Nel suo romanzo storico Nina o sia la pazza per amore, Anita Curci racconta la storia di Antonina Scarca, detta Nina, marchesina di un casato decaduto, in una Napoli di fine 1700 sconvolta e ammirata dalle idee rivoluzionarie che giungono da Parigi e dalla presa della Bastiglia.
Il romanzo, edito da Kairòs, riesce a raccontare i molti volti della Napoli di quei tempi, mostrando, con descrizioni minuziose e precise, le differenze tra le varie classi sociali. I personaggi che circondano la protagonista sono i più disparati, appartenenti a ceti e caratteri diversi tra loro. Si dividono, inoltre, in figure realmente esistite e figure di fantasia.
Nina è la figlia di Don Sebastiano Scarca, marchese di Roccagioiosa, il quale, non avendo avuto il tanto desiderato figlio maschio, cresce la giovane come se lo fosse. Nina è, infatti, una perfetta cavallerizza, nonché un’eccellente spadaccina che perfeziona anche l’utilizzo del moschetto. La marchesina, del resto, ha una personalità indomita e coraggiosa, seppur nel profondo molto fragile, che riesce a fiorire proprio grazie all’educazione ricevuta. Nina è molto diversa dal padre che racchiude in sé differenti lati negativi dell’élite napoletana, tra cui i tanti, troppi debiti che poi ricadranno sulla giovane che, nonostante tutto, lo ama molto.
La penna di Anita Curci, con grande cura e perizia, approfondisce la conoscenza di Napoli nel momento in cui si arriva alla Rivoluzione del ’99. La vicenda non si svolge soltanto nella capitale partenopea, ma si sposta anche in un feudo ai confini del regno di Ferdinando di Borbone, mostrando la questione feudale e le condizioni sociali e umane dei borghi rurali.
La vita di Nina è piena di sventure e peripezie, messa costantemente alla prova, deve superare ostacoli giuridici, sociali e anche politici. Tuttavia, la formazione prettamente maschile imposta dal padre permette alla giovane marchesina di ampliare le sue conoscenze e riuscire ad adeguarsi perfettamente alla società in cui si trova, dapprima a Napoli, presso la corte e i circoli privati, successivamente a gestire il proprio feudo, ormai in rovina, restituendogli l’antica dignità.
Nina o sia la pazza per amore – che prende in prestito il titolo dall’opera di Giovanni Paisiello – riesce a coinvolgere il lettore in una storia in cui la figura della donna del tempo si mostra completamente diversa dalle altre, perché nella vita di Nina gli abiti, la dote, il matrimonio sono soltanto un’ombra lontana, una questione di secondaria importanza. Leggere, incontrare in segreto amici colti per parlare di politica e libertà, andare a cavallo, gestire il proprio feudo: sono questi gli interessi più grandi della giovane Nina. Ma, come spesso accade, quando si conosce l’amore, iniziano anche le pene che, purtroppo per lei, non saranno poche.
Nina, così come molti personaggi che le sono vicini, incarna lo spirito di un’epoca difficile che mostra l’entusiasmo, ma anche la disfatta, di tantissime menti illuminate che hanno creduto nell’ideale rivoluzionario e repubblicano del Regno.
In questo romanzo storico, Anita Curci riesce a intrecciare luoghi e vicende reali alla storia di Nina, personalità forte che sceglierà sempre la strada della lealtà e della coerenza piuttosto che la via comoda dei compromessi, raccontando quindi della condizione della donna, ma anche di una nobiltà decaduta, di povertà, morale e materiale, di interessi, illusioni, di tradimenti e anche di amore.
Nina o sia la pazza per amore è in grado di coinvolgere il lettore, non soltanto grazie alle vicende che si intrecciano e si evolvono in fretta, ma anche attraverso i dialoghi tra i personaggi dove è perfettamente rispettata l’espressione dialettale del tempo che permette, ancora di più, di immergersi in un’epoca storica estremamente controversa, ma anche molto affascinante.