sarebbe bastato dire questo. E, invece, abbiamo sentito tutti l’esigenza di definirlo, di etichettarlo, di circoscriverlo in una categoria che lo facesse apparire dalla parte del torto o della ragione.
Youns El Boussettaoui era un uomo. Ed è stato ucciso. Sarebbe bastato dire questo. Eppure, ci è stato detto che era irregolarmente sul territorio italiano – pur non avendo tale notizia alcuna attendibilità – e che era marocchino. Come se il colore della sua pelle o la legittimità di essere o meno in Italia rendesse meno grave quanto è successo.
Youns El Boussettaoui era un uomo. Ed è stato ucciso dall’Assessore alla Sicurezza del Comune di Voghera Massimo Adriatici, soprannominato lo sceriffo perché portava sempre con sé un’arma che stavolta si è sentito in diritto di usare. Sarebbe bastato dire questo e, invece, ci è stato raccontato a gran voce che era un senza fissa dimora, un malato, che era stato sottoposto a vari TSO. Come se qualcuna di queste informazioni potesse rendere meno doloroso quanto avvenuto.
Youns El Boussettaoui era un uomo. Ed è stato ucciso da un altro uomo armato nella piazza di Voghera. Sarebbe bastato dire questo e, invece, ci hanno raccontato immediatamente qual era la sua colpa. Stava molestando dei passanti. E poi aveva spinto, gridato, si era comportato come un emarginato. Ci hanno raccontato questo come se potesse servire a giustificare la morte di un innocente.
Fango su fango. Disprezzo su disprezzo. Youns El Boussettaoui era un uomo. Eppure, a nessuno è venuto in mente che avesse una famiglia che sta soffrendo.
Ne abbiamo uno in meno. Povero l’Assessore. Dove non arriva lo Stato arriva l’uomo. L’Assessore è un eroe.
Queste sono solo alcune delle spregevoli frasi che tutti noi abbiamo potuto leggere e sentire dopo aver appreso della morte di Youns El Boussettaoui. Frasi che non esprimono altro che il grado di disinteresse nei confronti delle vite altrui che permea la nostra vita. La facilità con cui si può decidere chi ha diritto di vivere e chi invece merita di morire. Perché malato, emarginato, povero, probabilmente inutile in una società che mira al profitto e alla perfezione. A chi vuoi che manchi uno così?.
Lo sparo è stato accidentale. Anzi, è stato prima accidentale ma, se non fosse così, è stata legittima difesa. Eppure, di legittimo non sembra esserci nulla. Un’arma portata in giro come se fossimo nel Far West, come se fosse una questione d’onore, come se si potesse sparare come nei film che tanto ci appassionano. Una spinta che nei racconti e nelle notizie diventa pugno e poi lancio di bottiglie, qualsiasi cosa che, stando ai giornali, scagionerebbe l’Assessore.
E, invece, in nessuno di questi casi uno sparo al petto – per uccidere – è legittima difesa. Perché dovrebbe dimostrarsi l’attualità di un pericolo al quale non si può assolutamente sfuggire e – cosa improbabile – una proporzionalità tra l’offesa e la difesa. Una proporzionalità tra una spinta e la morte. Quando sono coinvolti gli emarginati della società, però, i sistemi di valori sembrano capovolgersi. E, allora, è necessario indagare con accurata attenzione, trovare attenuanti, giustificazioni, scene da film che dipingano l’assassino come eroe. Se l’Assessore non fosse intervenuto ci saremmo svegliati con la notizia di una violenza sessuale.
Mi piacerebbe dirvi che tutte queste affermazioni sono frutto della mia immaginazione, perché solo in una società malata si può pensare di legittimare un’uccisione perché quel soggetto, per come noi l’abbiamo costruito nella nostra mente, avrebbe potuto arrecare danno a qualcuno.
Youns El Boussettaoui era un uomo. Mentre noi ci sentiamo portatori di verità assolute, di cosa è giusto e cosa è sbagliato. Di costringere una sorella in lacrime a dichiarare che non sono irregolari. Come se ci servisse questo per comprendere il suo dolore. Come se ci servisse sapere che Youns abitava da poco in strada. Come se ci servisse misurarne il grado di stabilità mentale per giudicare la sua morte.
Youns El Boussettaoui era un uomo. Eppure ce ne siamo dimenticati. Youns El Boussettaoui era un uomo. Noi, non so.