Raffaello Sanzio è stato probabilmente il pittore più completo, celebre e amato del Rinascimento. Grazie al suo talento straordinario, al senso dell’ordine armonico e dell’equilibrio formale, ha raccolto tutti i frutti della tradizione quattrocentesca e li ha fusi in una visione unitaria e completa.
Per celebrarne l’estro, a cinquecento anni dalla morte, il Museo e Real Bosco di Capodimonte ha organizzato Raffaello a Capodimonte: l’officina dell’artista dal 10 giugno al 13 settembre. 2021. Lo scopo della mostra, curata da Angela Cerasuolo e Andrea Zezza, è quello di valorizzare il patrimonio raffaellesco del museo, più ricco e vario di quanto si pensi.
La visita darà la possibilità al pubblico di vedere le novità che sono emerse dalla campagna di indagini diagnostiche condotte nel Museo di Capodimonte, possibile grazie a importanti collaborazioni istituzionali che permetteranno di approcciarsi sia alle opere d’arte che al lavoro di bottega di Raffaello con grande originalità. Avviate nel 2018, le indagini sui dipinti sono parte di un programma di collaborazione ampio che include il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università della Campania Vanvitelli e il LAMS (Laboratoire d’archéologue moléculaire et structurale) di Parigi e che ha visto recentemente la partecipazione scientifica dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) del CNR e i Laboratori Nazionali del Sud (LNS) dell’INFN di Catania e l’Istituto di Scienze e Tecnologie Chimiche del CNR (SCITEC) di Perugia.
Il percorso stilistico di Raffaello appare ben articolato in tre momenti distinti: il periodo umbro, fino al 1504, che riguarda la sua formazione e il suo esordio; l’esperienza fiorentina, dal 1504 al 1508, che gli ha permesso di arricchire la propria cultura, e, infine, l’attività romana, dal 1508 al 1520, che ha preso forma attraverso vari stadi, dal pieno trionfo della sua arte matura ai primi sintomi di una precoce stanchezza.
Il percorso espositivo della mostra, presso la sala 5 al primo piano, racconta Una scuola eccezionale: maestri e fratelli maggiori, ovvero i primi anni di Raffaello dove è possibile veder rappresentata la città di Urbino. Presso la sala 6, invece, si prosegue con Raffaello a Capodimonte: dall’inizio alla piena maturità, dove il nucleo di opere può dare un’idea della straordinaria versatilità di questo grande artista e di come abbia continuato a sperimentare. Infine, presso la sala 7, sempre al primo piano, Una straordinaria fortuna: derivazioni, variazioni, copie, repliche racconta di come i dipinti del maestro venissero copiati ancor prima della morte del loro autore.
Il Museo conserva alcuni lavori di Raffaello molto importanti che permettono di esemplificare i momenti più rilevanti della sua carriera. Tra questi, L’Eterno e la Vergine, due frammenti della Pala di San Nicola da Tolentino, opera realizzata quando l’artista aveva soltanto 17 anni, il Ritratto di Alessandro Farnese, il Mosè e il roveto ardente e la Madonna del Divino Amore, che rappresenta una delle opere più ammirate dell’artista. Soltanto recentemente, grazie alle indagini scientifiche e al restauro, le opere di Raffaello sono state sottratte alla sfortuna critica in cui si era imbattuto nel Novecento.
Durante la mostra sarà possibile osservare anche la Madonna della gatta, l’opera che Giulio Romano, principale allievo di Raffaello, ha eseguito seguendo un modello del maestro, ma anche una serie di copie, derivazioni, multipli, alcuni dei quali forse elaborati nella bottega dell’artista e altre per mano di pittori di prima grandezza per committenti importanti dove la nozione di “copia” costeggia quella di “falso d’autore”, e che secondo Vasari avrebbe ingannato lo stesso Giulio Romano. Queste, assieme ad altre realizzate da più meccanici copisti (Madonna Bridgwater) permettono di esplorare ad ampio raggio il tipo di produzione che costituiva larga parte dell’opera delle botteghe del Cinque e del Seicento e che oggi forma una parte enorme, anche se spesso trascurata, del nostro patrimonio artistico.
L’importanza di Raffaello nella storia dell’arte è senza dubbio pari a quella di Giotto o di Masaccio, pur avendo essa stupito il mondo per la sua perfezione e non per la novità apportata. Il pittore è stato un felicissimo interprete della cultura, amato e ammirato sin dall’inizio della sua carriera, diventando in vita l’idolo di una schiera innumerevole di seguaci, papi, principi, umanisti, poeti e letterati. La sua è stata un’esistenza breve, intensissima, conclusasi in appena due decenni di attività con una delle più ricche e feconde esperienze della storia dell’arte europea.
La mostra Raffaello a Capodimonte: l’officina dell’artista è visitabile tutti i giorni, tranne il mercoledì, dalle 8:30 alle 19:30 al costo intero di 10 euro, ridotto di 5 euro per chi si è vaccinato alla Fagianeria. Per i giovani dai 18 ai 25 anni ha un costo di 2 euro e gratuito dai 17 anni in giù e per i possessori di Artecard.